La Commissione europea ha inviato una richiesta formale di informazioni alla piattaforma cinese di e-commerce Shein, utilizzando i poteri previsti dal Digital Services Act. Lo sviluppo arriva
a un giorno dall'avvio di una stretta sulle importazioni di prodotti a basso valore venduti tramite rivenditori online ed extra-Ue, di cui oltre il 90% è di provenienza cinese, con l'esecutivo Ue che tra le misure proposte suggerisce l'abbandono dell'esenzione dai dazi dei prodotti sotto i 150 euro. L'obiettivo della richiesta a Shein è ottenere documenti interni e dettagli sui rischi legati alla presenza di contenuti e prodotti illegali sulla piattaforma, sulla trasparenza dei sistemi di raccomandazione e sull'accesso ai dati da parte di ricercatori qualificati, si legge in un comunicato. La Commissione ha richiesto anche informazioni sulle misure adottate per mitigare i rischi relativi alla protezione dei consumatori, alla salute pubblica e al benessere degli utenti, oltre ai dettagli sulla protezione dei dati personali degli utenti. Shein dovrà fornire le informazioni richieste entro il 27 febbraio. Sulla base delle risposte, la Commissione deciderà i prossimi passi, inclusa la possibile apertura di un procedimento formale ai sensi del Dsa, che tra le punizioni prevede multe fino al 6% del fatturato annuo globale.
La richiesta si inserisce nell'ambito dell'indagine in corso sul rispetto delle norme Dsa da parte di Shein e non pregiudica l'inchiesta parallela in corso, coordinata dalla Rete di cooperazione per la protezione dei consumatori (Cpc), i cui membri sono le diverse autorità nazionali interessate, riguardante il rispetto della normativa dell'Ue in materia di protezione dei consumatori. L'esecutivo Ue aveva già inviato una richiesta di informazioni a Shein lo scorso 28 giugno 2024 riguardo l'adozione di misure per conformarsi agli obblighi del Dsa, tra cui l'implementazione di un ''meccanismo di segnalazione e azione'' per notificare prodotti illegali, l'uso di ''dark patterns'' (tecniche di design ingannevoli usate nei siti o app per spingere gli utenti a compiere determinate azioni in maniera inconsapevole), la protezione dei minori, la trasparenza dei sistemi di raccomandazione, la tracciabilità dei venditori e il rispetto della normativa sin dalla progettazione.
(AdnKronos)
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