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Italiani e temi etici. Un Italia contraddittoria, divisa e condizionata. Il silenzio è complicità
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Comunicato di Vincenzo Donvito
17 luglio 2020 16:18
 
 Un’Italia spezzata in parte e, forse, con mancanza di informazioni su alcuni argomenti. Questo è quanto possiamo dire sui risultati dell’indagine Eurispes “Temi etici: le opinioni degli italiani”.

Eutanasia: sì. Suicidio assistito: no. Droghe: no. Matrimonio gay: sì. Adozione coppie gay: no. Prostituzione: sì.

Questo il quadro in estrema sintesi. Dove i precetti della religione cattolica dominante (culturalmente e temporalmente) non sono rispettati e subiscono probabilmente delle oscillazioni altalenanti anche rispetto alle mode, alle pubblicità e alle notorietà.

Eutanasia favorevoli ma contrari al suicidio assistito. Forse chi si dovesse trovare in una situazione di suicidio assistito ha paura di essere frainteso, o di trovare davanti una persona molto convinta del contrario, e quindi di essere accusato di omicidio o di favoreggiamento? E’ questo frutto di voluta cattiva informazione?

Droghe leggere: contrari. Mentre nel periodo 2016-2019 i favorevoli erano di più (anche se sempre sotto la soglia del 50%), rispetto al 2019 il consenso ha ripreso a crescere di 4 punti. Forse vi ha contribuito un governo che ogni giorno in quegli anni criminalizzava tutti i comportamenti individuali in materia… ma l’anno scorso gli spazi per le filippiche proibizioniste degli esponenti governativi sono diminuiti? Tutto questo in un contesto in cui, nel 1995, un referendum promosso dai radicali di Marco Pannella portò la maggioranza degli italiani a votare per la legalizzazione. Cambiata l’informazione e scemata l’attenzione, nonostante il fenomeno del narcotraffico abbia imperversato ed è uno dei principali business della malavita organizzata nel mondo?

Sì al matrimonio gay ma no alle adozioni. Sembra quasi che “i figli so piezz e core”, e mentre il cervello, la razionalità porta a riconoscere il diritto di chiunque a sposarsi con chi crede, il cuore continua ad essere patrimonio della cultura catto-conservatrice che continua ad imporre babbo e mamma di sesso diverso.

Molto anomalo, invece, il giudizio sulla prostituzione. Accettata da una piccola maggioranza superiore ai contrari (differenza 0,5%), in un contesto in cui il Parlamento è pieno di proposte di legge per la legalizzazione, proposte da destra e da sinistra e dove, culturalmente, anche nei contesti informativi pubblici ufficiali (Rai e non solo) il porre fino all’evasione fiscale e alla tratta delle schiave e degli schiavi sembra considerato come un imperativo civile.

Questo è il nostro Paese. Grazie Eurispes. Grazie agli italiani che hanno partecipato all’indagine statistica. Ma un deciso “Il silenzio significa complicità” per tutti coloro che nella quotidianità (istituzionale e civile) mettono la testa sotto terra per non voler sentire, non voler vedere o fare gli interessi di coloro che guadagnano su queste anomalie che ancora sussistono per il rispetto del diritto degli individui e la lotta contro la malavita.
 
 
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