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RICERCA STAMINALI ITALIA-AUSTRALIA. LA CHIESA CATTOLICA E' LA STESSA MA L'AUSTRALIA NON E' L'ITALIA...
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Comunicato 
27 giugno 2007 0:00
 

Firenze, 27 giugno 2007
Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali
Anche in altri Paesi la Chiesa cattolica cerca di imporre la sua politica, ma la reazione degli altri Stati e' differente rispetto a quella italiana (1). A proposito di ricerca con le cellule staminali derivate da embrioni sovrannumerari, in alcuni Stati australiani si sta verificando un attacco della Chiesa contro una legge che ne regolamenti l'utilizzo, legge sulla clonazione umana terapeutica che proprio ieri e' stata definitivamente approvata nel Nuovo Galles del Sud, dopo che a dicembre scorso era divenuta legge nello Stato di Victoria.
Ma che la Chiesa cattolica cerchi di imporre la sua politica e' una non notizia.
La notizia invece e' questa: in Western Australia sara' aperta una commissione parlamentare d'inchiesta sull'arcivescovo di Perth, Barry Hockey, per aver detto che i politici cattolici che sostengono la ricerca con le staminali non potranno piu' fare comunione o potrebbero essere scomunicati. L'arcivescovo ha negato di aver fatto tale minaccia e l'arciconservatore Primo ministro John Howard ha detto che quelle parole non erano dirette ai politici. Ma Fred Riebeling, Presidente del Parlamento del Western Australia, ha ribadito che quelle parole costituiscono una "minaccia" diretta al legislatore e dovranno essere approfondite da una commissione parlamentare. Un portavoce dell'arcivescovo fa intanto sapere che nessun leader cattolico ha o potrebbe minacciare alcuno.
Non c'e' bisogno di commenti in un Paese come il nostro, dove non ci siamo scandalizzati -o almeno lo abbiamo fatto solo in pochi- dopo quello sciagurato appello del Vaticano con cui si invitavano i giudici e i medici a non applicare leggi che violano gli insegnamenti della Chiesa sulla "vita".
Non c'e' da stupirsi se il nostro Parlamento non solo non propone commissioni d'inchiesta, ma neppure mette all'ordine del giorno la riforma della legge 40.

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