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 ITALIA - ITALIA - Ricerca scientifica: ritornano i cervelli in fuga?
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Comunicato 
21 giugno 2002 17:21
 
RICERCA SCIENTIFICA: RITORNANO I CERVELLI IN FUGA?
INVECE DEI FACILI ENTUSIASMI SENZA FONDAMENTA, CREIAMO STRUTTURE E POLITICHE NON-IDEOLOGICHE PERCHE' LA RICERCA NON PERDA IL TRENO CHE IN TUTTO IL MONDO STA MARCIANDO AD UNA VELOCITA' DA NOI SCONOSCIUTA

Firenze, 21 giugno 2002. A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto Censis che ha fotografato il drammatico stato della Sanita' e della ricerca scientifica in Italia, il ministro per la Ricerca e la Pubblica Istruzione, Letizia Moratti, interviene a rassicurare cittadini ed operatori annunciando i "buoni risultati" del programma governativo per il "rientro dei cervelli in fuga". Ma a che gioco stiamo giocando? Davvero questo Governo crede di menare per il naso i cittadini con la politica del bastone e della carota rispondendo con interventi "toppa" in un settore fondamentale per lo sviluppo economico e civile del Paese? Davvero non sara' il rientro di qualche bravo ricercatore a risolvere la situazione della ricerca scientifica in Italia, resa oggi ancora piu' drammatica da una vera e propria campagna di demonizzazione. Campagna che ha visto come complici, se non addirittura come protagonisti, membri autorevoli di questo Governo -basti pensare alle dichiarazioni del ministro delle Politiche Agricole Giovanni Alemanno sugli Ogm e a quelle del ministro della Salute Girolamo Sirchia sulla clonazione terapeutica e l'uso degli embrioni per la ricerca. Se davvero questo Governo intende oggi, come sinceramente auspichiamo, rilanciare lo sviluppo della ricerca scientifica in Italia, dovra' prima decidersi a elaborare un programma che, invece di finanziamenti a pioggia o interventi settoriali, crei le premesse per un rilancio dell'economia e dello sviluppo, a cominciare dall'attuazione del tanto decantato "programma di diffusione della cultura scientifica". Ci permettiamo quindi di suggerire al Governo, anche per favorire una veloce soluzione delle contraddizioni di alcuni suoi esponenti, di procedere con meno demagogia e piu' razionalita', coinvolgendo nel dibattito sulle scelte strategiche gli operatori del settore e gli stessi cittadini, invece di avvalersi della mediazione dei comitati etici o di esperti cooptati da questo o quel ministro, in attesa che il "costume" della societa' si evolva.

Grazia Galli, consulente scientifico Aduc
 
 
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