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Dannata Italia. Don Abbondio il tuo profeta, azzeccagarbugli i tuoi governanti
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Articolo di Grazia Galli
1 ottobre 2002 21:23
 
Ormai non basterebbe neanche un mantello di piombo a coprire la vergogna di cui siamo responsabili nel tollerare l'oscurantismo in materia di ricerca scientifica che dilaga nel nostro Paese. Come definire l'azione di un Governo che, non pago di aver subdolamente introdotto la morale di Stato nella nostra legislazione, si fa anche promotore in sede di Unione europea della Santa Alleanza dei Paesi proibizionisti? E come se non bastasse ci propina la solita trita, ma ahime' efficace, retorica degli interessi del biotech, del demone capitalista pronto a chiedere la carne dei piccoli embrioni. Intervistato per l'Avvenire lo scorso 29 settembre, il viceministro all'Istruzione, Guido Possa afferma che: "I programmi specifici collegati a queste ricerche riguardano il 60-70% di tutti quelli che verranno co-finanziati dal VI programma quadro, circa 8-10 miliardi di euro. Questa e' ancora la parte minore del business, che vede Gran Bretagna e Francia in prima fila, perche' il vero obiettivo e' arrivare attraverso queste ricerche a produrre pezzi di ricambio per il corpo umano. Allora si' che il guadagno sarebbe incalcolabile".

La sua furbesca dichiarazione induce a credere il falso. I fondi previsti (prima della moratoria di cui il Governo italiano e' promotore) per la ricerca sulle staminali, adulte oltre che embrionali, corrispondono infatti a 27 milioni di euro e non al "60-70% di 8-10 miliardi di euro" che corrisponderebbero, calcolatrice alla mano, a 5 e 7 miliardi di euro, rispettivamente. Mentre per l'intero VI Programma Quadro i fondi previsti sono 17,5 miliardi, e non 8-10 miliardi. Ne' e' vero, come afferma il nostro vice-ministro nell'intervista pubblicata dal Corriere della Sera l'1 ottobre, "che attualmente vi sono una settantina di linee staminali che si possono moltiplicare ai fini della ricerca". Le linee cui Possa fa riferimento sono evidentemente quelle registrate all'NIH. Di queste solo un esiguo numero e' relamente utilizzabile, come hanno recentemente dichiarato gli esperti ricevuti in audizione al Senato Usa, e come riconoscituo dallo stesso segretario Usa alla Salute, Tommy Thomson.
Se davvero poi si volesse esser coerenti con i "valori" che ci vogliono imporre, non si dovrebbe allora finanziare la sperimentazione sul congelamento degli ovociti, proposta laicamente dal professor Flamigni. Perche' se questi come ginecologo e laico vi trova un fondamento etico (consentire la maternita' anche a chi e' colpito da tumore) lo stesso non puo' essere fatto ne' da Possa ne' dal ministro della Salute Girolamo Sirchia, se non ammettendo incoerenza con i loro cattolicissimi principi morali. Quello di Flamigni e' uno studio che, seppure promettente, richiede infatti la nascita di qualche centinaio di bambini da tenere sotto osservazione per tre anni prima di poterli definire "normali". Il nostro ministro-scienziato dovrebbe inoltre aver la cura di informare il sottosegretario Possa che lo scopo di molte delle ricerche finanziate, dai due dicasteri (Pubblica Istruzione e Salute), con pochi soldi e molti paletti moralisti, e' comunque proprio quello di produrre nuove terapie rigenerative, organi e tessuti, cioe' pezzi di ricambio, ed anche terapie per i tumori, per le malattie congenite, per tutte quelle malattie che non vorremmo augurare neanche a loro di avere.

