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Matrimoni Lgbtiq e l’eterna Chiesa cattolica romana
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Comunicato di Vincenzo Donvito
16 marzo 2021 12:04
 
La Chiesa cattolica è in Costituzione (art. 7), e noi contribuenti la manteniamo. In cambio – storia, obbligo, geopolitica e scelta – abbiamo una presenza ovunque, meritevole e non a seconda di fatti e opinioni. In questo periodo abbiamo papa Francesco che, in Iraq, sembra faccia meglio degli accordi di pace degli ultimi cento anni. Un gigante diplomatico.
La nostra quotidianità è intrisa di cattolicesimo: pensieri, gesti, fatti e linguaggi, anche dei più accaniti “mangiapreti”.
In questi giorni, la Chiesa ci ha confermato che per lei, i maschi (loro) comandano e che nell’intimo l’amore è solo maschio/femmina. La Chiesa un tempo bruciava le streghe, faceva le crociate, non faceva entrare i divorziati in chiesa e preferiva (come oggi) che le donne morissero per aborto clandestino piuttosto che usare contraccettivi. Col tempo ci sono stati, e ci sono, tanti preti e suore che ci hanno aiutato a stare meno peggio. Ma la Chiesa è sempre la stessa: maschi che – casti e celibi - dettano l’intimità, anche di coppia.
Tanti cattolici fanno il contrario di quello che dice loro la Chiesa (si pensi ad alcuni delinquenti e le loro manifeste genuflessioni). E ci sono anche alcuni delle comunità Lgbtiq. Mentre i delinquenti se ne fregano, i cattolici Lgbtiq soffrono.
Tra le contraddizioni del nostro tempo (cominciato con la evangelizzazione) annoveriamo un Leviatano religioso che dice di operare per il bene, ma solo se questo esuli dalla libertà del singolo. I secoli – soprattutto - 1700, 1800 e 1900 hanno modificato nel Levitano qualcosa (niente streghe sul fuoco e crociate), ma è sempre lui. Fra qualche secolo (ammesso che il Pianeta continui ad esistere) questo Leviatano avrà fatto ulteriori cambiamenti e avremo, che ne so, un papa donna con tanto di figli. Ma sarà sempre lui.
Ognuno se ne faccia una ragione. Credente o meno che sia. Le libertà dei singoli sono altrove.
 
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