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CELLULE STAMINALI: L'AUSTRALIA IN PRIMA FILA
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Comunicato 
5 dicembre 2002 0:00
 
IL SENATO APPROVA DEFINITIVAMENTE LA PROPOSTA DEL CAPO DI GOVERNO . MENTRE IN ITALIA TUTTO TACE TRANNE GLI ANATEMI DEL MINISTRO DELLA SALUTE
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Firenze, 5 Dicembre 2002. Il Senato australiano ha definitivamente approvato (dopo il voto della Camera nello scorso settembre) una proposta di legge con cui si stabilisce la legalita' a tutti gli effetti dell'uso di cellule staminali embrionali ai fini della ricerca. La proposta del primo ministro John Howard, ha avuto una maggioranza trasversale (45 a favore contro 26) e usera' i 70 mila embrioni che sono stati scartati nelle procedure di fecondazione in vitro. Una legge che consentira' ai ricercatori e agli scienziati di andare in Australia, affiancandosi ai loro colleghi che fanno altrettanto in Gran Bretagna e (solo a livello privato, e con non poche difficolta' economiche) negli Usa, mentre con molta probabilita' sara' altrettanto in Svizzera se la proposta del Governo Federale elvetico, depositata alcune settimane fa, diventera' legge. Una ricerca che apre prospettive per la cura di malattie come il morbo di Parkinson, l'Alzheimer, alcune forme di cancro, il diabete, la Sla (sclerosi laterale amiotrofica), e altre.
Una ricerca che in Italia sara' vietata grazie alla legge sulla fecondazione assistita che dovrebbe essere licenziata dal Senato: in virtu' di una sorta di riconoscimento giuridico dell'embrione che la stessa legge fa (minacciando anche la normativa sull'aborto in vigore), si inibisce qualunque uso degli embrioni avanzati dalle pratiche di fecondazione artificiale.
Una situazione che solo l'altro giorno ha fatto si' che, dopo l'ennesimo annuncio della nascita di un bimbo clonato da parte di Severino Antinori, il ministro della Salute Girolamo Sirchia, condannando come immonda la pratica del suo collega medico, ha colto l'occasione per dichiarare altrettanto immonda qualunque pratica di clonazione, inclusa quella terapeutica, che per l'appunto e' quella che verrebbe fatta con l'uso di cellule staminali embrionali. Un anatema che il nostro ministro fa rimbalzare verso tutti i suoi colleghi britannici, americani, australiani e svizzeri: sulla pelle di tutti quei malati che potrebbero trovare un giovamento o una cura da questa speranza.
Non ci stupiamo piu' di tanto della reazione delle nostre autorita' sanitarie, cosi' come i silenzi istituzionali di tanti che in privato dicono di essere d'accordo, ma che in pubblico scelgono di tacere in nome del "papa re". E' l'Italia. E' il Belpaese che, tra l'altro, si sta facendo alfiere nella Ue per imporre il suo veto ovunque, anche in quelle coraggiose comunita' autonome spagnole che hanno deciso di fare da sole (come l'Andalusia, che nei prossimi giorni siglera' un accordo con il ricercatore Bernat Soria per l'avvio della ricerca).
Siamo confortati e incoraggiati dal voto del Senato australiano, per andare avanti nella nostra opera di denuncia e informazione, perche' si sappia fin nei minimi particolari quale ennesima occasione storica e scientifica il nostro Paese sta perdendo. Ma, come sempre in ogni storia del Belpaese, cio' che serve ci arrivera' dall'esterno.
L'Aduc edita un quattordicinale "Notiziario cellule staminali - Il punto sulle politiche della clonazione terapeutica" al seguente indirizzo Internet clicca qui
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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