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EUTANASIA. STUDIO: LEGALIZZARLA NON PRODUCE ALCUN EFFETTO VALANGA
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Comunicato 
27 settembre 2007 0:00
 

Firenze, 27 settembre 2007. La legislazione sulla morte medicalmente assistita non ha portato a derive, secondo uno studio pubblicato dalla rivista specializzata Journal of Medical Ethics, e condotto in Oregon (Usa) e Paesi Bassi dove questo genere di pratica e' autorizzato.
Non esistono prove secondo cui le leggi sul suicidio medicalmente assistito o l'eutanasia causino un numero sproporzionato di decessi prematuri indotti dai medici tra i pazienti piu' vulnerabili, rileva lo studio. La ricerca ha seguito in maniera particolare dieci gruppi 'vulnerabili', tra cui disabili, malati cronici, malati mentali, anziani, poveri, minoranze etniche e razziali, ed altri.
Per gli oppositori, la normativa che autorizza i medici ad aiutare la gente a morire e' una "china scivolosa" che conduce a derive, nota Margaret Battin dell'Universita' dello Utah a Salt Lake City, che ha diretto lo studio. Secondo i detrattori dell'eutanasia, simili leggi consentono piu' facilmente d'abbreviare la vita di coloro che potrebbero essere un fardello per la societa' o la loro famiglia, come le persone disabili o affette da malattie stigmatizzanti (Aids, demenze come il morbo d'Alzheimer, etc.) o ancora i poveri senza assistenza sociale negli Stati Uniti.
Ma l'analisi dei dati olandesi e dell'Oregon mostra che non e' cosi', rilevano gli autori. Non sono stati rilevati eccessi in base a razza, sesso, eta' o stato socio-economico, handicap, malattia cronica o mentale. Infatti, spiegano gli autori, "coloro che hanno chiesto ed ottenuto l'assistenza medica a morire [ndr, eutanasia e suicidio medicalmente assistito] sono generalmente privilegiati da un punto di vista sociale, economico, educativo e professionale". Le persone aiutate a morire hanno in media settant'anni. La maggior parte di loro ha un cancro. I pazienti malati di Aids sono in proporzione i piu' numerosi a scegliere di morire con l'aiuto di un medico.
Questo studio dimostra ancora una volta che la legalizzazione dell'eutanasia non produce alcun "effetto valanga", con conseguente sterminio di invalidi ed anziani, come asseriscono coloro che si oppongono alla legalizzazione di questa pratica. Risultati simili emergono anche da altri rapporti e ricerche condotti in Belgio, dove e' in vigore una legge simile a quella olandese. Al contrario, legalizzare porta alla luce l'eutanasia clandestina, questa si' incontrollabile e pericolosa per anziani e disabili, sottoponendola a rigidi controlli medici e dell'autorita' giudiziaria.
Continuare a proibire questa pratica costituisce oggi il vero "effetto valanga". Ci riflettano coloro che affermano continuamente di avere a cuore la vita, e che per questo vogliono continuare ad imporre al prossimo cure e trattamenti indesiderati.

Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
Vivere & Morire, notiziario quotidiano sul fine vita
 
 
 
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