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Ricerca e fuga di scienziati
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Comunicato 
29 agosto 2001 19:09
 
Perche' meravigliarsi quando non c'e' liberta' di ricerca e tutto deve passare il vaglio ideologico?
Per il bene degli italiani e' meglio che gli scienziati italiani stiano dove sono, perche' altrimenti non darebbero i risultati che ogni tanto raggiungono


Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha esternato la sua preoccupazione per il fatto che diversi ricercatori scientifici italiani, per operare nel loro ambito, scelgono di andare in altri Paesi, europei e Usa, e si e' lanciato in una serie di proposte che vanno dal "club degli scienziati" che sia in grado di meglio trattare con le istituzioni, fino a ventilare l'ipotesi che gruppi di lavoro di scienziati possano economicamente partecipare ai risultati delle loro ricerche.
A parte l'invito a creare la corporazione degli scienziati al pari di quella, per esempio, dei medici e dei commercianti (tutt'altro che appropriato in clima, pur se a parole, di liberalizzazione economica), il ministro ha detto tutto e niente perche' ha accuratamente evitato il nodo principale della fuga verso altri Paesi: la mancanza di liberta' di ricerca. Certamente l'incentivo economico che il ministro ha ricordato ha una sua valenza, ma e' solo un aspetto del problema, perche' la ricerca scientifica, proprio per essere tale rispetto alle enormi potenzialita' delle piu' recenti scoperte, ha prima di tutto bisogno di non essere vincolata ad alcuna ideologia: deve navigare come se fosse nello spazio, pronta a tutto e con poteri decisionali autonomi.
E' la lezione che ci ha dato il presidente Usa George W.Bush, quando non ha posto ostacoli alla ricerca sulle cellule staminali adulte, ma ha solo posto i limiti dell'intervento economico dello Stato. Una lezione che sembra continui ad essere ignorata dalle nostre autorita' di Governo che non perdono quasi mai occasione per elogiare la parte politica di Bush, ma con tale attenzione che, definire goliardica, e' solo per essere gentili.
In Italia il dibattito scientifico praticamente non esiste (dove sono le autorevoli riviste che con le loro pubblicazioni fanno testo? In Usa e Gran Bretagna). Cio' che e' novita' in tutto il mondo e che, di conseguenza, vede schiere di scienziati e universita' che si attrezzano, da noi viene considerato come pericolo per la violazione dei sacri ed eterni principi di quella fede religiosa di cui e' pervasa tutta la la legislazione in materia. Valga come esempio l'integralismo ideologico mostrato in materia dal ministro Sirchia sull'uso di cellule staminali per la clonazione umana terapeutica (il preambolo per la legittimazione dell'assassinio . ha grossomodo detto).
Quindi nessuna meraviglia, perche' non potrebbe essere altrimenti: e' il prezzo che dobbiamo pagare per l'ospitalita' culturale e ideologica che ci e' offerta dallo Stato del Vaticano. Qualcuno potrebbe pensare che e' lo Stato italiano che ospita il Vaticano, ma proprio su questi argomenti e' vero il contrario: il "pour-parler" dell'ex ministro Umberto Veronesi e il parlare dell'attuale ministro, sono la conferma.
Oggi abbiamo anche la scienziata Rita Levi Montalcini nominata di recente senatrice a vita, ma proprio lei e' l'immagine della situazione: i suoi meriti sono tutti al di fuori dell'Italia, dove invece e' tornata solo per raccogliere i frutti di gloria, non certo per impiantare laboratori e far indirizzare finanziamenti, o avviare ricerche sperimentali e rivoluzionarie. Pur se lo volesse, verrebbe bloccata subito.
Quindi, siccome ci teniamo alla ricerca scientifica e ai risultati che puo' dare per il miglioramento della qualita' della vita, soprattutto rispetto ai servizi sanitari, se un po' di cervelli hanno i cromosomi e i geni italiani, questo dato non e' sufficiente per richiamarli in patria, perche' e' bene che stiano altrove, altrimenti qui sarebbero solo mortificati da vane promesse di una liberta' che non c'e'.
 
 
 
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