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Coronavirus e turismo. L'UE verso la procedura d'infrazione per i voucher imposti al consumatore
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Comunicato di Redazione
15 maggio 2020 17:59
 
Come avevamo già denunciato in solitudine lo scorso 10 aprile, la normativa italiana che impone voucher a turisti e viaggiatori, invece del rimborso in denaro, viola il diritto europeo. 
Ora finalmente, dopo qualche ritardo e ondeggiamento, la Commissione UE ha richiamato l'Italia avvertendo che, ove non modifichi la normativa, avvierà una procedura d'infrazione contro il nostro Paese.

Purtroppo il Governo e il Parlamento hanno scelto di privilegiare le (pur comprensibili) difficoltà economiche degli operatori turistici, addossando la loro crisi sui consumatori. Soprattutto, le Istituzioni italiane hanno scelto di ignorare che l'Italia è membro dell'Unione Europea, e come tale è tenuta a rispettarne le norme, oltre che a pretendere prestiti e finanziamenti a fondo perduto.

Chi si occupa di diritto del consumo sa bene quanto sia stata fondamentale l'UE per imporre all'Italia standard elevati di protezione dei consumatori negli ultimi trent'anni. La norma italiana che finanzia le difficoltà economiche degli operatori del turismo con i soldi dei loro clienti è solo un assaggio di ciò che accadrebbe con la tanto agognata Italexit.
Ai consumatori che hanno ricevuto o stanno per ricevere il famigerato voucher valido 12 mesi per un viaggio che probabilmente non potranno fare,  diciamo di non disperare, di continuare a pretendere il rimborso in denaro e a segnalare all'Agcm quegli operatori che si rifiutano di farlo.
 
 
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