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Firenze e tassa sullo ‘street food’. Giocare a Monopoli o trovare soluzioni?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
1 luglio 2021 8:41
 
Elke Schmidt, direttore degli Uffizi, ha proposto all’amministrazione di Firenze l’istituzione di una tassa su quello che una volta si chiamava panino, ma che tutti chiamano “street food”, proprio come sulle fiancate del pullman della nazionale di calcio c’è scritto Italy e non Italia. Soldi che dovrebbero servire per meglio pulire la città e, soprattutto, i dintorni del museo che dirige, visto che proprio in quei dintorni c’è la concentrazione dello “street food”: food che è vietato consumare nella più conosciuta strada di via de’ Neri e che, giustamente, i consumatori vanno a consumare altrove, fin sotto le logge dei vicinissimi Uffizi.
Per chi non fosse informato o desidera venire a visitare Firenze, stiamo parlando di orde di persone, con file chilometriche all’ingresso dei vinai, che si riversano sul primo marciapiede che capita per consumare, e relativi cestini di rifiuti strapieni e lezzo (quello che in altri contesti sarebbe profumo) di finocchiona * ovunque. Un contesto in cui da anni l’amministrazione fa e non fa, ordinanze che vietano ma che poi non vietano, ma le code sono sempre più chilometriche. Io stesso, quando amici non fiorentini vengono a trovarmi li accompagno in zona “vi porto a conoscere un fenomeno antropologico e di mala-amministrazione”. Zone limitrofe attrezzate dove accogliere i consumatori, magari con bagni, acqua, panchine, tavoli (piazze ampie vicine ce ne sono)?… per carità… si leverebbe il lucro ai commercianti che vendono a 2 euro una bottiglietta d’acqua e il parcheggio ai cosiddetti residenti della zona. E il casino continua all’infinito.
Comprensibile la provocazione del direttore degli Uffici, in linea con le politiche di Palazzo Vecchio che, come con la movida, conosce solo i divieti e non nuove regole per convivere con nuovi fenomeni del divertimento e del consumismo. E se un’amministrazione non fa questo (come non ripara le buche per strada), anche se fa sfilate di abiti che nessuno mai indosserà in alcune delle piazze più simboliche della città, a cosa serve?
Nello specifico. Le tasse sui panini ci sono già: Iva, rifiuti, quelle che pagano con vari acronimi i commercianti. La nuova dovrebbe dare più soldi… ma ve l’immaginate il tecnico fiscalista che dovrà essere chiamato per definire quantità e modalità specifiche….. va bene la provocazione del direttore degli Uffizi per riporre in prima pagina il problema, ma pensare che questa sia la soluzione.. non stiamo mica giocando a Monopoli….

* tipico insaccato toscano
 
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