E’ morto il papa cattolico Francesco. Viene meno una persona che, a suo modo, lottava per pace e fratellanza e amore coinvolgendo anche chi non era fedele della sua religione e chi mai avrebbe preso in considerazione la forma del suo Stato autarchico e assoluto, amministrato grazie ai proventi di altri Stati - laici e non solo (si pensi all’Italia che per farlo ha in Costituzione un articolo - Sette- che glielo impone come fonte primaria di diritti e doveri) - e alcune attività finanziarie talvolta nel mirino della legalità.
Per noi che continuiamo a vivere, onorando anche le sue attività altruiste, è il momento della verifica.
Prepariamoci a sentire, vedere e leggere di tutto da parte di tutti.
Anche e soprattutto tutti gli umani e politici che, pur facendo professione di fede verso il Vaticano, ogni giorno agivano contro richieste e suppliche che il papa faceva loro: rispetto e diritti degli umani di ogni razza, scelta e credo, no guerre, no violenze, diritti migranti e degli ultimi, diritti alla non-povertà.
Bandiere tenaci di un papa, glorificato quanto ignorato e preso in giro. Alibi di disumani e ipocriti per giustificare le cose peggiori di questo mondo.
Comportamenti - che è bene ricordare - tipici non solo di chi ha poteri secondo le legalità degli Stati, ma anche di chi agisce in violazione delle leggi di questi stessi stati (si pensi, per esempio, ai narcos, quasi tutti cattolici).
Facciamo tesoro di queste informazioni da cui saremo sommersi. E, con tutto il rispetto per la morte di un, pur contraddittorio, leader dell’umanesimo come Francesco, non dimentichiamoci che “morto un papa se ne fa un altro” (e mi raccomando, che sia maschio e trombi di nascosto), senza possibilità che il regime che lo nomina possa essere messo in discussione.
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