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CLONAZIONE, POLITICA E INFORMAZIONE
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Comunicato 
27 dicembre 2002 14:45
 
LA NASCITA DELLA BIMBA RAELIANA E' UNA BUONA OCCASIONE PER PARLARNE E NON PER LANCIARE ANATEMI IDEOLOGICI

Firenze, 27 Dicembre 2002. Il gruppo religioso dei raeliani ha annunciato che il 26 dicembre e' nata una bambina da un processo di clonazione riproduttiva. Un annuncio che ha subito scatenato cio' che gia' da alcuni mesi accade ad annunci del genere: tutti contro evocando i peggiori crimini dell'umanita' e, soprattutto, facendo un unico calderone con la clonazione umana terapeutica. Un metodo che ha in prima linea il nostro ministro della Salute che, un giorno si' e l'altro pure, non si fa scrupoli di definire nazisti tutti coloro che perorano la ricerca scientifica in ambito di clonazione umana terapeutica. Quindi, tra questi, il Governo britannico, quello andaluso, quello californiano e istituzioni tipo l'Universita' di Stanford.
A noi che la clonazione riproduttiva non scandalizza piu' di tanto, anche perche' ci sembra decisamente marginale e poco interessante, la vicenda ci interessa perche' non vorremmo che questo fosse un ulteriore freno al progresso della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Gia' ampiamente vietata dalla legge sulla fecondazione assistita che e' stata approvata dalla Camera dei Deputati e che fra non molto dovrebbe ricominciare il suo iter al Senato (i lavori in commissione sono stati sospesi, presumibilmente per la discussione sulla legge Finanziaria).
La questione non ci preoccupa tanto da un punto legislativo, perche' visto l'andazzo, non ci aspettiamo nulla dal nostro organo legislativo che non -al massimo- un divieto meno becero e magari piu' informato di quello gia' approvato. Ma sarebbe comunque un divieto. Quindi zero speranze in patria per tutti quei malati di oggi e malati di domani (si calcola che dai benefici della ricerca sulle staminali embrionali dovrebbero essere coinvolti tra i 10 e i 12 milioni di italiani). Ma ci preoccupa la mancanza di confronto e l'informazione, che' ognuno sappia quali sono le prospettive di questa ricerca e, ascoltando cio' che dicono i detrattori (ammesso che siano in grado di dire qualcosa in piu' del solito appellativo "nazista") possa ascoltare anche cio' che dicono i favorevoli. Se poi queste ricerche, come sembra, daranno risultati positivi li' dove sono legali, non ci faremo scrupoli a prendere un aereo, un treno o un autobus per accompagnare chi ne avra' bisogno. E' il bello della globalizzazione. Non solo: ma se questo avverra' in un Paese Ue, lo Stato italiano dovra' rimborsare anche tutte le spese a chi andra' a farsi curare in Gran Bretagna o in Spagna.
Per il momento stiamo impiegando molte delle nostre energie perche' siano sempre di piu' quelli che possano essere informati.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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