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 ITALIA - ITALIA - Italia. Le Regioni spendono solo il 40% dei fondi per cure palliative. Aifa: un problema culturale
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2 febbraio 2006 0:00
 
"Le cure palliative in Italia stentano a decollare, e non tanto per un problema legislativo, visto che dal 2001 sono state inserite nei Lea. Il problema e' che le Regioni, a sette anni dalla legge 39 che aveva stanziato 208 milioni per la realizzazione degli hospice, ne hanno speso non piu' del 40%". Questa la denuncia di Furio Zucco, presidente della Societa' italiana di Cure palliative (Sicp).
Questo nonostante il ministero della Salute abbia approvato da ben tre anni oltre 200 progetti che, come spiega Zucco, "sono rimasti perlopiu' sulla carta. E cosi', anche se dai tre hospice del 2000, si e' saliti a 120 nel 2005, la quota programmata di 250 e' ancora lontana. Si spera di raggiungerla nei prossimi cinque anni con circa tremila posti letto in tutta Italia. ... Secondo le indicazioni del ministero della Salute dovrebbe essere garantita assistenza domiciliare continua e gratuita a 180mila malati terminali, il 75% dei quali da inserire in un programma di cure palliative. In realta', intere Regioni ne sono prive". E aggiunge: "Solo il 2,5% delle strutture italiane vede l'integrazione tra hospice e cure domiciliari. Non bisogna dimenticare poi che dei 250mila pazienti inguaribili in Italia, 160mila sono oncologici, 90mila colpiti da altre patologie e 11mila bambini".
Il Presidente della Sicp ha anche spiegato che lo sviluppo delle cure palliative avrebbe anche indubbi vantaggi economici. "Il costo dell'assistenza domiciliare, compreso farmaci, presidi, ausili, reperibilita' h24, e' di 100 euro al giorno, 260 euro per posto letto in strutture ospedaliere e 280 per quelle extraospedaliere, e un costo medio in ospedale di 350 euro. In media i posti letto per struttura sono 15-20 e la permanenza media e' di 18-19 giorni, mentre e' di 30-40 giorni l'assistenza domiciliare. Se si utilizzasse un servizio di questo tipo, la necessita' di ricoveri ospedalieri scenderebbe al 3-4%, contro l'attuale 40%."
Il problema, ha ricordato Zucco, e' anche dovuto alla carenza di personale specializzato. Master dedicati alla formazione professionale di sanitari specializzati nel trattamento del dolore e per l'erogazione di cure palliative verranno attivati dalle Universita' degli studi di Modena e Reggio Emilia, e di Bologna.
In riferimento alle dichiarazioni di Zucco l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) precisa che in Italia ci sono gia' numerosi farmaci per il controllo del dolore all'interno del prontuario farmaceutico nazionale, ma che la loro prescrizione non e' ancora adeguata rispetto agli altri paesi europei, soprattutto per una questione culturale. "Nella fascia A del prontuario Farmaceutico Nazionale, vale a dire a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) - precisa l'Aifa in una nota - sono disponibili 79 confezioni di farmaci per il controllo dei diversi stadi di gravita' e delle differenti fasi della terapia del dolore". "L' Aifa, inoltre, nel 2004 aveva gia' ammesso alla rimborsabilita' ulteriori 49 confezioni di tali medicinali per assicurare ai cittadini la possibilita' di ricevere una piu' adeguata terapia del dolore. Tutto cio' ha determinato nel 2005 un incremento delle prescrizioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale (+160%) rispetto al 2004 e della copertura offerta dal SSN ai cittadini (+68%)". "Nonostante cio' la prescrizione dei farmaci per il controllo del dolore in Italia non risulta ancora adeguato agli altri Paesi europei. Il vero ostacolo, dunque - conclude l'Aifa - non e' costituito dagli investimenti o dalle normative ma da un problema di natura culturale che fa si' che questi farmaci siano sottoutilizzati e sottoprescritti pur essendo rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale".
 
 
 
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