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CONTINUA L'OSCURANTISMO MEDICO DEL MINISTRO DELLA SALUTE
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Comunicato 
13 giugno 2003 0:00
 

LE TERAPIE GENICHE SARANNO POSSIBILI SOLO CASO PER CASO. DALLA NEGAZIONE TOTALE ALLA BUROCRAZIA
Firenze, 13 Giugno 2003. Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia ha disposto con un'ordinanza che le sperimentazioni con prodotti per terapia genica che prevedono l'impiego di vettori retrovirali (gia' sospese in via generale dall'ottobre 2002 per tre mesi, e poi risospese a gennaio con scadenza lo scorso 31 maggio), avvengano secondo principi di precauzione per i prossimi sei mesi. Dovranno quindi essere autorizzate caso per caso e solo nei casi in cui sussista un rapporto rischio-beneficio favorevole in assenza di alternative terapeutiche. Autorizzazione che richiedera' la presentazione di una relazione dettagliata su quanto gia' fatto in proposito con altri pazienti e quanto si vuole fare sul paziente da sottoporre alla terapia. Infine dovranno anche essere presentati dei rapporti periodici sullo specifico caso all'istituto Superiore della Sanita'.

Ma cosa e' successo e cosa succedera'?
Tutto, ovviamente, in attesa di una sistemazione legislativa che tarda ad arrivare e che, di fatto, sta bloccando la ricerca e le sperimentazioni.

Lo scorso ottobre il ministro Sirchia aveva improvvisamente vietato ogni terapia genica in Italia, perche' un esperimento condotto dal professor Alain Fischer di Parigi su cellule staminali dell'osso, aveva indotto la leucemia su due pazienti. Il tutto il mondo si era provveduto a bloccare quell'esperimento, su quelle cellule, per quel progetto. Ma in Italia -per ignoranza?- si era bloccato tutto. Per esempio, erano state bloccate alcune sperimentazioni sull'uomo per una grave malattia della pelle, la epidermolisi bollosa, che in alcuni casi puo' portare anche alla morte (l'esperimento prevedeva di prelevare con una biopsia alcune cellule staminali dal malato, di isolare quelle che contengono il difetto genetico, correggerlo e reimpiantare queste cellule nel paziente per vedere se riescono a riprodursi e a riparare i danni prodotti dalla malattia): a farlo era il professor Michele De Luca, responsabile scientifico del centro regionale del Veneto per la ricerca sulle cellule staminali epiteliali.

Ora il provvedimento, dopo un buio di otto mesi, e' stato corretto, e tutto e' affidato alla specificita' del singolo caso che si vorra' sperimentare.
A parte la evidente contraddizione dell'ordinanza quando chiede che per farsi approvare una sperimentazione occorre portare una relazione dettagliata su quanto gia' fatto in passato con altri pazienti (e se e' la prima volta, come succede, vista la novita', in buona parte di queste sperimentazioni geniche?), ora tutto passa nelle mani della burocrazia.
Certamente e' meglio che il blocco totale, ma perche' appesantire il tutto con la burocrazia (su cui i benefici sono sempre dubbi, specialmente in ambiente sanitario a forti condizionamenti ideologici come quello italiano, e del ministro Sirchia in particolare) e non limitarsi a bloccare solo quell'esperimento specifico che aveva motivato il blocco totale, cosi' come fatto nel resto del mondo?
Troppo rischioso? Non lo sappiamo, anche se abbiamo ben presente che e' proprio il rischio che ha fatto fare passi da gigante alla scienza, grazie a dei temerari che hanno sempre rotto gli schemi rigidi in cui le autorita' sanitarie al potere volevano ingabbiarli. Cosi' come sappiamo che oggi e' tutto bloccato proprio per questo motivo e, giustamente, non sono pochi i ricercatori che preferiscono andare all'estero.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
L'Aduc edita un periodico "Cellule staminali, notiziario quattordicinale" al seguente indirizzo: clicca qui
 
 
 
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