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Fiducia consumatori in calo. Il peggio non è ancora arrivato?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
27 novembre 2020 13:19
 
  L’Istat ci fa sapere che a novembre la fiducia dei consumatori è in calo: i numeri sono espliciti: l’indice da 101,7 si è attestato a 98,1. In periodi “normali” sarebbe un disastro per ogni tipo di economia ma, oggi, dire che “stiamo tenendo” è una realtà ed un auspicio. E ci stupisce che i numeri siano ancora così contenuti nella più che certa discesa.

Noi crediamo che il peggio non sia ancora arrivato, perché tutti stanno ancora attingendo alle riserve accumulate fin a marzo scorso, col primo confinamento, riserve che si sono un po’ rialimentate con l’allentamento estivo della prevenzione, e che hanno ricominciato ad esaurirsi nell’attuale contesto, pur se le zone della Penisola non sono tutte confinate allo stesso modo.

Gli effetti devastanti sulla sanità, sull’economia e sugli individui sono solo agli inizi
Si pensi, per esempio, ad uno dei mercati trainanti dell’economia, quello legato al mondo giovanile. Un mondo oggi più penalizzato di altri (scuole, divertimenti inclusi i viaggi)… crediamo che possa domani (quando... è tutto da capire) essere riattivato con un interruttore? Ammesso che possa esistere la riattivazione, è innegabile che il confinamento avrà portato a modifiche radicali e di base nei comportamenti economici dei singoli: siamo sicuri, per esempio, che ammesso e non concesso che le discoteche riaprano, alla riapertura (e anche dopo la riapertura) i giovani frequentatori di un tempo si riverseranno come prima nelle sale da ballo, per timori sanitari e per cambiamenti di base nelle loro scelte? Il mercato dei giovani ha una velocità di cambiamento che poco ha a che fare con l’adeguamento del mercato alle loro richieste… e mentre il mercato attuale dice di esser pronto alla ripresa, non è detto che i giovani consumatori siano domani disponibili a questa ripresa.

L’esempio che facciamo sui giovani si può estendere a diverse categorie di consumatori, e per questo che ci sentiamo di sostenere che il peggio non è ancora arrivato, sia che si sia ancora in “confinamento” sia che si sia in qualche modo usciti.
 
 
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