Ma l'ipocrisia non e' solo del Governo. Va divisa anche con i partiti d'opposizione. Non v'e' alcuno in Parlamento che abbia esposto le proprie idee su questi temi in campagna elettorale e non manco' chi, come Luca Coscioni e i radicali gli chiedesse il confronto. Questioni di coscienza si rispose allora, ma con che diritto allora legiferarvi sopra? Per chi non avesse voglia di andarsi a rileggere tutte le proposte di legge presentate in materia di fecondazione assistita, basti il recente dibattito in materia di brevettabilita' delle invenzioni biotecnologiche. Nell'impossibilita' di decidere se appellarsi all'utopia del principio di precauzione o alla concretezza del principio di responsabilita', la Camera ha adottato come piu' autorevole riferimento i documenti della Conferenza episcopale in materia ed ha partorito la piu' ambigua e manipolabile affermazione di principio. L'Ulivo si e' astenuto in blocco, altri decideranno, e al momento opportuno cio' potra' esser utile per il gioco dei partiti.

La realta' con cui, volenti o nolenti, dobbiamo confrontarci, non si proibisce per legge ed impone a chi governa il dovere di cercare il miglior compromesso tra i legittimi interessi dei privati che investono i loro soldi nella ricerca di nuove terapie e quello di garantirne l'accessibilita' a tutti. A questo, non bastano gli eroici voli all'ultimo soffio negli uffici dell'industria Usa per pietire l'inclusione di un piccolo cittadino in una nuova sperimentazione, ma occorre, creare le condizioni che permettano la sinergia tra la troppo santificata ricerca pubblica e l'eccessivamente demonizzata ricerca privata. Una sfida che l'Italia fa fatica ad accettare. In questo senso potrebbe essere un bene che il bubbone delle contraddizioni biopolitiche stia scoppiando con tanto risonante squallore. Ci auguriamo che cio' incoraggi i bioeticisti, i giuristi, i filosofi, e quanti si aggiungeranno al gia' corposo numero di intellettuali coinvolti nel "dibattito bioetico", a resistere alla tentazione di creare una nuova casta di "professionisti" ed a mischiarsi piuttosto alla gente comune, ascoltandone le domande e le paure, cercando insieme soluzioni e favorendo la diffusione di una corretta informazione, che meglio di ogni trattato o enunciazione di principio, garantisce il diritto di ciascuno a disporre del proprio corpo, secondo la propria coscienza.

 
 
 
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1 ottobre 2002 21:23
 
Ormai non basterebbe neanche un mantello di piombo a coprire la vergogna di cui siamo responsabili nel tollerare l'oscurantismo in materia di ricerca scientifica che dilaga nel nostro Paese. Come definire l'azione di un Governo che, non pago di aver subdolamente introdotto la morale di Stato nella nostra legislazione, si fa anche promotore in sede di Unione europea della Santa Alleanza dei Paesi proibizionisti? E come se non bastasse ci propina la solita trita, ma ahime' efficace, retorica degli interessi del biotech, del demone capitalista pronto a chiedere la carne dei piccoli embrioni. Intervistato per l'Avvenire lo scorso 29 settembre, il viceministro all'Istruzione, Guido Possa afferma che: "I programmi specifici collegati a queste ricerche riguardano il 60-70% di tutti quelli che verranno co-finanziati dal VI programma quadro, circa 8-10 miliardi di euro. Questa e' ancora la parte minore del business, che vede Gran Bretagna e Francia in prima fila, perche' il vero obiettivo e' arrivare attraverso queste ricerche a produrre pezzi di ricambio per il corpo umano. Allora si' che il guadagno sarebbe incalcolabile".

