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Discriminazione verso disabili?
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Lettera 
13 maggio 2009 0:00
 
Mi chiamo Mario, sono un Educatore prof, Responsabile di due strutture per disabili inserite nel Progetto Residenzialità del Comune di Roma (Casa dei Girasoli- 8 utenti- e Casa Ferrazza - 4 utenti). La settimana scorsa, due uomini hanno scippato una nostra operatrice che, assieme a due utenti, era andata in posta a ritirare alcune pensioni. Dopo questo episodio, abbiamo deciso di aprire dei conti in banca intestati ai nostri utenti, per poi comunicare all'INPS l'IBAN dove effettuare gli accrediti delle pensioni. In questo modo, utilizzando il bancomat, avremmo evitato inutili e pericolosi spostamenti di contante. Abbiamo consultato preventivamente il direttore dell'Agenzia Unicredit con sede a Via Boccea, zona Casalotti, la più vicina alla nostra struttura. La direttrice si è presa del tempo per pensarci e alla fine, sentito il suo ufficio legale, ci ha comunicato che si rifiuta di aprire questi conti, a meno che non presentiamo un "certificato di sana e robusta costituzione fisica" (sic!) e /o una dichiarazione di capacità di intendere e di volere. I nostri utenti hanno tutti forme di ritardo mentale unite a disabilità fisiche e motorie più o meno accentuate. La robusta costituzione è da escludere. Uno solo di loro ha un amministratore di sostegno. La domanda è: è legittima la richiesta della banca? Non si configura qui una forma di discriminazione? Cosa mi consigliate di fare? Concludo dicendo che, ove sia necessario, e indipendentemente a questo punto dall'apertura dei conti, siamo disposti ad adire per vie legali in quanto nella mission dell'Associazione che gestisce le due Case rientra anche la battaglia contro forme di discriminazione dirette a persone disabili. Grazie.
Mario, da Capena (RM)

Risposta:
la banca non e' obbligata ad aprire un conto corrente, e' una concessione che fa a propria discrezione. Per cercare di evitare ulteriori rifiuti, crediamo non ci siano alternative a trovare un punto di incontro: dall'amministrazione di sostegno fino a specifiche deleghe che vadano bene alle parti ma che, per non contrastare con la legge, non devono riguardare soggetti che in qualche modo hanno in cura queste persone.
 
 
 
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