testata ADUC
Porte girevoli
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Lettera 
8 maggio 2009 0:00
 
Caro direttore,
invio questa mia lettera, sperando che possa trovare un po' di spazio; in caso di diffusione o divulgazione chiedo cortesemente che siano pubblicate solo le iniziali. Ringrazio, facendo i miei più sinceri saluti.
Egregio direttore,
vorrei fare dei commenti a "Porte girevoli", il servizio di Report andato in onda su Rai 3 domenica 3 maggio 2009. Che brutta puntata! Dopo aver illustrato per un'ora alcuni aspetti dell'assistenza sanitaria mentale, senza che riuscissi a capir bene dove l'autrice del servizio, S. Giannini, volesse andare a parare, sono rimasto esterefatto che proprio a Report, citando la 180 altresì, la conclusione fosse di aumentare il TSO! Inconcepibile... Senza dubbio le famiglie non vanno lasciate sole con il problema in casa, nè per rispettare i diritti del singolo si possono lasciare liberamente in
circolazione elementi socialmente pericolosi, ma la Costituzione garantisce
al cittadino italiano la libertà di cura e l'autodeterminazione. Ben altre, a mio avviso, erano le domande da porsi le quali, conoscendo il rigore abituale della Gabanelli, avrebbero portato a risultati molto diversi:
La malattia mentale esiste?
Che prove scientifiche e di laboratorio ci sono effettivamente?
In che modo sono state "scoperte" invece le malattie psichiatriche elencate nel DSM?
Quali sono le terapie psichiatriche e che risultati danno?
(una risposta indiretta su questo la trasmissione l'ha data comunque:
persone in cura da 50 anni...).
Nelle strutture private, conseguenti all'inapplicazione della 180, quanto rendono gli elettroshock? Con che risultati reali?
Quanto rende agli assistenti sociali e a quelle stesse strutture, sottrarre i bambini ai genitori per accaparrarseli?
Che realtà alternative alla psichiatria autoritaria, farmacologica e da elettroshock ci sono?
Cosa fanno? Che risultati ottengono?
Qual'è la meta delle cure? Come si può descrivere un individuo "curato"?
Nella confusione della società moderna è difficile concordare su dei valori certi. Tuttavia basandosi su un elementare buon senso, direi che una persona dovrebbe aver una buona relazione con se stessa, con la sua famiglia, i vicini, i colleghi, dovrebbe essere produttiva e d'aiuto a chi le sta attorno, rispettosa dell'ambiente e delle culture altrui. Quante persone curate per decenni dalla psichiatria vi si possono riconoscere? Quanto è stato speso invece? Non sono domande fuori luogo: il senso migliore della 180 era di riabilitare la persona e non di rinchiuderla. Inutile è chiedere all'oste se il suo vino è buono ma va giudicato da sè. Quello che ha fatto il Ceveas di Modena circa l'utilità dei farmaci ma non Report sulla 180. La conclusione è stata beatamente categorica: quelle persone sono malate, curiamole! Purtroppo per il portafoglio di molti, non è poi così certo che quelle persone siano malate nè che quelle siano le cure. Mi permetto pertanto di segnalare due autori illuminanti in proposito:
T. Szasz con il suo ineguagliato "Il mito della malattia mentale" e il dott. G. Antonucci, collega di Basaglia ai tempi, che guardacaso è fermamente contrario al TSO e ha risolto casi in modo ben diverso dal signore citato in fine trasmissione.
Spero che si sia trattato d'un incidente di percorso, cui sarà posto rimedio.

Risposta:
La ringraziamo della lettera che ci ha inviato e che pubblichiamo.
ADUC Salute - clicca qui
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS
 
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Caro direttore,
invio questa mia lettera, sperando che possa trovare un po' di spazio; in caso di diffusione o divulgazione chiedo cortesemente che siano pubblicate solo le iniziali. Ringrazio, facendo i miei più sinceri saluti.
Egregio direttore,
vorrei fare dei commenti a "Porte girevoli", il servizio di Report andato in onda su Rai 3 domenica 3 maggio 2009. Che brutta puntata! Dopo aver illustrato per un'ora alcuni aspetti dell'assistenza sanitaria mentale, senza che riuscissi a capir bene dove l'autrice del servizio, S. Giannini, volesse andare a parare, sono rimasto esterefatto che proprio a Report, citando la 180 altresì, la conclusione fosse di aumentare il TSO! Inconcepibile... Senza dubbio le famiglie non vanno lasciate sole con il problema in casa, nè per rispettare i diritti del singolo si possono lasciare liberamente in
circolazione elementi socialmente pericolosi, ma la Costituzione garantisce
al cittadino italiano la libertà di cura e l'autodeterminazione. Ben altre, a mio avviso, erano le domande da porsi le quali, conoscendo il rigore abituale della Gabanelli, avrebbero portato a risultati molto diversi:
La malattia mentale esiste?
Che prove scientifiche e di laboratorio ci sono effettivamente?
In che modo sono state "scoperte" invece le malattie psichiatriche elencate nel DSM?
Quali sono le terapie psichiatriche e che risultati danno?
(una risposta indiretta su questo la trasmissione l'ha data comunque:
persone in cura da 50 anni...).
Nelle strutture private, conseguenti all'inapplicazione della 180, quanto rendono gli elettroshock? Con che risultati reali?
Quanto rende agli assistenti sociali e a quelle stesse strutture, sottrarre i bambini ai genitori per accaparrarseli?
Che realtà alternative alla psichiatria autoritaria, farmacologica e da elettroshock ci sono?
Cosa fanno? Che risultati ottengono?
Qual'è la meta delle cure? Come si può descrivere un individuo "curato"?
Nella confusione della società moderna è difficile concordare su dei valori certi. Tuttavia basandosi su un elementare buon senso, direi che una persona dovrebbe aver una buona relazione con se stessa, con la sua famiglia, i vicini, i colleghi, dovrebbe essere produttiva e d'aiuto a chi le sta attorno, rispettosa dell'ambiente e delle culture altrui. Quante persone curate per decenni dalla psichiatria vi si possono riconoscere? Quanto è stato speso invece? Non sono domande fuori luogo: il senso migliore della 180 era di riabilitare la persona e non di rinchiuderla. Inutile è chiedere all'oste se il suo vino è buono ma va giudicato da sè. Quello che ha fatto il Ceveas di Modena circa l'utilità dei farmaci ma non Report sulla 180. La conclusione è stata beatamente categorica: quelle persone sono malate, curiamole! Purtroppo per il portafoglio di molti, non è poi così certo che quelle persone siano malate nè che quelle siano le cure. Mi permetto pertanto di segnalare due autori illuminanti in proposito:
T. Szasz con il suo ineguagliato "Il mito della malattia mentale" e il dott. G. Antonucci, collega di Basaglia ai tempi, che guardacaso è fermamente contrario al TSO e ha risolto casi in modo ben diverso dal signore citato in fine trasmissione.
Spero che si sia trattato d'un incidente di percorso, cui sarà posto rimedio.

Risposta:
La ringraziamo della lettera che ci ha inviato e che pubblichiamo.
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