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Contro il dolore e la morte non chiudere le porte a niente!
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Comunicato 
28 novembre 2001 19:25
 
Le notizie che arrivano dagli Usa sulla cosiddetta clonazione umana sono confortanti, perche' aprono la strada alla soluzione di un numero consistente di malattie oggi ritenute incurabili o dove esiste solo la farmacologia palliativa (valga per tutti l'Alzheimer).
Quello che ci preoccupa sono le reazioni che arrivano da diverse fonti, intente a preservare l'esistente e il "fermo-scientifico" di fronte alla sofferenza umana. Noi non sappiamo se sia la strada giusta o meno da seguire, ma sappiamo che e' una strada, di fronte alla quale contrapporre l'ideologia (piu' o meno religiosa poco importa) significa solo riproporre la litania perdente che e' nel dolore che si fortifica l'essere umano e si raggiungono le vette della propria spiritualita'. Ci bastano e ci avanzano gli "esercizi spirituali" dei vari kamikaze che hanno funestato la nostra vita negli ultimi mesi.
Proprio perche' associazione di utenti e consumatori, non possiamo non riaffermare la necessita' di interventi e speranze scevri di alcun blocco se non quelli dell'eventuale fallimento esperenziale. I vari contrari, abili nel contorcimento intellettuale, provino a chiedere ad un malato di Alzheimer (nei momenti di lucidita' che ogni tanto lo riconducono alla quotidianita' standard) se non sarebbe disposto a qualunque cosa pur di recuperare parte del suo controllo. La risposta e' scontata, ed e' per questo che la scienza -e la politica che decide gli indirizzi della scienza- devono lavorare su questo scontato, sul semplice, sull'immediato. Rimandare puo' assurgere a complicita'.
Purtroppo tutte le innovazioni scientifiche che sono andate oltre i consolidati convincimenti accettati dal potere, hanno dovuto fare i conti con condanne, morte, esili (con la Chiesa romana in prima fila nel dispensarli, proprio come succede oggi). Ma oggi cio' che succede oltre l'Oceano ci riguarda: la lontananza, e il dominio dei mezzi di comunicazioni per farvi fronte, non sono piu' strumento in mano ai potenti per governare i sudditi opprimendoli. Quindi un progresso in un posto del mondo cosi' importante come gli Usa, non potra' non ricadere sulle nostre condizioni: la chiusura verso i suoi sviluppi e' solo come l'ostacolo di un ramoscello ad un fiume in corsa. Cerchiamo di non reiterare il nostro ruolo di ultimi del gruppo.
 
 
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