La sua furbesca dichiarazione induce a credere il falso. I fondi previsti (prima della moratoria di cui il Governo italiano e' promotore) per la ricerca sulle staminali, adulte oltre che embrionali, corrispondono infatti a 27 milioni di euro e non al "60-70% di 8-10 miliardi di euro" che corrisponderebbero, calcolatrice alla mano, a 5 e 7 miliardi di euro, rispettivamente. Mentre per l'intero VI Programma Quadro i fondi previsti sono 17,5 miliardi, e non 8-10 miliardi. Ne' e' vero, come afferma il nostro vice-ministro nell'intervista pubblicata dal Corriere della Sera l'1 ottobre, "che attualmente vi sono una settantina di linee staminali che si possono moltiplicare ai fini della ricerca". Le linee cui Possa fa riferimento sono evidentemente quelle registrate all'NIH. Di queste solo un esiguo numero e' relamente utilizzabile, come hanno recentemente dichiarato gli esperti ricevuti in audizione al Senato Usa, e come riconoscituo dallo stesso segretario Usa alla Salute, Tommy Thomson.
Se davvero poi si volesse esser coerenti con i "valori" che ci vogliono imporre, non si dovrebbe allora finanziare la sperimentazione sul congelamento degli ovociti, proposta laicamente dal professor Flamigni. Perche' se questi come ginecologo e laico vi trova un fondamento etico (consentire la maternita' anche a chi e' colpito da tumore) lo stesso non puo' essere fatto ne' da Possa ne' dal ministro della Salute Girolamo Sirchia, se non ammettendo incoerenza con i loro cattolicissimi principi morali. Quello di Flamigni e' uno studio che, seppure promettente, richiede infatti la nascita di qualche centinaio di bambini da tenere sotto osservazione per tre anni prima di poterli definire "normali". Il nostro ministro-scienziato dovrebbe inoltre aver la cura di informare il sottosegretario Possa che lo scopo di molte delle ricerche finanziate, dai due dicasteri (Pubblica Istruzione e Salute), con pochi soldi e molti paletti moralisti, e' comunque proprio quello di produrre nuove terapie rigenerative, organi e tessuti, cioe' pezzi di ricambio, ed anche terapie per i tumori, per le malattie congenite, per tutte quelle malattie che non vorremmo augurare neanche a loro di avere.

Ma l'ipocrisia non e' solo del Governo. Va divisa anche con i partiti d'opposizione. Non v'e' alcuno in Parlamento che abbia esposto le proprie idee su questi temi in campagna elettorale e non manco' chi, come Luca Coscioni e i radicali gli chiedesse il confronto. Questioni di coscienza si rispose allora, ma con che diritto allora legiferarvi sopra? Per chi non avesse voglia di andarsi a rileggere tutte le proposte di legge presentate in materia di fecondazione assistita, basti il recente dibattito in materia di brevettabilita' delle invenzioni biotecnologiche. Nell'impossibilita' di decidere se appellarsi all'utopia del principio di precauzione o alla concretezza del principio di responsabilita', la Camera ha adottato come piu' autorevole riferimento i documenti della Conferenza episcopale in materia ed ha partorito la piu' ambigua e manipolabile affermazione di principio. L'Ulivo si e' astenuto in blocco, altri decideranno, e al momento opportuno cio' potra' esser utile per il gioco dei partiti.

La realta' con cui, volenti o nolenti, dobbiamo confrontarci, non si proibisce per legge ed impone a chi governa il dovere di cercare il miglior compromesso tra i legittimi interessi dei privati che investono i loro soldi nella ricerca di nuove terapie e quello di garantirne l'accessibilita' a tutti. A questo, non bastano gli eroici voli all'ultimo soffio negli uffici dell'industria Usa per pietire l'inclusione di un piccolo cittadino in una nuova sperimentazione, ma occorre, creare le condizioni che permettano la sinergia tra la troppo santificata ricerca pubblica e l'eccessivamente demonizzata ricerca privata. Una sfida che l'Italia fa fatica ad accettare. In questo senso potrebbe essere un bene che il bubbone delle contraddizioni biopolitiche stia scoppiando con tanto risonante squallore. Ci auguriamo che cio' incoraggi i bioeticisti, i giuristi, i filosofi, e quanti si aggiungeranno al gia' corposo numero di intellettuali coinvolti nel "dibattito bioetico", a resistere alla tentazione di creare una nuova casta di "professionisti" ed a mischiarsi piuttosto alla gente comune, ascoltandone le domande e le paure, cercando insieme soluzioni e favorendo la diffusione di una corretta informazione, che meglio di ogni trattato o enunciazione di principio, garantisce il diritto di ciascuno a disporre del proprio corpo, secondo la propria coscienza.

 
 
 
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