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La mia storia
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Lettera 
3 gennaio 2009 0:00
 
Ciao sono Cristiano, un ragazzo di 35 anni di Valgioie, in provincia di Torino e colonstomizzato da 5 anni. La mia avventura inizia a gennaio del 2003, quando comincio a prendere sul serio una emorroide che ritenevo piccola e trascurabile. Su consiglio del mio medico di base inizio una cura con pomate adatte alle emorroidi e due mesi a pasti in bianco, con tanta frutta e verdura, senza alcool e bevande gassate. Perdo circa 15 chili e mi sento in forma, ma il male all'ano non passa. Dopo una visita chirurgica il dottore dell'ospedale di zona mi prenota una biopsia e subito dopo una visita a Candiolo, presso l'Istituto di Ricerca e Cura del Cancro. E' la conferma alla biopsia: adenocarcinoma di 4 centimetri nel basso retto, proprio sullo sfintere. Si poteva anche morire. Da quel momento mi chiesi tante cose e subito scoprii che per vivere bastava prendere atto della morte e sorridere alla vita. Ogni attimo diventò importante perché vissuto con l'amore per il tutto. Anche i dottori che prima erano preoccupati, resosi conto di come reagivo, iniziarono a sorridere con me. Feci la radioterapia e la chemio concomitante per tre mesi, la tac di controllo ad agosto e poi l'intervento il 12 settembre 2003. Nel colloquio pre intervento, il dottore mi dice che ho fatto già molto, e molto han fatto anche loro, ma purtroppo lo sfintere non si salva, e sarà una colonstomia definitiva.
Gli chiesi se le cosiddette terapie alternative possano funzionare. Mi rispose che in certi casi di tumore possono servire, ma nel mio caso rischio di svegliarlo di nuovo e potrei perdere la virilità se non la vita. Quindi, operazione. Per fortuna va molto bene e vengo dimesso dopo soli 7 giorni. Grazie al mio enterostomista, prendo subito dimestichezza con il sacchetto e vengo a conoscenza dell'A.P.I.STOM, dove lui è membro del consiglio direttivo. La mia voglia di vivere mi conduce ad una certezza: si può stare bene con se stessi e con gli altri sempre, ed è una certezza divina. Basta amare la vita e non sentirsi mai diversi. Cioè togliersi di dosso tutte le paure, e la paura di morire è forse la più grande. Dopo l'intervento mi vengono programmati 9 cicli di chemio ( Folfiri ) che supero brillantemente, grazie al mio carattere e a terapie del dolore, nausea e vomito alternative (cannabis ed aloe vera ad esempio, meglio delle terapie tradizionali ). Il 24 aprile 2004 mi dichiarano guarito e. ricomincia la paura. Già, stavo meglio quando stavo peggio. Ma non mollo e cerco di superare questi momenti dove sembra avere più importanza il denaro che non c'è, piuttosto che la gioia della vita. Grazie di cuore agli amici, ai familiari e ai maestri di vita dell'associazione che mi hanno aiutato. Grazie ai dottori e al presidente, e a tutti i volontari e gli altri soci e simpatizzanti. E un grazie particolare alla segretaria tuttofare dell'A.P.I.STOM/F.A.I.S, che mi ricorda sempre che è tutto dentro di noi, arrabbiarsi non serve. Ci vuole rispetto di tutto e di tutti, in primis per se stessi. Grazie anche agli amici del Kyudo ( tiro con l'arco giapponese ), da cui penso di ritornare al più presto, che hanno rasserenato la mia anima. E cosi ho ricominciato a vivere un po' più serenamente, ed è arrivata Pina, una bellissima ragazza di 30 anni, ileostomizzata. Ci siamo innamorati quasi subito. Abbiamo due caratterini, soprattutto il mio, ma lei mè una donna con un grande cuore e un'anima pura e serena. E mi ha chiesto di sposarla! Bè, ho accettato e ad ottobre convoleremo a nozze. Sento che le paure sono ancora li, ma mi sento pieno di amore, da far crescere insieme a lei. Nel bene e nel male. Ti amo mia dolce Pina, brindiamo insieme nel calice della vita. per sempre!
ps. grazie ancora una volta, presto contribuirò anche economicamente alla vostra causa, solo ora siamo proprio messi male a dindi!! buon anno!!

