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RICERCA CELLULE STAMINALI. LA LATITANZA DELL'ITALIA GRAZIE ALLE LEGGI PROIBIZIONISTE
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Comunicato 
12 ottobre 2006 0:00
 

Firenze, 12 Ottobre 2006. Nel leggere il numero di ottobre della rivista "Stem Cells" (clicca qui) si rimane esterefatti di fronte ad una classifica redatta da ricercatori tedeschi e statunitensi. Lo stupore nasce dall'assenza dell'Italia tra i Paesi che hanno pubblicato su riviste scientifiche, nel periodo 1998-2005, ricerche sulle cellule staminali.
Questa la classifica:
128 Usa
42 Israele
30 Gb
27 Corea del Sud
16 Cina
15 Singapore
13 Australia, Svezia
9 Canada
5 Giappone
4 Olanda
3 Germania, Belgio
2 Danimarca, Finlandia
1 Repubblica Ceca, Iran, Spagna, Romania, Svizzera, Turchia

Non ci stupisce, per esempio e se pur nella parte finale della classifica, la presenza della Turchia, perche' e' anche in quel Paese che gli italiani vanno per la diagnosi pre-impianto per evitare che nascano bimbi con malattie genetiche ereditarie. Cosi' come non ci stupisce il primo posto degli Usa e il terzo posto della Gran Bretagna: Paesi in cui la ricerca e' molto favorita, soprattutto da leggi che (a livello statale e non federale nel caso degli Usa) hanno intuito il grande vantaggio per i malati e il grande business per tutti che c'e' intorno a questa ricerca.
Per quanto riguarda il nostro Paese, non possiamo che prendere atto di cio' che e' il prodotto delle nostre leggi, soprattutto quelle proibizioniste che impediscono lo sviluppo della parte piu' avanzata della ricerca del settore, cioe' quella delle staminali embrionali.
Consegniamo questa nota ai nostri legislatori perche' ci facciano piu' che una riflessione, mentre noi continuiamo la nostra opera di informazione col nostro periodico "Notiziario Cellule Staminali", purtroppo ancora l'unico, a livello divulgativo, nel firmamento di questo settore: clicca qui

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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