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WELBY/RICCIO. L'ADUC HA ISTIGATO ALL'OMICIDIO? AUTODENUNCIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
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Documento 
2 aprile 2007 0:00
 
Alla Procura della Repubblica di Roma

Il sottoscritto Pietro Moretti, nato a Pisa il 01.05.1975, domiciliato per il presente atto presso Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) in via Cavour 68, 50129 Firenze, fax 0552302452 email *******@aduc.it

Espone

1. Venuto a conoscenza della richiesta di Piergiorgio Welby di sospendere le cure lo scorso ottobre 2006, mi sono da subito attivato alla ricerca di un medico disposto a staccare il suo ventilatore polmonare. Ho consultato diversi anestesisti e palliativisti, sostenendo che e' diritto di ogni soggetto ottenere la sospensione di ogni tipo di trattamento, anche quando questo porti al decesso.
2. Sono responsabile, per l'associazione Aduc, di un settore del sito Internet della stessa (circa 400 mila contatti al giorno), "Vivere&Morire - eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica" (www.aduc.it/dyn/eutanasia), che si occupa quotidianamente di eutanasia. In piu' occasioni -redazione di notizie, articoli e comunicati stampa- ho sostenuto il diritto di Welby a sospendere le cure ed il dovere del medico di rimuovere gli ostacoli all'esercizio di quel diritto. Ho altresi' invitato pubblicamente i medici a trovare il coraggio di esercitare un loro dovere, ovvero permettere a Welby di non rimanere in vita artificialmente contro la sua volonta'.
3. Sull'emittente radiofonica "Radio Radicale" (circa 500 mila ascoltatori al giorno) curo una rubrica, "Vivere&Morire", dove ogni domenica pomeriggio informo sui temi dell'eutanasia e della liberta' terapeutica. In materia ho piu' volte asserito che il distacco della ventilazione per Piergiorgio Welby era lecito e costituzionalmente garantito.
4. In data 27.10.2006 ho partecipato al seminario promosso dall'Associazione Luca Coscioni sulla richiesta di Piergiorgio Welby di poter rinunciare alla ventilazione polmonare assistita previa somministrazione di una sedazione terminale che ne allievi le sofferenze (organizzato a Roma, in via Torre Argentina 76). In quell'occasione mi era stato richiesto un parere su come procedere in merito alla richiesta di Piergiorgio Welby. Ho detto ai presenti, e a molte migliaia di ascoltatori di Radio Radicale, che sospendere la respirazione, anche ove cagionasse la morte, e' legittimo e doveroso qualora vi sia la richiesta del paziente (1)
5. In data 1 aprile 2007 si apprende che il gip di Roma, Renato Laviola, ha rigettato la richiesta di archiviazione del procedimento 'atti relativi alla morte di Piergiorgio Welby' contro Mario Riccio, l'anestesista che ha sospeso la respirazione meccanica a Piergiorgio Welby. Questo dopo che il collegio medico che ha svolto l'autopsia sul sig. Welby aveva indicato quale unica causa del decesso l'insufficienza respiratoria dovuta alla malattia di cui soffriva. Il gip ha quindi iscritto l'anestesista nel registro delle notizie di reato con l'ipotesi di "omicidio del consenziente". Appare quindi evidente che, qualora si procedesse contro il dott. Riccio per "omicidio del consenziente", e' altrettanto ipotizzabile che il sottoscritto abbia commesso il reato di cui all'art. 414 del Codice penale, ovvero istigazione a delinquere e apologia di reato.
Tanto si espone affinche' la Procura indaghi su quanto riferito al fine di valutare la sussistenza e la perseguibilita' dei reati che vorra' ravvisarvi.

Firenze, 2 Aprile 2007

(1) Qui e' possibile riascoltare il mio intervento:
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