Mia figlia sarebbe dovuta convolare a nozze il 12/09/2020 e pertanto Lei ed il suo fidanzato in data 18/01/2020 hanno sottoscritto un contratto con una società di catering di Salerno per la ristorazione della festa per circa 250 invitati, fornendo anche un anticipo pari al 10% di tutto l'importo. Ora a seguito emergenza Covid-19 essendo corti i tempi tecnici per svolgere tutte le pratiche civili e religiose e nutrendo dei dubbi sulle possibili modalità di svolgere in sicurezza la ristorazione per un cosi nutrito numero di invitati, abbiamo chiesto ed ottenuto senza grossi problemi lo spostamento del matrimonio al 5 giugno dell'anno successivo (2021). La società di catering dopo averci accordato lo spostamento della data richiesta senza avanzare nessuna pretesa al momento, successivamente ci ha fatto pervenire, per iscritto, un appendice al contratto di matrimonio dove, nella sostanza, al punto 4 dice che i prezzi non saranno suscettibili di variazione/ aumento salvo che, per la nuova data dell'evento sia aumentato il costo delle materie prime per realizzare il menù o il costo e gli oneri per il personale o il costo in materia di nuove imposte e tale aumento non può superare il 10% del prezzo convenuto.
Non abbiamo ancora sottoscritto l'appendice e personalmente, malignando, abbiamo pensato che il catering intendesse bruciarci l'acconto ricevuto. Pertanto in proposito mi chiedevo se una tale richiesta,nella situazione attuale e lecita o meno e se si, come dobbiamo comportarci, se c'è qualche contro proposta o variazione da fare.Grazie per la Vs,cortese risposta-
Rino, dalla provincia di AV

Risposta:
lecita è lecita, basta trovarsi d'accordo. Ci sembra però un po' troppo generica e soggetta ad arbitrio con difficili controlli (garantito che vi chiederanno il 10%....). Crediamo che la cosa migliore sia di legare il prezzo alla percentuale dell'inflazione per (come si chiama) famiglie di operai e impiegati che sarà resa pubblica, per esempio, il mese prima rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.