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 ITALIA - ITALIA - Italia. Nuova legge sulla droga potrebbe penalizzare chi somministra farmaci antidolorifici
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7 marzo 2006 0:00
 
Poca chiarezza, mancanza di informazione e tanti appesantimenti burocratici che creano qualche complicazione: questi i principali rilievi da parte dei medici di famiglia e dei medici che si occupano di cure palliative circa le norme sugli stupefacenti recentemente approvate. Le recenti modifiche sulla normativa sulla droga non hanno pero' modificato, aggiungono, il ricettario introdotto dal 2001, che rimane piu' chiaro e meglio organizzato rispetto a quello precedente.
"Medici e farmacisti sono stati costretti ad approfondire una tematica su cui c'e' stata poca informazione -commenta Furio Zucco, presidente della Societa' Italiana di Cure palliative (Sicp) - e su cui non si e' fatta sufficiente chiarezza, senza dimenticare alcune complicazioni che ne derivano". Il familiare o il volontario che vanno a prendere i farmaci per il malato terminale o con patologie degenerative "in base al nuovo testo di legge, sono punibili se non riescono a dimostrarne l'utilizzo terapeutico. Cosa che la legge non spiega. Si tratta dunque di un problema che puo' coinvolgere molte persone, visto che l'erogazione diretta nel nostro paese e' poco diffusa e che i parenti spesso si trovano a comprare quantitativi di morfina e oppiacei consistenti, anche per 30 giorni. Che ci sia molta confusione in proposito lo dimostrano del resto le numerose telefonate che abbiamo ricevuto da parte dei medici che fanno riferimento alla Sicp, che non hanno idea di cosa rispondere ai parenti dei malati".
Altro problema e' quello dell'esclusione della categoria del dolore post-operatorio dai farmaci dispensabili. Continua Zucco: "Una modifica fatta perche' si ritiene che generalmente la fase post-operatoria venga trattata in ospedale, cosa che in realta' non sempre avviene. Il che comporta l'uso del vecchio ricettario, ormai in via di esaurimento, per questi farmaci e l'impossibilita', per chi viene dimesso subito dopo l'intervento, di non poter usare alcune medicine. Insomma, ci saremmo aspettati dei cambiamenti esemplificativi e non altra confusione in un momento così critico".
Piu' positivo invece il commento di Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di Medicina generale (Simg): "E' vero, ci sono degli appesantimenti burocratici da Prima Repubblica di cui non avevamo certo bisogno, ma bisogna considerare cio' che di buono ha fatto la legge 12 approvata nel 2001, il cui ricettario, che abbiamo fortemente voluto, non viene di fatto cambiato dalle recenti modifiche. Bisogna dunque ricordarsi di com'era prima la situazione, per apprezzare cio' che abbiamo ora". Cio' non toglie che con questo nuovo testo, prosegue Cricelli, "ci siano delle complessita' a livello di prescrizione, dosaggi e di burocrazia che pesano. Bisognerebbe arrivare ad una netta semplificazione delle procedure e dare una maggiore informazione a medici e cittadini, inserire i farmaci per il dolore nel prontuario, riconoscere e dispensare prontamente i nuovi farmaci. Nel nostro paese purtroppo le medicine per la terapia del dolore non vengono prescritte a sufficienza: il messaggio che vogliamo lanciare dunque è quello di prescriverli, al di là delle polemiche".
Anche la Federfarma esprime grande preoccupazione per le nuove norme sulle droghe: "Le nuove norme sugli stupefacenti, inserite in tutta fretta e senza i necessari approfondimenti in una legge riguardante le olimpiadi invernali, presentano gravi problemi applicativi. Ciononostante, le farmacie riescono, grazie al loro impegno, a non far pesare sui malati le incongruenze della legge. Lascia fortemente perplessi il fatto che la dispensazione di farmaci particolarmente delicati ed essenziali, come quelli utilizzati contro il dolore nei malati oncologici, affetti da gravi patologie degenerative o in decorso post-operatorio sia regolata da norme affrettate e di difficile applicazione". "La nuova legge, infatti non si limita a regolare l'uso non terapeutico di sostanze ad azione stupefacente con l'obiettivo di contrastarlo; ridisegna, invece, l'intero complesso di norme che disciplinano l'erogazione di medicinali a base di stupefacenti, intervenendo sulla classificazione delle sostanze, sul tipo di ricetta medica necessaria per i vari farmaci e sugli adempimenti a carico di medici e farmacisti. Il tutto senza che il Ministero della Salute -preso alla sprovvista anche dall'entrata in vigore il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale- abbia avuto il tempo di approfondire la portata delle norme e le conseguenze applicative per medici e farmacisti, che sono tuttora in attesa di chiarimenti sui molti punti oscuri della legge". "Nonostante tutte le difficolta' e i dubbi interpretativi -mentre il Ministero cerca con grande buona volonta' di dar chiarimenti con circolari che si susseguono a un ritmo quasi quotidiano- le farmacie, con grande senso di responsabilita', continuano ad assicurare farmaci cosi' importanti ai malati, senza alcun disagio per i pazienti e le loro famiglie".
 
 
 
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