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Ricorso Sanzione Dpcm 8 Marzo
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Lettera 
11 aprile 2020 0:00
 
Il pomeriggio del 06/04/2020 sono stato sanzionato dalla Polizia Municipale per aver violato il dpcm 8 marzo.
Quella stessa mattina ero stato con mia moglie, domiciliata a 2km da me, da mia madre, persona di 90 anni per aiutarla con la gestione quotidiana della propria persona. Riaccompagnando mia moglie a casa sua in mattinata ero già stato fermato da un'altra pattuglia; avevo l'autocertificazione con me compilata per motivi di necessità. Il funzionario in quell'occasione mi ha concesso lo spostamento senza problemi per assistenza persona anziana. Allego foto dell'autocertificazione.
Il pomeriggio, invece, sono stato fermato da altri funzionari che non hanno valutato necessario che portassi la spesa a mia moglie, pertanto sono stato sanzionato.
Mia moglie non ha la macchina e il supermercato più vicino è relativamente lontano e sempre affollato rendendo difficile rispettare le distanze di sicurezza.
Ero in buona fede, pensando più logico, per ridurre l'esposizione, che le portassi la spesa già fatta piuttosto che fare uscire anche lei con tutti i rischi.
Mi rendo conto che dpcm 8marzo non preveda lo spostamento per questo motivo specifico ma se questa legge è stata scritta per ridurre il contagio dal Covid-19, credo che la mia azione sia stata quella più logica e meno rischiosa.
Durante la stesura del verbale, il funzionario ha voluto vedere la carta di identità (documento riportato nell'autocertificazione), la patente, il libretto di circolazione ed il tesserino sanitario.
Mi è stato detto che
a) non andava bene il fatto che avessi riportato i dati della C.I. come documento di riconoscimento sull'autocertificazione poiché mi stavo muovendo in macchina; secondo i funzionari, avrei dovuto trascrivere i dati della patente
b) Rispondendo ad alcune mie domande, mi è stato detto che, per permettere l'assistenza ad una persona anziana, il medico curante della persona assistita avrebbe dovuto rilasciare una sorta di "certificato di anzianità" (non ci era mai stato chiesto nei controlli precedenti e il medico di mia madre, giustamente, si rifiuta di scrivere la certificazione richiesta).
c) Avevo anche un animale domestico ricoverato presso un ospedale veterinario; quando ho chiesto come fare per andare a riprenderlo, il funzionario ha fatto spalluccia, rispondendo "eh, è un problema".
Il dpcm non menziona la necessità di trascrivere esclusivamente i dati della patente per spostamenti in macchina e non prevede spostamenti con alcuna certificazione salvo l'autocertificazione che, in questo caso, avevo a presso. I funzionari sembravano voler intimorirmi, dando informazioni poco chiare e contrastanti rispetto a quanto riportato dal dpcm e quanto applicato dai loro
colleghi quella mattina ed in altre occasioni.
Per questo motivo, mi chiedo se non abbiano valutato con la stessa "approssimazione" il mio spostamento sanzionato.
Non so se ci sono gli estremi per un ricorso per annullare la sanzione, tenendo conto che ero uscito per aiutare mia moglie.
Stefano (RM)

Risposta:
la sua vicenda è sintomatica di come la specifica normativa è scritta male e totalmente discrezionale. A nostro avviso ci sono gli estremi per tentare un ricorso, proprio coi motivi da lei addotti e col fatto che lo stesso comportamento, da altra pattuglia era stato ritenuto rispettoso della normativa. Trova qui le indicazioni del caso: https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+mobilita+individuale+come+fare+ricorso_30942.php
 
 
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Il pomeriggio del 06/04/2020 sono stato sanzionato dalla Polizia Municipale per aver violato il dpcm 8 marzo.
Quella stessa mattina ero stato con mia moglie, domiciliata a 2km da me, da mia madre, persona di 90 anni per aiutarla con la gestione quotidiana della propria persona. Riaccompagnando mia moglie a casa sua in mattinata ero già stato fermato da un'altra pattuglia; avevo l'autocertificazione con me compilata per motivi di necessità. Il funzionario in quell'occasione mi ha concesso lo spostamento senza problemi per assistenza persona anziana. Allego foto dell'autocertificazione.
Il pomeriggio, invece, sono stato fermato da altri funzionari che non hanno valutato necessario che portassi la spesa a mia moglie, pertanto sono stato sanzionato.
Mia moglie non ha la macchina e il supermercato più vicino è relativamente lontano e sempre affollato rendendo difficile rispettare le distanze di sicurezza.
Ero in buona fede, pensando più logico, per ridurre l'esposizione, che le portassi la spesa già fatta piuttosto che fare uscire anche lei con tutti i rischi.
Mi rendo conto che dpcm 8marzo non preveda lo spostamento per questo motivo specifico ma se questa legge è stata scritta per ridurre il contagio dal Covid-19, credo che la mia azione sia stata quella più logica e meno rischiosa.
Durante la stesura del verbale, il funzionario ha voluto vedere la carta di identità (documento riportato nell'autocertificazione), la patente, il libretto di circolazione ed il tesserino sanitario.
Mi è stato detto che
a) non andava bene il fatto che avessi riportato i dati della C.I. come documento di riconoscimento sull'autocertificazione poiché mi stavo muovendo in macchina; secondo i funzionari, avrei dovuto trascrivere i dati della patente
b) Rispondendo ad alcune mie domande, mi è stato detto che, per permettere l'assistenza ad una persona anziana, il medico curante della persona assistita avrebbe dovuto rilasciare una sorta di "certificato di anzianità" (non ci era mai stato chiesto nei controlli precedenti e il medico di mia madre, giustamente, si rifiuta di scrivere la certificazione richiesta).
c) Avevo anche un animale domestico ricoverato presso un ospedale veterinario; quando ho chiesto come fare per andare a riprenderlo, il funzionario ha fatto spalluccia, rispondendo "eh, è un problema".
Il dpcm non menziona la necessità di trascrivere esclusivamente i dati della patente per spostamenti in macchina e non prevede spostamenti con alcuna certificazione salvo l'autocertificazione che, in questo caso, avevo a presso. I funzionari sembravano voler intimorirmi, dando informazioni poco chiare e contrastanti rispetto a quanto riportato dal dpcm e quanto applicato dai loro
colleghi quella mattina ed in altre occasioni.
Per questo motivo, mi chiedo se non abbiano valutato con la stessa "approssimazione" il mio spostamento sanzionato.
Non so se ci sono gli estremi per un ricorso per annullare la sanzione, tenendo conto che ero uscito per aiutare mia moglie.
Stefano (RM)

Risposta:
la sua vicenda è sintomatica di come la specifica normativa è scritta male e totalmente discrezionale. A nostro avviso ci sono gli estremi per tentare un ricorso, proprio coi motivi da lei addotti e col fatto che lo stesso comportamento, da altra pattuglia era stato ritenuto rispettoso della normativa. Trova qui le indicazioni del caso: https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+mobilita+individuale+come+fare+ricorso_30942.php
 
 
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