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 VATICANO - VATICANO - Aborto terapeutico. Il caso della bimba brasiliana, scontro in Vaticano
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7 giugno 2009 0:00
 
Non si sono affatto placate le polemiche all'interno della Chiesa e del mondo cattolico sul delicato tema dell'aborto terapeutico dopo il clamoroso caso della bambina brasiliana di 9 anni che, in seguito alla violenza sessuale subita dal patrigno, ha abortito all'inizio di marzo: era incinta di due gemelli e secondo i medici rischiava la vita. Il vescovo della diocesi brasiliana dove e' avvenuto il fatto, mons. Jose' Cardoso Sobrinho di Olinda e Recife, scomunico' pubblicamente i medici che avevano condotto l'intervento ma la Santa Sede, attraverso il Presidente della Pontificia accademia per la vita, mons. Rino Fisichella, prese con durezza le distanze dal vescovo attraverso un intervento pubblicato sulla prima pagina dell'Osservatore romano.

Mons. Sobrinho era accusato di essere privo di misericordia e incapace di riconoscere la gravita' di altri peccati, come quello della violenza sessuale. Le divisioni, a quanto apprende l'ADNKRONOS, sono arrivate fin dentro il Vaticano e nella stesa Pontificia accademia per la vita, mentre le associazioni pro-life americane fanno sentire la loro voce. Judie Brown, Presidente dell'American Life League, ha scritto una lettera di protesta a mons. Fisichella e allo stesso Segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone chiedendo 'di chiarire la questione'.

Da sottolineare che la Brown e' membro per l'appunto della Pontificia accademia per la vita. Da parte sua mons. Sobrinho non solo rivendica la scelta compiuta ma sostiene di avere dalla sua la maggioranza dei vescovi brasiliani; riferisce inoltre, in un'intervista pubblicata dal giornale cattolico francese 'Present' e rilanciata dai siti internet pro-life d'Oltreatlantico, che alcuni dei suoi confratelli vescovi hanno parlato con mons. Fisichella a proposito del caso brasiliano chiedendogli le ragioni della posizione assunta. A costoro, afferma Sobrinho, Fisichella ha detto di aver 'seguito le indicazioni di suoi superiori'.
 Insomma, la matassa e' parecchio aggrovigliata anche perche' sempre mons. Sobrinho fa un altro rilievo: 'Mi sembra importante che l'Osservatore romano pubblichi la mia risposta, questo e' quello che stiamo cercando di ottenere'. E aggiunge: 'Abbiamo spedito a Roma la risposta dell'arcidiocesi all'articolo di mons.
Fisichella'. E' un diritto, spiega il vescovo, poter rispondere a qualcuno 'che ha pubblicato informazioni false'. I lettori dell'Osservatore romano, aggiunge, devono poter 'conoscere un altro punto di vista'. A sua volta, nella lettera indirizzata a mons.
Fisichella, la leader pro-life Judie Brown scrive a proposito dell'aborto in Brasile che 'la situazione e' orribile, su questo non ci sono dubbi. Ma il fatto e' che due bimbi innocenti sono stati uccisi dall'aborto'.

Fra l'altro, sostiene la Brown, la posizione espressa dall'Osservatore ha dato fiato al partito 'pro-choice', cioe' per la libera scelta in fatto di aborto e come esempio cita un titolo del 'Washington Post': 'Funzionario vaticano difende l'aborto di bambini'. Ma fra le cose che proprio non sono andate giu' ai sostenitori 'pro-life' di nord e sud America c'e' la sconfessione pubblica operata dal Vaticano dell'azione di un vescovo con parole severe su un tema al centro di dispute drammatiche.

