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Contributo rette RSA
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Lettera 
30 aprile 2009 0:00
 
Buongiorno, Le scrivo per avere un consiglio. Nel febbraio di quest'anno ho fatto domanda per mia madre sola, 88 anni, handicap motorio grave (L. 104/92) di contributo per l'integrazione della retta RSA presentando ISEE 2009 di ¤ 8500 e fattura della casa di riposo, all'assistente sociale al comune di residenza, con la pensione e l'accompagnatoria arriva a ¤ 1100 al mese ed io integro la retta e le piccole spese con altre ¤ 500. Dopo un mese dalla domanda sono stato convocato c/o il comune dall'assistente soc. e dalla sua responsabile le quali dopo avermi fatto discorsi intimidatori, quali che la corte dei conti poi si rifarà sull'eredità e che comunque io quale figlio unico devo pensare a mia madre, mi ha consigliato di vendere la casa di abitazione, che è per metà anche mia, o quantomeno di affittarla. Ora le chiedo, come devo comportarmi, il comune attende una risposta, quali sono le possibilità, cosa devo fare? Il comune quanto tempo ha per rispondere, posso rivolgermi a qualcuno?
In attesa di una sua cortese risposta la saluto cordialmente.
Franco, da Valdagno (VI)

Risposta:
non si lasci intimidire. La storia della Corte dei Conti e' falsa, ed e' gravissimo che gli assistenti sociali, che si presupporrebbe essere un servizio PER il cittadino, si comportino cosi'. Sappia che nulla e' dovuto da parte sua, e che la legge prevede che la retta sia cosi' pagata: 50% dalla ASL, 50% dal Comune con la eventuale compartecipazione dell'utente (sua madre) in proporzione ai propri redditi - fra i quali non deve essere considerata l'indennita' di accompagnamento. Si faccia valere con una lettera raccomandata A/R di messa in mora:
clicca qui
nella quale chiede la conclusione del procedimento amministrativo (che deve avvenire entro 90 giorni dalla presentazione dell'istanza) con un provvedimento scritto a lei indirizzato. Decorsi inutilmente i 90 giorni, o con il provvedimento di diniego in mano, potra' rivolgersi al TAR per ottenere giustizia. Qui la sezione del nostro sito dedicata all'argomento:
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Buongiorno, Le scrivo per avere un consiglio. Nel febbraio di quest'anno ho fatto domanda per mia madre sola, 88 anni, handicap motorio grave (L. 104/92) di contributo per l'integrazione della retta RSA presentando ISEE 2009 di ¤ 8500 e fattura della casa di riposo, all'assistente sociale al comune di residenza, con la pensione e l'accompagnatoria arriva a ¤ 1100 al mese ed io integro la retta e le piccole spese con altre ¤ 500. Dopo un mese dalla domanda sono stato convocato c/o il comune dall'assistente soc. e dalla sua responsabile le quali dopo avermi fatto discorsi intimidatori, quali che la corte dei conti poi si rifarà sull'eredità e che comunque io quale figlio unico devo pensare a mia madre, mi ha consigliato di vendere la casa di abitazione, che è per metà anche mia, o quantomeno di affittarla. Ora le chiedo, come devo comportarmi, il comune attende una risposta, quali sono le possibilità, cosa devo fare? Il comune quanto tempo ha per rispondere, posso rivolgermi a qualcuno?
In attesa di una sua cortese risposta la saluto cordialmente.
Franco, da Valdagno (VI)

Risposta:
non si lasci intimidire. La storia della Corte dei Conti e' falsa, ed e' gravissimo che gli assistenti sociali, che si presupporrebbe essere un servizio PER il cittadino, si comportino cosi'. Sappia che nulla e' dovuto da parte sua, e che la legge prevede che la retta sia cosi' pagata: 50% dalla ASL, 50% dal Comune con la eventuale compartecipazione dell'utente (sua madre) in proporzione ai propri redditi - fra i quali non deve essere considerata l'indennita' di accompagnamento. Si faccia valere con una lettera raccomandata A/R di messa in mora:
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nella quale chiede la conclusione del procedimento amministrativo (che deve avvenire entro 90 giorni dalla presentazione dell'istanza) con un provvedimento scritto a lei indirizzato. Decorsi inutilmente i 90 giorni, o con il provvedimento di diniego in mano, potra' rivolgersi al TAR per ottenere giustizia. Qui la sezione del nostro sito dedicata all'argomento:
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