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Ricerca sugli embrioni ed etica di Stato
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Comunicato 
8 marzo 2002 21:24
 

L'ADUC INVIA UNA LETTERA APERTA A TUTTI I LEGISLATORI IN MATERIA DI RICERCA SUGLI EMBRIONI: NELLE IMPORTANTI DISCUSSIONI E DECISIONI CHE SONO ALL'ORIZZONTE, VI INVITIAMO A RICORDARE CHE ETICA E DIRITTO VANNO D'ACCORDO SOLO SE TENUTI RIGOROSAMENTE NEI RISPETTIVI AMBITI

Firenze, 8 Marzo 2002. Il Parlamento italiano si appresta a discutere e decidere su importanti questioni che, oltre a entrare nelle scelte dell'intimo di ognuno, daranno indicazioni precise su cosa il nostro Paese abbia intenzione di fare in materia di ricerca sugli embrioni, cioe' quella che e' universalmente riconosciuta come la frontiera della nuova medicina.
Come contributo a questo confronto, l'Aduc, a firma di Grazia Galli, biologa che cura il periodico "Cellule Staminali" edito sul portale dell'associazione http://staminali.aduc.it ha inviato la seguente lettera aperta a tutti i legislatori:
Gentili deputati, non vorremmo certo aggiungere altre parole al paludato dibattito sulle implicazioni etiche della ricerca sugli embrioni. Purtroppo pero', quello che, a nostro avviso, avrebbe dovuto e potuto essere un legittimo scambio di opinioni, filosofiche, religiose o quant'altro, sta pericolosamente sconfinando nella dubbiosa legittimita' di tentare di imporre per legge un codice etico universale. Per questo ci sentiamo motivati ad intervenire, convinti come siamo che "etica" e "diritto" vadano d'accordo solo se tenuti rigorosamente nei rispettivi ambiti.
Vorremo offrirvi una riflessione su un'evidente contraddizione che nasce nel perseguire lo scopo della "moralizzazione sociale". Una, piu' di tutte, ci sembra importante rilevare nel costante appello al rispetto dei "diritti umani", fatto da coloro che vorrebbero porre una briglia alla ricerca scientifica. Nonostante le molteplici "Carte" in cui si e' tentato di darne definizione, l'uso che viene fatto da costoro rivela che nel calderone "diritti umani" ci si puo' agevolmente infilare tutto ed il contrario di tutto, nascondendone, di fatto, la reale violazione.
E' notizia di ieri, ad esempio, che ad una donna saudita alle soglie della menopausa e' stato asportato l'utero per trapiantarlo ad un'altra ancora in eta' fertile. Dell'esperimento, purtroppo fallito, e' stata data diffusa informazione, riproponendo l'interrogativo se il progresso della scienza non abbia raggiunto il limite dell'accanimento terapeutico. Poche parole invece abbiamo visto spendere sul fatto che forse ad una delle due donne l'utero e' stato "rubato", con la scusa di un tumore che non c'era. Eppure, se il fatto fosse confermato, saremmo di fronte ad una grave violazione dei diritti umani in un Paese che non li garantisce a nessuno, meno che mai alle donne.
Ancora ieri, la violazione dei diritti umani piu' importante da segnalare in Cina era l'avvenuta clonazione umana in un laboratorio nella regione di Changsha, non certo quella dei diritti di migliaia di individui torturati ed uccisi nelle patrie galere. Diritti reali, non speculazioni filosofiche o metafisiche, ma individui indiscutibili, fatti di carne e sangue. Carne e sangue come quella delle 7000 donne irlandesi che ogni anno vanno in Gran Bretagna ad abortire, ma che per poterlo fare devono dimostrare al loro confessionale Governo, di esser altrimenti votate al suicidio. Carne e sangue come quella dei milioni di individui che chiedono salute e liberta' di gestire il proprio corpo e che attendono fiduciosi nuove terapie. Dove sono finiti i diritti umani di tutte queste persone?
E' davvero "etico" subordinarli al riconoscimento giuridico, e la conseguente "sacralizzazione", di un agglomerato di cellule destinate all'inceneritore?
Vita potenziale in cambio di vita reale, questo e' lo scambio che ci si vorrebbe proporre?
Grazie dell'attenzione.
 
 
 
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