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 ITALIA - ITALIA - Suicidio assistito. Dopo 55 anni insieme coppia ricorre a clinica svizzera
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7 aprile 2020 10:07
 
Esistono coppie che, a dispetto dell'eta' e del tempo che passa, sono unite dal sentimento dell' amore con la stessa intensita', anche se in forma diversa, del primo giorno. Per Arrigo e Monika dopo 55 anni trascorsi insieme pensare di staccarsi era un proposito irrazionale, irreale. Dunque, con grande serenita' e soprattutto con invidiabile coraggio e dignita', hanno deciso di andarsene volontariamente, scegliendo la morte prima che la morte scegliesse loro, magari separandoli a sorpresa. Arrigo Crisciani, di 81 anni, affetto da un male incurabile, e Monika Schnell, di 77, di salute un po' instabile a causa dell'eta', triestini, come ha pubblicato oggi il quotidiano Il Piccolo, hanno convocato le tre figlie, due delle quali vivono all'estero, e hanno comunicato loro la decisione, inappellabile. Poche settimane, il tempo di informarsi, prendere i contatti con varie organizzazioni, fino a capire che in Italia questo e' un gesto non possibile. Allora hanno scritto alla 'Pegasos Swiss Association', che ha accolto il loro desiderio. Pochi giorni e la famiglia al completo ha raggiunto la provincia di Basilea (Svizzera). In un appartamento tranquillo, non in una clinica, hanno dapprima esperito con la gentilezza e il tatto degli operatori, le formalita' di rito, con la scelta che le ceneri venissero riportate in Italia. Poi, saldato il costo dell'intera operazione, e con l'assicurazione che anche all'ultimo secondo avrebbero potuto tornare sulla loro decisione, si sono chiusi in una stanza. Qui si sono distesi sul letto e hanno ascoltato una vecchia hit di Frank Sinatra che li appassionava. Infine, hanno azionato il meccanismo della flebo che prima narcotizza e poi spinge alla morte. Era il 24 febbraio scorso, e le tre figlie aspettavano nella stanza adiacente. "Quando io e le mie sorelle siamo entrate nella stanza, mamma e papa' ormai erano spirati - racconta oggi Raffaela, una delle tre figlie - Non c' era sofferenza nei loro volti. Le loro vite erano una cosa sola, hanno scelto una fine dignitosa. Oggi ci mancano, ma e' una nostalgia dolce. In questi giorni vedo in tv le persone che muoiono da sole in ospedale a causa del virus... penso che noi abbiamo avuto il privilegio di vivere un lungo addio, sereno", ha raccontato.
 
 
 
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