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Biotecnologie: verdi o rosse che siano l'informazione e' "politicamente modificata"
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Comunicato 
11 aprile 2002 14:44
 
Biotecnologie: verdi o rosse che siano l'informazione e' "politicamente modificata" Ai tanti tutori dell'ambientalismo e del moralismo chiediamo innanzitutto il rispetto dello Stato di diritto

Firenze 11 aprile 2002. Come da tempo andiamo ripetendo -interviene Grazia Galli, Consulente scientifico dell'Aduc e curatrice del periodico http://staminali.aduc.it - c'e' un diritto morto e sepolto in Italia: il diritto all'informazione.
A evidenziarlo sono ora anche i risultati di accurati studi, ultimo il rapporto presentato ieri alla Camera dei Deputati dall'Osservatorio di Pavia Media Research. La ricerca su quanto offerto dai quotidiani e dalle televisioni nazionali (servizio pubblico RAI compreso) in tema di biotecnologie agroalimentari, evidenzia come (citiamo testualmente) "l'informazione, che dovrebbe essere scientifica e quindi obiettiva per definizione, si riduce invece ad essere mera portavoce dello scontro ideologico tra opposte fazioni pro o contro le agrobiotecnologie. Un'informazione che non informa sul tema, ma soltanto sulle opinioni intorno al tema, senza peraltro che queste vengano adeguatamente motivate. La prima vittima di questo modo di fare informazione e' il lettore/telespettatore-consumatore, sempre più disorientato e impaurito, sempre meno informato".
Questo scempio del principio cardine dello Stato di diritto, che vuole che ad ogni cittadino sia garantita l'informazione adeguata a poter compiere scelte libere e consapevoli, lo stiamo denunciando da tempo. L'attuale mancanza di un'informazione non preclude solo la possibilita' di sapere cio' che mangiamo o cio' che mangeranno i nostri figli, ma investe l'intero ambito del diritto alla salute. Non piu' tardi di ieri, infatti, denunciavamo la stesso stato di evidente disinformazione sulle biotecnologie e la ricerca medica in cui sono abbandonati gli italiani, anche con la complicita' del nostro ministero della Salute.
A differenza di quanto accade da noi, in Canada, Francia Germania e Gran Bretagna, per far solo alcuni esempi, il sito del ministero della Salute e' un vero e proprio portale di informazione e discussione, accessibile anche ai non esperti, sui temi che riguardano i cittadini, che li' trovano materia su cui formarsi un opinione e non opinioni gia' preconfezionate.
Purtroppo le nostre denunce non hanno ancora ricevuto ne' una risposta, ne' alcun segno, quand'anche indiretto, da Governo e Parlamento, di voler intervenire su chi, a cominciare dal servizio pubblico radiotelevisivo, ha il dovere di garantire correttezza ed accessibilita' dell'informazione.
Rinnoviamo percio' la nostra richiesta a chi ci rappresenta nel Governo ed in Parlamento, di deporre, almeno su questo, le armi degli schieramenti di bandiera per impegnarsi in cio' che riteniamo essere il loro, e nostro, primo dovere: la difesa dello Stato di diritto.
 
 
 
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