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ELUANA ENGLARO / EUTANASIA. LA GIUSTIZIA ITALIANA, INTIMORITA DALLA PAURA DI DECIDERE, CONTINUA A TRADIRE I PROPRI CITTADINI
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Comunicato 
19 ottobre 2006 0:00
 

Firenze, 19 Ottobre 2006. Il caso di Eluana Englaro sembra non trovare mai fine dopo che la Corte di Appello di Milano ha rinviato a data da destinarsi l'udienza odierna per l'assenza di un giudice. Sono ormai anni che il padre, Beppino Englaro, da' fiducia al sistema giudiziario ed aspetta una decisione. Englaro ha voluto fidarsi della giustizia italiana anche per creare un importante precedente che possa aiutare in futuro altre famiglie in circostanze simili senza ricorrere all'eutanasia clandestina. Ma anziche' trovare la soluzione a mezzo delle norme scritte per il fine che essa porta in se', i giudici italiani fino ad ora incontrati -e sono molti, gia' cinque i tribunali coinvolti- si servono artificiosamente del cavillo giuridico per evitare la sentenza e dunque evitare "il caso", evitare la decisione, che e' anch'esso un decidere. Il rinvio di oggi, anche se per l'assenza di un giudice -assenza che spesso tradisce la paura di decidere- non fa che allungare una vicenda che, in moltissimi altri casi, sarebbe stata risolta in clandestinita' da un medico "amico".
Esprimiamo oggi il nostro piu' sincero sentimento di sdegno per una giustizia paralizzata, che fa di tutto per contribuire alla sua gia' sconcia lentezza. Ci auguriamo che i giudici di Milano vogliano rimediare senza indugi a questo ennesimo e sempre piu' intollerabile rimandare.

Pietro Yates Moretti
Consigliere Aduc e responsabile del notiziario "Vivere & Morire" (clicca qui), dedicato ai temi dell'eutanasia e della liberta' terapeutica
 
 
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