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Rsa Lazio
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Lettera 
17 marzo 2010 0:00
 
Mio padre, di anni 86 ed invalido al 100%, da marzo 2005 è ospite di una RSA della Provincia di Roma, con una retta di euro 18,8 a suo carico, mentre i 40 euro di differenza a carico del comune. Il 1° febbraio c.a., è stato ricoverato presso il locale ospedale per la frattura del femore, causata da una caduta dal letto durante le prime ore del mattino del giorno precedente. L'avvenuto incidente ci è stato comunicato soltanto il pomeriggio del 1° febbraio, quindi, ad avvenuto ricovero. Il 4 febbraio personale dipendente della struttura RSA mi comunicava telefonicamente che era necessario svuotare l'armadio che conteneva la biancheria di mio padre e ritirare ogni altro suo effetto personale. Successivamente mio padre è stato sottoposto ad intervento chirurgico per la risoluzione della frattura e, una volta dimesso dall'Ospedale veniva ricoverato presso la medesima struttura ma al reparto "Riabilitazione Motoria". In data 12 marzo personale dipendente della Struttura menzionata mi comunicava che mio padre sarebbe stato rimandato a casa, poichè non avrebbe più potuto fruire della RSA perchè non più in lista, senza neanche la possibilità di un suo trasferimento presso il reparto di lungodegenza. Vorrei puntualizzare che mio padre ha avuto due ischemie cerebrali, è affetto da diabete per il quale è sottoposto a terapia insulinica, quindi, necessita di assistenza medica costante. La scrivente, figlia unica, dipendente pubblica e mamma di due gemelli di anni 10, è impossibilitata a poter fornire al proprio padre l'opportuna assistenza, anche dal punto di vista economica. La Direzione della struttura ha riferito che potrebbe rimanere in quel sito soltanto pagando lui l'intera retta. La domanda:
è possibile che un anziano che beneficia soltanto della pensione di reversibiltà del coniuge e dell'importo relativo all'accompagnamento, con un introito mensile di circa 980,00 euro, perda il posto nella RSA a causa di un ricovero per un infortunio accaduto all'interno della stessa struttura?
Mi consigliate di rivolgermi ad un legale o cos'altro?
Fiduciosa in un sollecito e cortese riscontro, coglie l'occasione per porgere distinti saluti.
Paola, da Anzio (RM)

Risposta:
decisamente si'. Consideri anche che la struttura non puo' decidere arbitrariamente delle dimissioni di un degente, ma che tale compito spetta semmai ai servizi sociali del Comune. Si rivolga ad un legale di sua fiducia per verificare in primo luogo se ci sia stato un atto del comune (da impugnare eventualmente al TAR) o se sia opportuno richiedere, in caso contrario, un provvedimento d'urgenza al giudice civile.
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