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Lettera 
14 novembre 2008 0:00
 
salve, vorrei esporvi il mio caso:
risiedo a bari e sono disoccupata, mentre mia madre, di anni 58 e con gravi problemi fisici e psichici, per il quale riceve sia una pensione di disabilita' che l'accompagnamento, non essendo piu' in grado di vivere da sola ed essendo residente a crema, e' stata ricoverata attraverso i servizi sociali presso la residenza per disabili di soncino. la retta giornaliera, e' di 45 ¤, pertanto, oltre a tutta la pensione di mia madre, sono costretta ad integrare la parte mancante.
attraverso i servizi sociali, ho chiesto al comune di crema, di integrare la parte mancante ma, mi hanno risposto che essendoci le figlie ( io disoccupata mia sorella ha un contratto fino a dicembre 2008) non sono tenuti ad intervenire.
e' corretto, c'e' qualcosa che io possa fare? grazie
Raffaella, da Bari (BA)

Risposta:
l'art. 54 della legge 289/02 dispone che i costi per il ricovero di un disabile in condizione di gravità sono per il 70% a carico dello Stato (SSN) e per il 30% del Comune il quale (D.lgs 130/00) può chiedere all'assistito una compartecipazione proporzionale al suo ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente. Lo stesso decreto 130 vieta espressamente al Comune la possibilità di rivalersi sui familiari ai sensi dell' art, 433 c.c.
Quindi la richiesta è del tutto illegittima, rispondete ai servizi sociali che la normativa vigente (qui citata) dispone diversamente e di avanzare la loro richiesta per scritto assumendosene le responsabilità, anche penali.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Gianfranco Mannini
 
 
 
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