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 ITALIA - ITALIA - L'88% degli italiani vuole vivere in quartiere con negozi
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Notizia 
23 luglio 2024 10:05
 
Per l'88% degli italiani la presenza di negozi è determinante nella scelta del quartiere nel quale vivere: solo una persona su 10 preferisce vivere in una zona esclusivamente residenziale, senza servizi di prossimità. Lo rivela un'indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Swg, nell'ambito del progetto Cities che si occupa di contrasto alla desertificazione commerciale nelle città italiane.
Secondo gli intervistati, un immobile potrebbe vedere crescere il proprio valore almeno del 20%, se collocato in una zona residenziale con molti negozi di prossimità. In un quartiere dove sono in corso fenomeni di desertificazione commerciale, lo stesso immobile potrebbe perdere il 15% del suo valore, con un differenziale complessivo di oltre un terzo. Alle attività economiche di prossimità viene anche riconosciuto un alto valore sociale: per quasi i due terzi degli intervistati (64%) rappresentano soprattutto un'occasione di incontro che rafforza l'appartenenza alla comunità, ma anche un servizio attento alle persone fragili (59%), un presidio di sicurezza (57%), una garanzia di cura dello spazio pubblico (54%) e un facilitatore dell'integrazione (49%).
Quando si tratta di consumi, gli acquisti quotidiani di farmaci (64%) e tabacchi (59%) vengono effettuati prevalentemente negli esercizi vicini all'abitazione. Per abbigliamento (64%), alimentari a lunga conservazione (60%), accessori per la casa (60%) e prodotti di elettronica (53%) i centri commerciali e le grandi strutture distributive (megastore, outlet, ecc.) diventano i luoghi di acquisto prevalenti rispetto agli esercizi commerciali in centro città, dove quelle tipologie di beni registrano percentuali di acquisto tra il 2% e il 5%.

Rispetto alla propria zona di residenza, infatti, per i negozi specializzati si avverte prevalentemente una diminuzione, come nel caso dei negozi di abbigliamento ed elettronica (46%) e dei servizi essenziali, tra cui gli alimentari (42%). Solo i servizi per il tempo libero (tra cui bar e ristoranti) sono percepiti in aumento dal 43% degli intervistati.
La percezione dell'avanzamento della desertificazione porta con sé un forte sentimento negativo che spinge un italiano su cinque (22%) addirittura a ipotizzare di cambiare abitazione nel caso in cui il fenomeno dovesse acuirsi nella zona in cui abita; l'83% degli intervistati dichiara di provare un senso di tristezza di fronte alla chiusura dei negozi nelle strade della propria città e il 74% ritiene che tale fenomeno incida negativamente sulla qualità di vita nella zona di residenza.
Se al Nord i processi di desertificazione sono segnalati dal 43% degli abitanti, al Sud questo avviene per il 31% degli intervistati. Le chiusure sono maggiormente percepite nelle città tra 100 e 250mila abitanti, meno in quelle tra 30 e 100 mila. Diversa è anche la percezione del fenomeno tra chi vive nei grandi e nei piccoli centri: per i primi desertificazione è sinonimo di aumento del degrado urbano, riduzione della qualità della vita e riduzione della sicurezza, per i secondi sta a indicare prevalentemente riduzione delle occasioni di lavoro, aumento del rischio di spopolamento e riduzione delle occasioni di socialità. (ANSA). 
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