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Richiesta ricovero R.S.A. e pagamento retta
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Lettera 
8 ottobre 2008 0:00
 
Mia madre affetta da demenza senile, attualmente ricoverata in un centro eccellenza Alzheimer non può più vivere da sola, io e mio marito abitiamo lontani e non ho fratelli.
Vorrei sapere se la domanda per il ricovero permanente in una R.S.A. deve essere fatta, dato il carattere d' urgenza dall'assistenza sociale del paese di residenza di mia madre, o come l'operatrice sociale sostiene da noi parenti con la conseguente assunzione di responsabilità anche finanziaria nei confronti del ricovero.
Mia madre è stata riconosciuta invalida al 100%, ed ha in corso la richiesta per l' assegno di accompagnamento.
Il suo reddito da pensioni di reversibilità in quanto vedova ammonta a circa 850 euro mensili.
Mia madre vive in provincia di Bergamo.
Grazie
Cordiali saluti
Nadia , da Chiari (BS)

Risposta:
le cure per le persone non autosufficienti (D.lgs 502/92) rientrano nei LEA (Livelli essenziali di assistenza. Cioè a dire, che devono essere garantite dalla pubblica amministrazione anche in regime di ricovero in una RSA. Proprio l'assistente sociale dovrebbe "prendere in carico" la situazione e farsi carico di svolgere tutte le pratiche per ottenere quanto richiesto dai familiari dell'assistito.
Per quanto riguarda i costi, la legge (art. 54 L, 289/92) dispone che sono a carico per il 50% del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) e per il 50% del Comune di residenza. Il quale può chiedere all'assistito una compartecipazione a tale quota in proporzione al valore del suo ISEE secondo quanto dispone il d.lgs 130/2000 (istitutivo dell'ISEE) in combinato disposto all'art. 25 della legge 328/00..
Per quanto detto, faccia fare il calcolo ISEE di sua madre e spieghi alla assistente sociale che, la strada da lei indicata è esplicitamente negata dal d.Lgs 130/ che all'art. 2, comma 6 afferma: "Le disposizioni del presente decreto non modificano la disciplina relativa ai soggetti tenuti alla prestazione degli alimenti ai sensi dell'art. 433 del codice civile e non possono essere interpretate nel senso dell'attribuzione agli enti erogatori della facolta' di cui all'articolo 438, primo comma, del codice civile nei confronti dei componenti il nucleo familiare del richiedente la prestazione sociale agevolata."
Oppure, per accelerare la pratica di ricovero fate finta di accettare tutto quello che vi chiedono. E, una volta ottenuto il ricovero, si chiede il rispetto della normativa sopra esposta.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento
Gianfranco Mannini
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS
 
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8 ottobre 2008 0:00
 
Mia madre affetta da demenza senile, attualmente ricoverata in un centro eccellenza Alzheimer non può più vivere da sola, io e mio marito abitiamo lontani e non ho fratelli.
Vorrei sapere se la domanda per il ricovero permanente in una R.S.A. deve essere fatta, dato il carattere d' urgenza dall'assistenza sociale del paese di residenza di mia madre, o come l'operatrice sociale sostiene da noi parenti con la conseguente assunzione di responsabilità anche finanziaria nei confronti del ricovero.
Mia madre è stata riconosciuta invalida al 100%, ed ha in corso la richiesta per l' assegno di accompagnamento.
Il suo reddito da pensioni di reversibilità in quanto vedova ammonta a circa 850 euro mensili.
Mia madre vive in provincia di Bergamo.
Grazie
Cordiali saluti
Nadia , da Chiari (BS)

Risposta:
le cure per le persone non autosufficienti (D.lgs 502/92) rientrano nei LEA (Livelli essenziali di assistenza. Cioè a dire, che devono essere garantite dalla pubblica amministrazione anche in regime di ricovero in una RSA. Proprio l'assistente sociale dovrebbe "prendere in carico" la situazione e farsi carico di svolgere tutte le pratiche per ottenere quanto richiesto dai familiari dell'assistito.
Per quanto riguarda i costi, la legge (art. 54 L, 289/92) dispone che sono a carico per il 50% del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) e per il 50% del Comune di residenza. Il quale può chiedere all'assistito una compartecipazione a tale quota in proporzione al valore del suo ISEE secondo quanto dispone il d.lgs 130/2000 (istitutivo dell'ISEE) in combinato disposto all'art. 25 della legge 328/00..
Per quanto detto, faccia fare il calcolo ISEE di sua madre e spieghi alla assistente sociale che, la strada da lei indicata è esplicitamente negata dal d.Lgs 130/ che all'art. 2, comma 6 afferma: "Le disposizioni del presente decreto non modificano la disciplina relativa ai soggetti tenuti alla prestazione degli alimenti ai sensi dell'art. 433 del codice civile e non possono essere interpretate nel senso dell'attribuzione agli enti erogatori della facolta' di cui all'articolo 438, primo comma, del codice civile nei confronti dei componenti il nucleo familiare del richiedente la prestazione sociale agevolata."
Oppure, per accelerare la pratica di ricovero fate finta di accettare tutto quello che vi chiedono. E, una volta ottenuto il ricovero, si chiede il rispetto della normativa sopra esposta.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento
Gianfranco Mannini
 
 
 
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