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ricorso per multa coronavirus
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Lettera 
12 maggio 2020 0:00
 
Il 29 marzo scorso venivo fermato da una pattuglia della polizia locale in quanto praticavo jogging in una stradina di campagna circondata da campi coltivati nelle vicinanze del mio domicilio (500 metri). In tale data in FVG vigeva il divieto di attività motoria con l'eccezione del caso in cui ciò non fosse fatto per motivi di salute. Consegnavo agli agenti l'autocertificazione, nella quale dichiaravo che era per me indispensabile svolgere attività aerobica a bassa intensità in quanto tuttora in terapia farmacologica per cardiopatia (fibrillazione atriale). Gli agenti mi accompagnavano al domicilio e chiedevano di visionare le mie cartelle cliniche: pretendevano di trovare una dichiarazione del mio medico nella quale si prescrivesse la corsa come obbligatoria.
Facevo notare che tale documento non esisteva ma che era risaputo quanto lo sport a bassa intensità fosse caldamente consigliato a tutti i cardiopatici. I vigili mi avvisavano che avrebbero valutato in seguito se multarmi o meno. Una settimana dopo l'agente in questione mi telefonava per avere il nominativo del mio medico curante, per contattarlo. Venerdì 8 maggio venivo chiamato dalla sede della polizia locale per il ritiro del verbale: 400 euro per violazione dell'ordinanza regionale. In sede è stato ribadito che se avessi avuto una carta del medico, non mi avrebbero multato. Nel verbale viene confermata e accettata la mia patologia cardiologica.
La fibrillazione mi è stata diagnosticata nel 2018, ed è apparsa subito una grave situazione: il primo cardiologo che mi ha visitato ha detto che avevo il cuore di un 70enne (ho 45 anni).
Solo un cambio radicale di stile di vita e, soprattutto, la pratica costante e quotidiana della corsa, mi hanno permesso di tornare in salute. Abituato ad allenarmi almeno 5 volte a settimana, il fermo imposto dal lockdown ha avuto come conseguenza un incremento sensibile dei giorni in cui, nonostante il farmaco, mi sono ritrovato in aritmia, rischiando di vanificare quasi due anni di sforzi. Faccio notare che proprio a causa del coronavirus era per me di fondamentale importanza mantenere un perfetto stato di salute: se avessi dovuto recarmi al pronto soccorso per complicazioni cardiologiche, non solo avrei impegnato il personale già allo stremo per i pazienti covid, ma avrei rischiato io stesso il contagio, con tutte le conseguenze del caso.
La presente è per chiedervi se, in base alla vostra esperienza, ci siano gli estremi per fare, e vincere, un ricorso.
Allego alla presente copia del verbale e di seguito il link di google maps relativo alla zona dove correvo (pericolo di contagio inesistente)
https://www.google.com/maps/place/Str.+di+Guspergo,+83,+33043+Civi
dale+del+Friuli+UD/@46.1128737,13.4442134,503m/data=!3m1!1e3!4m5!3
m4!1s0x477a4e0806153291:0x1314ae47637e777!8m2!3d46.1085076!4d13.44
67132.
Grazie per qualsiasi consiglio in merito. Cordiali saluti
Paolo, dalla provincia di UD

Risposta:
se le cose stanno come da lei scritte, meglio ancora con un attestato medico che le confermi, potrebbe tentare un ricorso. Qui come farlo: https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+mobilita+individuale+come+fare+ricorso_30942.php
 
 
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