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Difficoltà con l'inserimento in RSA che sembra impossibile
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Lettera 
8 marzo 2019 0:00
 
Buongiorno, mio papà di 84 anni da più anni valutato invalido al 100% è oggi ricoverato in lungodegenza presso una RSA che però lo dimetterà tra 30gg.
A casa vivono tutti con la pensione di mio papà ad eccezione di me che non faccio parte del nucleo famigliare. A casa oltre mio papà c'è mia mamma e mio fratello. Mia mamma non ha mai lavorato e mio fratello è disoccupato da molti anni. Tra pensione di mio papà e indennità di accompagnamento arrivano a circa 1900 euro. Mia mamma ha una casa di proprietà che vale circa 100.000 euro la quale sembra superare il tetto max per poter accedere all'integrazione della retta quindi mia mamma dovrebbe pagare circa 1500euro mensili ma che non può pagare.
L'isee standard è di 12.300 euro. Non ricordo l'isee calcolato per l'RSA ma era comunque molto basso ed in effetti l'unico problema sembra essere la casa di proprietà. In casa, il clima è purtroppo diventato insostenibile e questo anche per la presenza di mio fratello e senza entrare nei dettagli ma giusto per rendere l'idea tutto il condominio è disturbato dalle urla che si sentono in casa con epiteti di vario genere e in alcuni casi sono anche arrivati alle mani. Mia mamma è molto sofferente per la situazione e tanto tanto stressata (alle volte ho paura che muore prima lei per il dispiacere), mio fratello in casa non aiuta anzi genera lavoro. Mio padre gli dice che è lui a sfamarlo, conta i bocconi nel piatto e questo altera ulteriormente gli equilibri. Insomma, è un vero disastro e nessuno chiama le forze dell'ordine per rispetto di mia madre che la conoscono da oltre 30anni ma si chiedono se un giorno dovesse succedere qualcosa.
Gli assistenti sociali non sembrano essere di molto aiuto. Mi hanno nuovamente indirizzato nel ritentare un ingresso in RSA, procedura che ha i suoi tempi e che comunque necessita di una nuova rivalutazione UVG e che comunque il cui esito probabilmente non sarà molto diverso dal passato perchè mia mamma non ha le risorse economiche. Tra l'altro, nella precedente valutazione mio papà non era in grado di camminare. A distanza di anni, anche grazie ad alcuni bravi medici che lo hanno seguito e cambiato terapia, oggi è in grado di deambulare anche se l'equilibrio è precario ed infatti più volte in casa è caduto. Mia mamma ha quindi paura che una nuova valutazione le possa togliere quei pochi soldi di indennità di accompagnamento che oggi, in tre in casa, le consentono di arrivare a fine mese.
Sebbene credo sia evidente, faccio presente che mio papà è sotto una elevata dose di farmaci, terapia che viene spesso rimodulata con alti e bassi della sua condizione fisica con picchi di ricadute verso il basso. In ultimo mia mamma è stata nominata da diverso tempo sua tutrice per la gestione finanziaria.
Spero mi possiate aiutare in qualche modo.
Non sò veramente più se e cosa possiamo fare. Intanto tra 30gg mio papà verrà dimesso e in casa mia mamma è troppo stanca per poterlo gestire.
In allegato la valutazione UVG di qualche anno prima
Marco, dalla provincia di TO

Risposta:
da quanto ci dice pare che il Comune calcoli l'immobile due volte, una prima volta nell'Isee e poi come criterio di esclusione per la compartecipazione alla spesa (sostenendo che chi se un componente del nucleo familiare ristretto è proprietario di un immobile ciò esclude la compartecipazione del Comune). Riteniamo tale ultimo criterio illegittimo. Poichè probabilmente tale regola è contenuta nel regolamento comunale applicabile dovreste procedere richiedendo la compartecipazione alla spesa da parte del comune e, ottenuto un diniego, rivolgervi al Tribunale amministrativo regionale chiedendo l'annullamento dell'atto e del regolamento comunale nella parte in cui esclude dalla compartecipazione gli utenti per i quali un componente del nucleo familiare ristretto è proprietario di un immobile ciò esclude la compartecipazione del Comune.
 
 
 
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