Va detto che da quest'altra parte dell'Oceano, in Europa, molti vescovi alla notizia della scomunica pronunciata pubblicamente contro i medici da Sobrinho dopo un caso di stupro su una bambina, hanno protestato con veemenza: in particolare si sono levate le voci critiche della Conferenza episcopale francese, e non solo. Va anche detto che la stessa Conferenza episcopale brasiliana aveva dichiarato -dopo un primo incerto appoggio dato a Sobrinho- come medici e madre della bimba non potevano considerarsi scomunicati in quanto avevano agito sotto pressione per salvare una vita. Ma ora si contesta che il pericolo di vita non fosse poi cosi' imminente.
La questione insomma ha provocato una spaccatura all'interno della stessa Chiesa cattolica e dei diversi episcopati.
Tuttavia, ancora di recente il vescovo di Recife ha reso noto un pubblico ringraziamento 'a varie organizzazioni nazionali e internazionali e soprattutto a centinaia di fratelli e sorelle, tanto dal Brasile come da altri Paesi del mondo,' per i messaggi di solidarieta' e felicitazioni ricevuti in occasione della posizione assunta nella vicenda dell'aborto della bambina di 9 anni. Gia' subito dopo l'intervento di Fisichella sull'Osservatore risalente al 15 marzo, d'altro canto, la diocesi rispondeva con un documento scritto - non pubblicato dai media vaticani - negando che la presa di posizione pubblica di mons. Sobrinho avesse fatto scoppiare il caso sui mezzi d'informazione, e in cui si leggeva: 'Non siamo d'accordo con l'affermazione dell'articolo, che si tratta di una 'decisione ardua per la stessa legge morale'. La nostra Santa Chiesa continua a proclamare che la legge morale e' estremamente chiara: non e' mai lecito eliminare la vita di una persona innocente per salvare un'altra vita'.

Come e' noto, la scomunica in questi casi scatta 'latae sententiae', cioe' automaticamente, il pronunciamento pubblico del vescovo non era quindi un atto per forza necessario. A tale proposito affermava mons. Fisichella nel famoso articolo sull'Osservatore: 'Non c'era bisogno, riteniamo, di tanta urgenza e pubblicita' nel dichiarare un fatto che si attua in maniera automatica. Cio' di cui si sente maggiormente il bisogno in questo momento e' il segno di una testimonianza di vicinanza con chi soffre, un atto di misericordia che, pur mantenendo fermo il principio, e' capace di guardare oltre la sfera giuridica per raggiungere cio' che il diritto stesso prevede come scopo della sua esistenza: il bene e la salvezza di quanti credono nell'amore del Padre e di quanti accolgono il vangelo di Cristo come i bambini, che Gesu' chiamava accanto a se' e stringeva tra le sue braccia dicendo che il regno dei cieli appartiene a chi e' come loro'.

Quindi concludeva: 'Carmen stiamo dalla tua parte. Condividiamo con te la sofferenza che hai provato, vorremmo fare di tutto per restituirti la dignita' di cui sei stata privata e l'amore di cui avrai ancora piu' bisogno. Sono altri che meritano la scomunica e il nostro perdono, non quanti ti hanno permesso di vivere e ti aiuteranno a recuperare la speranza e la fiducia. Nonostante la presenza del male e la cattiveria di molti'.
 
 
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Mons. Sobrinho era accusato di essere privo di misericordia e incapace di riconoscere la gravita' di altri peccati, come quello della violenza sessuale. Le divisioni, a quanto apprende l'ADNKRONOS, sono arrivate fin dentro il Vaticano e nella stesa Pontificia accademia per la vita, mentre le associazioni pro-life americane fanno sentire la loro voce. Judie Brown, Presidente dell'American Life League, ha scritto una lettera di protesta a mons. Fisichella e allo stesso Segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone chiedendo 'di chiarire la questione'.

Da sottolineare che la Brown e' membro per l'appunto della Pontificia accademia per la vita. Da parte sua mons. Sobrinho non solo rivendica la scelta compiuta ma sostiene di avere dalla sua la maggioranza dei vescovi brasiliani; riferisce inoltre, in un'intervista pubblicata dal giornale cattolico francese 'Present' e rilanciata dai siti internet pro-life d'Oltreatlantico, che alcuni dei suoi confratelli vescovi hanno parlato con mons. Fisichella a proposito del caso brasiliano chiedendogli le ragioni della posizione assunta. A costoro, afferma Sobrinho, Fisichella ha detto di aver 'seguito le indicazioni di suoi superiori'.
 Insomma, la matassa e' parecchio aggrovigliata anche perche' sempre mons. Sobrinho fa un altro rilievo: 'Mi sembra importante che l'Osservatore romano pubblichi la mia risposta, questo e' quello che stiamo cercando di ottenere'. E aggiunge: 'Abbiamo spedito a Roma la risposta dell'arcidiocesi all'articolo di mons.
Fisichella'. E' un diritto, spiega il vescovo, poter rispondere a qualcuno 'che ha pubblicato informazioni false'. I lettori dell'Osservatore romano, aggiunge, devono poter 'conoscere un altro punto di vista'. A sua volta, nella lettera indirizzata a mons.
Fisichella, la leader pro-life Judie Brown scrive a proposito dell'aborto in Brasile che 'la situazione e' orribile, su questo non ci sono dubbi. Ma il fatto e' che due bimbi innocenti sono stati uccisi dall'aborto'.

