Puntuale ecco l’inaugurazione dell'anno giudiziario. Prima quello nazionale il venerdì e poi il sabato quelle nelle corti d’Appello. Puntuali i presidenti, i rappresentanti del governo e qualche altro invitato che ci ricordano sempre la stessa situazione: mancanza di organico e risorse.
Quest’anno c’è stata una novità. Al parlare dei rappresentanti del governo, alcuni magistrati hanno manifestato il proprio dissenso rispetto alla legge sulla separazione delle carriere.
E mentre ci chiediamo perché i magistrati e alcune parti politiche, in una logica di funzionamento e indipendenza di chi applica la giustizia, sono contrari, ascoltando i resoconti dei vari discorsi, ci siamo chiesti: embè?
Ammesso e non concesso che uno dei problemi che affliggono il funzionamento della giustizia possa essere la separazione delle carriere, ci sembra che la situazione sia talmente disastrosa che, per quanto giusta si possa considerare questa riforma, siamo punto e a capo.
Il cittadino medio, per sua fortuna, non ha avuto a che fare con la giustizia. E quando te ne lamenti, ti considera il cosiddetto “giusto”. Ma quando questo cittadino diventa utente di questo servizio, soprattutto in materia civile e foss’anche per un ricorso contro una multa da violazione del codice della strada, al primo smarrimento iniziale che certi servizi possano funzionare in questi termini, segue una sorta di rassegnazione, auspicandosi che - la prossima volta - preferirebbe tagliarsi un dito.
Per chi è informato, è la prassi. Ma vai a raccontare al nostro utente che, per esempio, per un ricorso contro una multa autovelox che viene considerata ingiusta si debba attendere anche due-tre anni per un giudizio di primo grado. Se poi si passa all’appello, i tempi si dilatano ulteriormente. Parlare di Cassazione… roba da ricchi, visti i costi e i tempi, così come parlare di giustizia amministrativa, i Tar: costi e tempi da Jurassic Park.
Certo, ci sono diverse strade intermedie, come la mediazione, ma non sempre si può usare e anche lì i tempi sono quelli che uno non si immagina.
E poi ci dovrebbero essere le varie conciliazioni, di organismi alternativi alla giustizia che, per costi e tempi, potrebbero ovviare. Ma non sempre sono utilizzabili e il vecchio adagio “ti frego tanto in tribunale non mi porterai mai” è sempre valido. Gli alfieri di questo andazzo, in ambito pubblico, sono le amministrazioni comunali che, forti di avere a che fare con un parco giurassico, il loro servizio di autotutela è praticamente solo sulla carta.
Chi rimane col cerino in mano è sempre l’utente.
Abbiamo l’impressione che di queste “banalità”, i giudici oggi non ne abbiano parlato più di tanto.
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