Risposta:
La ringraziamo della lettera che ci ha inviato per conoscenza e che pubblichiamo su Cara Aduc.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS
 
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Ciao sono Cristiano, un ragazzo di 35 anni di Valgioie, in provincia di Torino e colonstomizzato da 5 anni. La mia avventura inizia a gennaio del 2003, quando comincio a prendere sul serio una emorroide che ritenevo piccola e trascurabile. Su consiglio del mio medico di base inizio una cura con pomate adatte alle emorroidi e due mesi a pasti in bianco, con tanta frutta e verdura, senza alcool e bevande gassate. Perdo circa 15 chili e mi sento in forma, ma il male all'ano non passa. Dopo una visita chirurgica il dottore dell'ospedale di zona mi prenota una biopsia e subito dopo una visita a Candiolo, presso l'Istituto di Ricerca e Cura del Cancro. E' la conferma alla biopsia: adenocarcinoma di 4 centimetri nel basso retto, proprio sullo sfintere. Si poteva anche morire. Da quel momento mi chiesi tante cose e subito scoprii che per vivere bastava prendere atto della morte e sorridere alla vita. Ogni attimo diventò importante perché vissuto con l'amore per il tutto. Anche i dottori che prima erano preoccupati, resosi conto di come reagivo, iniziarono a sorridere con me. Feci la radioterapia e la chemio concomitante per tre mesi, la tac di controllo ad agosto e poi l'intervento il 12 settembre 2003. Nel colloquio pre intervento, il dottore mi dice che ho fatto già molto, e molto han fatto anche loro, ma purtroppo lo sfintere non si salva, e sarà una colonstomia definitiva.
Gli chiesi se le cosiddette terapie alternative possano funzionare. Mi rispose che in certi casi di tumore possono servire, ma nel mio caso rischio di svegliarlo di nuovo e potrei perdere la virilità se non la vita. Quindi, operazione. Per fortuna va molto bene e vengo dimesso dopo soli 7 giorni. Grazie al mio enterostomista, prendo subito dimestichezza con il sacchetto e vengo a conoscenza dell'A.P.I.STOM, dove lui è membro del consiglio direttivo. La mia voglia di vivere mi conduce ad una certezza: si può stare bene con se stessi e con gli altri sempre, ed è una certezza divina. Basta amare la vita e non sentirsi mai diversi. Cioè togliersi di dosso tutte le paure, e la paura di morire è forse la più grande. Dopo l'intervento mi vengono programmati 9 cicli di chemio ( Folfiri ) che supero brillantemente, grazie al mio carattere e a terapie del dolore, nausea e vomito alternative (cannabis ed aloe vera ad esempio, meglio delle terapie tradizionali ). Il 24 aprile 2004 mi dichiarano guarito e. ricomincia la paura. Già, stavo meglio quando stavo peggio. Ma non mollo e cerco di superare questi momenti dove sembra avere più importanza il denaro che non c'è, piuttosto che la gioia della vita. Grazie di cuore agli amici, ai familiari e ai maestri di vita dell'associazione che mi hanno aiutato. Grazie ai dottori e al presidente, e a tutti i volontari e gli altri soci e simpatizzanti. E un grazie particolare alla segretaria tuttofare dell'A.P.I.STOM/F.A.I.S, che mi ricorda sempre che è tutto dentro di noi, arrabbiarsi non serve. Ci vuole rispetto di tutto e di tutti, in primis per se stessi. Grazie anche agli amici del Kyudo ( tiro con l'arco giapponese ), da cui penso di ritornare al più presto, che hanno rasserenato la mia anima. E cosi ho ricominciato a vivere un po' più serenamente, ed è arrivata Pina, una bellissima ragazza di 30 anni, ileostomizzata. Ci siamo innamorati quasi subito. Abbiamo due caratterini, soprattutto il mio, ma lei mè una donna con un grande cuore e un'anima pura e serena. E mi ha chiesto di sposarla! Bè, ho accettato e ad ottobre convoleremo a nozze. Sento che le paure sono ancora li, ma mi sento pieno di amore, da far crescere insieme a lei. Nel bene e nel male. Ti amo mia dolce Pina, brindiamo insieme nel calice della vita. per sempre!
ps. grazie ancora una volta, presto contribuirò anche economicamente alla vostra causa, solo ora siamo proprio messi male a dindi!! buon anno!!

Risposta:
La ringraziamo della lettera che ci ha inviato per conoscenza e che pubblichiamo su Cara Aduc.
 
 
 
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