Fra l'altro, sostiene la Brown, la posizione espressa dall'Osservatore ha dato fiato al partito 'pro-choice', cioe' per la libera scelta in fatto di aborto e come esempio cita un titolo del 'Washington Post': 'Funzionario vaticano difende l'aborto di bambini'. Ma fra le cose che proprio non sono andate giu' ai sostenitori 'pro-life' di nord e sud America c'e' la sconfessione pubblica operata dal Vaticano dell'azione di un vescovo con parole severe su un tema al centro di dispute drammatiche.

Va detto che da quest'altra parte dell'Oceano, in Europa, molti vescovi alla notizia della scomunica pronunciata pubblicamente contro i medici da Sobrinho dopo un caso di stupro su una bambina, hanno protestato con veemenza: in particolare si sono levate le voci critiche della Conferenza episcopale francese, e non solo. Va anche detto che la stessa Conferenza episcopale brasiliana aveva dichiarato -dopo un primo incerto appoggio dato a Sobrinho- come medici e madre della bimba non potevano considerarsi scomunicati in quanto avevano agito sotto pressione per salvare una vita. Ma ora si contesta che il pericolo di vita non fosse poi cosi' imminente.
La questione insomma ha provocato una spaccatura all'interno della stessa Chiesa cattolica e dei diversi episcopati.
Tuttavia, ancora di recente il vescovo di Recife ha reso noto un pubblico ringraziamento 'a varie organizzazioni nazionali e internazionali e soprattutto a centinaia di fratelli e sorelle, tanto dal Brasile come da altri Paesi del mondo,' per i messaggi di solidarieta' e felicitazioni ricevuti in occasione della posizione assunta nella vicenda dell'aborto della bambina di 9 anni. Gia' subito dopo l'intervento di Fisichella sull'Osservatore risalente al 15 marzo, d'altro canto, la diocesi rispondeva con un documento scritto - non pubblicato dai media vaticani - negando che la presa di posizione pubblica di mons. Sobrinho avesse fatto scoppiare il caso sui mezzi d'informazione, e in cui si leggeva: 'Non siamo d'accordo con l'affermazione dell'articolo, che si tratta di una 'decisione ardua per la stessa legge morale'. La nostra Santa Chiesa continua a proclamare che la legge morale e' estremamente chiara: non e' mai lecito eliminare la vita di una persona innocente per salvare un'altra vita'.

Come e' noto, la scomunica in questi casi scatta 'latae sententiae', cioe' automaticamente, il pronunciamento pubblico del vescovo non era quindi un atto per forza necessario. A tale proposito affermava mons. Fisichella nel famoso articolo sull'Osservatore: 'Non c'era bisogno, riteniamo, di tanta urgenza e pubblicita' nel dichiarare un fatto che si attua in maniera automatica. Cio' di cui si sente maggiormente il bisogno in questo momento e' il segno di una testimonianza di vicinanza con chi soffre, un atto di misericordia che, pur mantenendo fermo il principio, e' capace di guardare oltre la sfera giuridica per raggiungere cio' che il diritto stesso prevede come scopo della sua esistenza: il bene e la salvezza di quanti credono nell'amore del Padre e di quanti accolgono il vangelo di Cristo come i bambini, che Gesu' chiamava accanto a se' e stringeva tra le sue braccia dicendo che il regno dei cieli appartiene a chi e' come loro'.

Quindi concludeva: 'Carmen stiamo dalla tua parte. Condividiamo con te la sofferenza che hai provato, vorremmo fare di tutto per restituirti la dignita' di cui sei stata privata e l'amore di cui avrai ancora piu' bisogno. Sono altri che meritano la scomunica e il nostro perdono, non quanti ti hanno permesso di vivere e ti aiuteranno a recuperare la speranza e la fiducia. Nonostante la presenza del male e la cattiveria di molti'.
 
 
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