testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Turismo estate. Stangata da 3,9 miliardi. Indagine
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
28 luglio 2023 15:31
 
L'inflazione pesa sul settore delle vacanze nel Belpaese. Per il 2023 si stima che la dinamica dei prezzi nel turismo registri una variazione tendenziale in aumento pari all'8,9% rispetto all'anno precedente con un differenziale inflazionistico pari +3,3 punti percentuali rispetto all'inflazione acquisita per l'indice generale calcolato dall'Istat al 5,6%. Ripercussioni più che significative sui consumi dei vacanzieri: l'incremento dell'inflazione genererebbe rincari pari a 3,9 miliardi di euro della spesa turistica di italiani e stranieri che hanno scelto di trascorrere un periodo di villeggiatura nei mesi estivi nelle località italiane. A pesare prioritariamente alcune voci rispetto ad altre con in testa, per inflazione tendenziale al giugno del 2023 rispetto allo stesso mese dello scorso anno, il trasporto aereo (+23,5%), i pacchetti vacanza (+17,7%) e i servizi di alloggio (+12,8%). E, inoltre, a giugno dell'anno in corso, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo, sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo, fa registrare incrementi su base annua per l'Italia nella maggior parte delle voci del "paniere considerato" superiori ai principali competitor del Belpaese quali Francia, Grecia e Spagna.

Sul versante territoriale, infine, sono cinque i sistemi turistici regionali che presentano un incremento dell'inflazione acquisita turistica superiore alla media italiana: Lazio (+9,5%), Lombardia (9,2%), Toscana (9,1%), Molise (9,1%) e Campania (9%) con un rincaro cumulato di 1,6 miliardi di euro, pari a oltre il 40% sulla quota complessiva della spesa turistica imputabile alla crescita dei prezzi. È quanto emerge da uno studio dell'Istituto Demoskopika che ha analizzato l'andamento dei prezzi individuando un "paniere turistico" di beni e servizi comprendenti alcune voci di spesa della classificazione internazionale Ecoicop: servizi di trasporto, servizi ricreativi e culturali, servizi ricettivi e di ristorazione. "Stiamo assistendo, quasi inermi, - ha dichiarato il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - alle evidenti ripercussioni della frenesia post pandemica caratterizzata da un'impennata dei prezzi del trasporto aereo, dal caro energia, della crescita dei listini dei carburanti e da "prenotazioni incontrollate" che hanno provocato un aumento generalizzato dei prezzi nel comparto turistico. E al danno si aggiunge la beffa poiché la spirale inflazionistica riguarda principalmente i voli domestici e i pacchetti turistici nazionali". "L'appeal del made in Italy - conclude Raffaele Rio - va tutelata a partire dal mercato autoctono che rappresenta, bene non dimenticarlo, la metà del successo turistico del Belpaese. Fronteggiare le criticità a muso duro, dunque, per non sprecare l'opportunità di una forte ripresa dei flussi turistici nel nostro paese"

A giugno dell'anno in corso, l'Italia fa registrare un incremento dei prezzi strettamente legato al sistema turistico maggiore rispetto ai suoi tradizionali concorrenti europei. In particolare, la crescita su base tendenziale dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo si registra prevalentemente per le voci di spesa incluse nei servizi di trasporto, con un +9,9% rispetto ad un meno significativo incremento della stessa voce per Francia (+6%), Grecia (+1,4%) e, addirittura ad una rilevante flessione della Spagna (-16,1%). Più che significativa, inoltre, anche l'accelerazione dei prezzi nei servizi ricettivi e della ristorazione (+7,5%), con un differenziale inflazionistico del sistema turistico italiano di +1,9 punti percentuali rispetto alla Francia (+5,6%), di +1,8 punti percentuali rispetto alla Grecia (+5,7%) e di +1,5 punti percentuali rispetto alla Spagna (+6%). A fare eccezione, infine, la classe di prodotto comprendente i servizi ricreativi e culturali (musei, parchi divertimento, eventi culturali, etc.) con l'Italia che registra un incremento del 3,6% superiore alla Grecia (+3,3%) ma minore a Francia (+4,8%) e Spagna (+4%). A giugno, l'andamento in crescita su base tendenziale dell'indice generale dei prezzi al consumo Nic per il settore turistico italiano si deve prevalentemente all'incremento dei prezzi dei servizi di trasporto (+9,8%) con in testa l'impennata del trasporto aereo che segna un rialzo rispetto a giugno dello scorso anno pari al 23,5%.

A seguire altre voci "condizionanti" il paniere turistico individuato dai ricercatori di Demoskopika tra cui spiccano per rilevanza i pacchetti vacanza (+17,7%) e i servizi di alloggio (+12,8%) all'interno dei quali risalta il dato degli alberghi con un incremento dei prezzi tendenziali pari al 14,6% a cui si aggiunge, con incrementi più contenuti ma comunque più che significativi, il gruppo di voci riguardanti i servizi di ristorazione (+6,3%), con in testa fast food (8,2%), pizzerie (+6,5%) e gelaterie (+6,2%). Sono i prezzi dei voli nazionali, infine, con il 28,9% a crescere in modo più sostenuto rispetto ai voli internazionali (+21,9%). Stessa dinamica dei prezzi per i pacchetti vacanza nazionali che con +18,4% presentano un differenziale turistico di +15,8 punti percentuali rispetto ai pacchetti vacanza internazionali (+2,6%). L'inflazione acquisita per il 2023 è pari a +8,9% per la componente turistica secondo l'elaborazione dell'Istituto Demoskopika con un impatto sulla spesa turistica pari a 3.868 milioni di euro. Sono cinque i sistemi turistici regionali in cui la crescita dei prezzi risulta più alta rispetto al dato nazionale: Lazio (+9,5%) con un impatto sulla spesa turistica pari a 362 milioni di euro, Lombardia (+9,2%) con un impatto pari 389 milioni di euro, Toscana e Molise (9,1%) con impatto rispettivamente pari a 595 milioni di euro e a 5 milioni di euro e, infine, Campania (9%) con un impatto pari a 234 milioni di euro.

Sul versante opposto, nelle posizioni più basse per incremento minore rispetto all'inflazione acquisita italiana per il mese di giugno dell'anno in corso si collocano altre cinque aree regionali: Valle d'Aosta (+7,9%) con un impatto pari 20 milioni di euro, Trentino Alto Adige (+8%) con un impatto pari a 197 milioni di euro, Basilicata (+8,2%) con un impatto pari a 20 milioni di euro, Marche (+8,3%) con un impatto pari a 79 milioni di euro e, infine, Abruzzo (+8,4%) con un impatto pari a 51 milioni di euro.

(Italpress)
 
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile

DONA ORA
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS