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GLI ITALIANI VOGLIONO LA RICERCA CON LE CELLULE STAMINALI EMBRIONALI
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Comunicato 
11 novembre 2003 16:26
 
LA MAGGIORANZA DI CHI LI RAPPRESENTA (GOVERNO E OPPOSIZIONE) NON LA VUOLE. UNA RICERCA DEL CENSIS CONFERMA CHE C'E' BISOGNO DI PIU' INFORMAZIONE E PIU' DIBATTITO PRIMA DI DECIDERE. RIMANDARE QUALUNQUE VOTO.

Firenze, 11 Novembre 2003. Secondo i dati del Monitor Biomedico 2003 del Censis (una mole di dati sugli italiani e l'uso delle biotecnologie) emerge che rispetto alla ricerca con le cellule staminali embrionali, gli italiani sono favorevoli al 44%, contrari al 41,4% e non risponde il 14,6%.
Dati che non possiamo non confrontare con quelli diffusi alcuni gironi fa dall'Eos Gallup Europe, che dava gli italiani favorevoli a questa ricerca con una percentuale del 65, e quelli dello scorso luglio a cura della Fondazione spagnola Bbva (Banco de Bilbao Vizcaya Argentaria) che davano gli italiani favorevoli al 60%.
Facciamo un rilievo sul metodo di rilevamento (che e' tutt'altro che secondario): e' bene notare che il Censis ha chiesto "lei e' favorevole all'utilizzo di cellule staminali embrionali?" , una domanda fatta a chi si presuppone che gia' conosca quali siano i potenziali effetti di questa ricerca, e nonostante questo (che non e' proprio una conoscenza di dominio pubblico) sono prevalsi i favorevoli, ma con una non indifferente percentuali di "non so". Per capire l'importanza di come si possano avere certe risposte rispetto a come si pongono le domande, ricordiamo che l'indagine della Fondazione Bbva aveva posto la stessa domanda in tre modi diversi, ed aveva raggiunto la percentuale del 60 solo quando la domanda da concetti generici (ricerca con gli embrioni, priorita' della difesa dell'embrione rispetto alla ricerca) era andata sullo specifico (ricerca con gli embrioni per curare Parkinson, Alzheimer e diabete). Questo vuole dire che quando si e' informati sui potenziali risultati di questa ricerca, si e' piu' disponibili ad essere favorevoli. Per questo non possiamo escludere che la percentuale di favorevoli della ricerca del Censis, avrebbe potuto essere molto piu' alta se la domanda fosse stata posta in termini meno scientifici, facendo diminuire essenzialmente la percentuale degli indecisi.
Come sempre cio' che conta e' l'informazione, e il non-conoscere porta sempre allo stallo. Che nel nostro caso e' deprecabile per diversi motivi, soprattutto perche' il legislatore sta per approvare una legge che sancisce il divieto di questa ricerca, nonostante in Ue e in alcuni Stati membri si e' fatto e si stia facendo il contrario.
A questo punto se il legislatore non vuole proprio fare una figuraccia meschina e faziosa (in termini di potere), non puo' non tener conto di questi sondaggi e rimandare qualunque decisione che, se presa, apparirebbe solo come avventata e impopolare. C'e' bisogno di informazione, di confronto: ad ogni livello, sia quello della cosiddetta opinione pubblica che quello parlamentare. Anche perche' i sostenitori del divieto di ricerca con le staminali embrionali hanno gia' avanzato richieste di approvazione non tanto rispetto all'essere favorevoli o meno sui contenuti, ma col tradizionale "do ut des" parlamentare ("se non mi voti questa legge non ti voto quella Gasparri sul riassetto televisivo"): un sistema di raccogliere consensi che puo' essere fermato solo dal moltiplicarsi della conoscenza.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS
 
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GLI ITALIANI VOGLIONO LA RICERCA CON LE CELLULE STAMINALI EMBRIONALI
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11 novembre 2003 16:26
 
LA MAGGIORANZA DI CHI LI RAPPRESENTA (GOVERNO E OPPOSIZIONE) NON LA VUOLE. UNA RICERCA DEL CENSIS CONFERMA CHE C'E' BISOGNO DI PIU' INFORMAZIONE E PIU' DIBATTITO PRIMA DI DECIDERE. RIMANDARE QUALUNQUE VOTO.

Firenze, 11 Novembre 2003. Secondo i dati del Monitor Biomedico 2003 del Censis (una mole di dati sugli italiani e l'uso delle biotecnologie) emerge che rispetto alla ricerca con le cellule staminali embrionali, gli italiani sono favorevoli al 44%, contrari al 41,4% e non risponde il 14,6%.
Dati che non possiamo non confrontare con quelli diffusi alcuni gironi fa dall'Eos Gallup Europe, che dava gli italiani favorevoli a questa ricerca con una percentuale del 65, e quelli dello scorso luglio a cura della Fondazione spagnola Bbva (Banco de Bilbao Vizcaya Argentaria) che davano gli italiani favorevoli al 60%.
Facciamo un rilievo sul metodo di rilevamento (che e' tutt'altro che secondario): e' bene notare che il Censis ha chiesto "lei e' favorevole all'utilizzo di cellule staminali embrionali?" , una domanda fatta a chi si presuppone che gia' conosca quali siano i potenziali effetti di questa ricerca, e nonostante questo (che non e' proprio una conoscenza di dominio pubblico) sono prevalsi i favorevoli, ma con una non indifferente percentuali di "non so". Per capire l'importanza di come si possano avere certe risposte rispetto a come si pongono le domande, ricordiamo che l'indagine della Fondazione Bbva aveva posto la stessa domanda in tre modi diversi, ed aveva raggiunto la percentuale del 60 solo quando la domanda da concetti generici (ricerca con gli embrioni, priorita' della difesa dell'embrione rispetto alla ricerca) era andata sullo specifico (ricerca con gli embrioni per curare Parkinson, Alzheimer e diabete). Questo vuole dire che quando si e' informati sui potenziali risultati di questa ricerca, si e' piu' disponibili ad essere favorevoli. Per questo non possiamo escludere che la percentuale di favorevoli della ricerca del Censis, avrebbe potuto essere molto piu' alta se la domanda fosse stata posta in termini meno scientifici, facendo diminuire essenzialmente la percentuale degli indecisi.
Come sempre cio' che conta e' l'informazione, e il non-conoscere porta sempre allo stallo. Che nel nostro caso e' deprecabile per diversi motivi, soprattutto perche' il legislatore sta per approvare una legge che sancisce il divieto di questa ricerca, nonostante in Ue e in alcuni Stati membri si e' fatto e si stia facendo il contrario.
A questo punto se il legislatore non vuole proprio fare una figuraccia meschina e faziosa (in termini di potere), non puo' non tener conto di questi sondaggi e rimandare qualunque decisione che, se presa, apparirebbe solo come avventata e impopolare. C'e' bisogno di informazione, di confronto: ad ogni livello, sia quello della cosiddetta opinione pubblica che quello parlamentare. Anche perche' i sostenitori del divieto di ricerca con le staminali embrionali hanno gia' avanzato richieste di approvazione non tanto rispetto all'essere favorevoli o meno sui contenuti, ma col tradizionale "do ut des" parlamentare ("se non mi voti questa legge non ti voto quella Gasparri sul riassetto televisivo"): un sistema di raccogliere consensi che puo' essere fermato solo dal moltiplicarsi della conoscenza.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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