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 ITALIA - ITALIA - Popolazione sempre più anziana
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Notizia 
28 giugno 2024 12:18
 
L’Italia affronta un’emergenza demografica senza precedenti. Nel 2023, si contano 193,1 persone con almeno 65 anni ogni 100 giovani con meno di 15 anni. Questo dato, noto come indice di vecchiaia, indica che la popolazione anziana è quasi il doppio di quella giovane. Il quadro è stato presentato dal direttore della direzione centrale Istat per l’analisi e la valorizzazione nell’area delle statistiche economiche, Stefano Menghinello, durante un’audizione alla commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale.

Il Mezzogiorno meno vecchio, ma non troppo
Il Mezzogiorno mostra valori leggermente inferiori rispetto alla media nazionale, con un indice di vecchiaia di 179,8 e un minimo di 175,8 nel Sud. Tuttavia, la popolazione anziana è predominante ovunque, con differenze significative: si passa dai 270,9 anziani per 100 giovani in Liguria ai 131,8 nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen.
Dal 2012, l’indice medio nazionale è aumentato di 44,7 punti, e di 61,4 punti dal 2002. Le regioni del Mezzogiorno hanno registrato gli incrementi più consistenti, complice anche i processi migratori. La variazione massima si è avuta in Sardegna, con un incremento di 88,3 punti. Questa regione, infatti, ha una delle popolazioni più longeve d’Italia e il tasso di fecondità più basso.

Declino della popolazione: Sud in testa
La popolazione italiana sta diminuendo. Nell’ultimo decennio (2012-2023), la popolazione residente è calata complessivamente dell’1,8%. Le regioni del Mezzogiorno hanno subito il declino più marcato, con una variazione media di -4,7%, dovuta in gran parte alle migrazioni interne. In contrasto, il Centro-Nord ha registrato una perdita trascurabile dello 0,3%.
Le regioni del Sud che mostrano le peggiori dinamiche demografiche sono il Molise (-7,4%) e la Basilicata (-7,2%). Tra le regioni del Centro-Nord, la Liguria ha subito un calo significativo (-5,2%), mentre il Veneto ha contenuto la perdita a -0,8%. Al contrario, il Trentino-Alto Adige/Südtirol, il Lazio, la Lombardia e l’Emilia-Romagna continuano a vedere una crescita della popolazione.
Un aspetto rilevante è l’incremento della componente straniera della popolazione, che ha rallentato il processo di invecchiamento grazie a una struttura per età più giovane. Nei grandi centri urbani del Nord come Milano, Torino e Genova, l’incidenza degli stranieri residenti è significativamente maggiore rispetto al Sud: 187,8 stranieri ogni mille abitanti a Milano, contro solo 38,4 a Palermo.
(AdnKronos)

 
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