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Libera Uscita
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Lettera 
17 novembre 2008 0:00
 
Il giudice tutelare di Modena, Guido Stanzani, ha emesso un decreto con il quale - per la prima volta in Italia - si riconosce ad un amministratore di sostegno il potere, qualora il suo "amministrato" divenisse incapace di intendere e di volere, di:
- negare il consenso ai sanitari coinvolti a praticare alla persona trattamento terapeutico alcuno e, in specifico, rianimazione cardiopolmonare, dialisi, trasfusioni di sangue, terapie antibiotiche, ventilazione, idratazione e alimentazione forzata e artificiali;- richiamare i sanitari all'obbligo di apprestare alla persona, con le maggiori tempestività, sollecitudine ed incidenza ai fini di lenimento delle sofferenze, le cure palliative più efficaci compreso l'utilizzo di farmaci oppiacei (non è stata accolta la pur richiesta precisazione "anche se essi dovessero anticipare la fine della mia vita"- ndr).Per essersi attenuto alla legge, il giudice Stanzani è stato subito accusato da tre parlamentari del PDL (Luca Volontè, Alfredo Mantovano e Isabella Bertolini) di aver introdotto l'eutanasia nel ns. paese. LiberaUscita ha replicato alle accuse dell'on. Bertolini (la quale aveva fatto riferimento appunto a noi) con il comunicato-stampa già diramato, a firma della ns. vice-presidente Maria Laura Cattinari. Inoltre, per difendere la dignità del giudice Stanzani, stiamo esaminando la possibilità di richiedere al Consiglio Superiore della Magistratura una pronuncia a difesa della dignità del giudice Stanzani e della stessa autonomia della Magistratura.
Per quanto concerne la procedura per ottenere un decreto simile a quello emanato dal Giudice Stanzani, è bene sapere che non è semplice. Occorre infatti recarsi da un notaio, depositare le proprie dichiarazioni di volontà, farle autenticare, presentare quindi un ricorso al giudice tutelare competente per territorio richiedendo la nomina di un amministratore di sostegno e allegando il documento redatto dal notaio, presenziare all'udienza che sarà fissata dal giudice tutelare, attendere la sentenza, farsene rilasciare copia autentica e conservarla per eventuali esigenze. L'intero iter è riassunto nel testo allegato, che la ns. Maria Laura Cattinari ci ha trasmesso.
Con l'occasione ricordiamo che, appunto per evitare tale procedura con relative spese e perdita di tempo, la nostra Associazione ha preso l'iniziativa - assieme ad altre associazione laiche romane - di chiedere ai Municipi di Roma più sensibili ai temi della laicità dello Stato la istituzione di appositi registri, ove i cittadini possano depositare gratuitamente le loro volontà di fine vita.
Cordiali saluti.

Risposta:
La ringraziamo della lettera che ci ha inviato per conoscenza e che pubblichiamo su Cara Aduc.
 
 
 
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