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EUTANASIA?
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Comunicato 
25 giugno 2002 0:00
 


MEGLIO FAR FINTA DI NIENTE E CONTINUARE NELL'IPOCRISIA

Firenze, 25 Giugno 2002. La Corte d'Assise d'Appello di Milano ha assolto l'ingegnere di Monza, Ezio Forzatti, che nel giugno del 1998 aveva staccato il respiratore al quale era collegata la moglie, ricoverata in coma all'ospedale, e sui cui i giudici di prima istanza lo avevano condannato a 6 anni e mezzo di reclusione per uxoricidio.
La sentenza fece abbastanza scalpore e fu occasione per parlare e riparlare della questione dell'eutanasia, per arrivare al solito punto morto che, constatato che esistono due posizioni in materia, e constatato che la morale di Stato e' quella contraria, siccome e' quest'ultima che va onorata, e' bene che non se ne parli e, soprattutto, e' bene che tutto continui come prima: cioe' che l'eutanasia continui ad essere praticata da gran parte dei medici, ma di nascosto ed in onore di un accanimento terapeutico che sembra essere la dominante del fallimento della scienza medica di fronte alla morte dell'individuo.
La sentenza di ieri e' in perfetto stile. I giudici milanesi hanno detto che "il fatto non sussiste". Le stesse motivazioni che la Sacra Rota continua a dare quando annulla i matrimoni: "non esistono".
Ci rendiamo conto dell'imbarazzo dei giudici milanesi a dover confermare i sei anni e mezzo della sentenza precedente, ma esser giudici, a nostro avviso, vorrebbe dire applicare le leggi, non interpretarle ed applicarle rispetto all'emozione dominante di questo o quel momento: e' il difficile mestiere di giudice che ognuno liberamente sceglie, altrimenti si corre il rischio di diventare giustizieri per questa o quell'altra causa, comunque giustizieri e non giudici: in uno Stato di Diritto il metodo dovrebbe essere tutto. Ci sarebbero state, probabilmente, tante motivazioni per non far andare in galera il nostro ingegnere di Monza, ma quella del "non sussiste" e' civicamente disarmante, oltre che papalina.
Con la sentenza di ieri e' stato fornito il passaporto alla solita politica italiana in materia: la testa sotto terra come lo struzzo per far si' che permanga l'equilibrio dell'ipocrisia. E il legislatore, pro o contro l'eutanasia che sia, si sente per questo autorizzato a non modificare l'esistente: e' piu' semplice e consente ad entrambe le posizioni di convivere. Come se, poi, quand'anche l'eutanasia fosse legalizzata, fosse un obbligo farvi ricorso ... Ma la morale di Stato va salvata, e l'ipocrisia permane lo strumento migliore.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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