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 FRANCIA - FRANCIA - Fine vita. Vincent Lambert è morto
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11 luglio 2019 16:58
 
E' morto Vincent Lambert, l'uomo tetraplegico da oltre 10 anni, simbolo in Francia della lotta per il fine vita. Ne ha dato notizia la sua famiglia questa mattina. Dopo l'ultima decisione del tribunale, i medici gli avevano sospeso cure e alimentazione da mercoledi' della scorsa settimana.

"E anche questa volta qualcuno osera' dire che e' stata morte naturale. Vincent Lambert non e' morto, Vincent Lambert e' stato ucciso". Cosi' in un post su Facebook il senatore Gaetano Quagliariello, leader di "Idea".

Il Presidente mons. Vincenzo Paglia e tutta la Pontificia Accademia per la Vita pregano per la famiglia di Vincent Lambert, per i medici, per tutte le persone coinvolte in questa vicenda. "La morte di Vincent Lambert e la sua storia sono una sconfitta per la nostra umanita'", dice in un tweet la Pav.

"In questo triste giorno, prego per l'eterno riposo dell'anima di Vincent Lambert, morto come martire, vittima della spaventosa follia degli uomini del nostro tempo. Prego per la sua famiglia e specialmente per i suoi genitori, cosi' coraggiosi, cosi' degni". Lo dice in un tweet il card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto divino, commentando la morte del tetraplegico francese lasciato senza alimentazione e idratazione.

"Per me, il caso Vincent Lambert finisce oggi": lo dice Francois Lambert, il nipote di Vincent Lambert, dicendosi "sollevato" per la morte del familiare divenuto simbolo del dibattito sul fine vita in Francia. "Spero che risposi in pace", ha proseguito il nipote favorevole allo stop dei trattamenti, contrariamente ai genitori che si erano fortemente opposti. "Attendevamo da anni, e' il ritorno della razionalita'". E ancora: "Per rispetto a Vincent, bisognava smetterla di mantenerlo vita in questo stato". Lambert e' morto questa mattina, alle 8.24, dopo che il medico ha deciso - 9 giorni fa - di interrompere i trattamenti di alimentazione e idratazione artificiale che gli venivano somministrati all'ospedale di Reims.

 "La tragica storia di Vincent Lambert, la cui morte e' stata al centro di una lunga battaglia legale in Francia, riporta all'attenzione del nostro paese la questione dell'eutanasia. La recente esperienza parlamentare dimostra ancora una volta che la materia e' ostica per il nostro paese ma la partita ancora non e' chiusa: noi del Movimento 5 Stelle riponiamo buone speranze nella possibilita' di scrivere una legge e, nonostante diversi partiti preferirebbero accantonare l'argomento, insieme ai relatori stiamo cercando di trovare un terreno utile di mediazione". Cosi' Francesca Businarolo, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio.

"Non e' eutanasia quella di Vincent Lambert, ma un protocollo medico che ha previsto la cessazione dei trattamenti e sedazione profonda e continua". Lo dichiara Maria Antonietta Farina Coscioni presidente dell'Istituto Luca Coscioni e membro del Consiglio generale del Partito Radicale. "Nell'approccio medico scientifico - prosegue - non devono esistere resistenze di alcun tipo, deve entrare il discorso sulla morte, non si deve mai negare alla persona malata o disabile e alla sua famiglia l'ascolto: e' doveroso che conoscano correttamente le strade possibili percorribili nello stesso modo per percorso di cura per accompagnarli alla morte". "Quella della sedazione profonda continua e' una via in generale percorribile anche in Italia se tutte le cittadine e cittadini italiani fossero correttamente informati, per scongiurare viaggi della morte a pagamento", conclude Farina Coscioni.

 "Hanno ucciso un disabile, l'eugenetica è tornata. L'Occidente che accoglie, l'Occidente che parla di libertà, l'Occidente che ha la scienza come stella polare, ha negato tutto questo e ignorato la Convenzione ONU sui diritti dei disabili decidendo di non aiutare un uomo a continuare la propria vita con un'assistenza dignitosa e attorniato dall'affetto dei propri cari genitori. E' la sconfitta della modernità e il ritorno al nazismo e al razzismo". La dichiarazione è di Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie e di Pro Vita e Famiglia, e segue alla notizia della morte di Vincent Lambert, l'uomo tetraplegico il cui caso era diventato molto noto negli ultimi anni nell'ambito della discussione del fine vita, essendo i genitori contrari alla sua eutanasia. "Abbiamo visto tutti quelle immagini della madre al suo capezzale e quel 'non piangere. La mamma ti è vicina...' mentre lui mostrava segni di commozione alla notizia della sua 'sentenza di morte'. Ma Vincent doveva morire. Ma la verità non muore e la dignità e l'amore di quei genitori hanno vinto perché nessuno li dimenticherà mai e Vincent vivrà nei nostri cuori", continuano Brandi e Coghe. "Il gruppetto di persone che lavorano perché l'Italia legalizzi l'eutanasia li chiama nuovi diritti ma sanno cosa significa la 'dolce' morte per disidratazione? La verità è che è un omicidio. Distribuire morte non sarà mai una soluzione, se non per alleggerirsi la vita anche da pesi economici e sociali. Noi ci opporremo e ci opporremo con forza a questa deriva che è in atto", concludono Brandi e Coghe.

"Vincent e' finalmente libero. Non temo di dirlo. Lo avevo detto per Eluana (Englaro, ndr) e lo ripeto ora. Continuare le terapie per mantenerlo in stato vegetativo contro la propria volonta' era un atto crudele". Lo afferma Silvio Viale, medico, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e responsabile scientifico di Exit Italia sul caso Lambert. "Vincent - dice Viale - non aveva fatto un Testamento Biologico, ma in vita aveva ripetutamente detto 'meglio un'iniezione che passare il resto della vita come un vegetale', come confermavano amici, colleghi e parenti. Altri parenti si opponevano per una questione religiosa, ma alla fine ha prevalso la volonta' ricostruita della persona. Esattamente come e' avvenuto per Eluana in Italia". "Vincent e Eluana - conclude Viale - hanno vinto sulla crudelta' dello Stato ed hanno aperto una strada di maggiore liberta' per tutti noi, che sara' completa solo quando Francia e Italia approveranno una legge sulla eutanasia che vada oltre quelle sulla semplice sospensione delle cure".

La morte di Vincent Lambert e' "un crimine di Stato". Lo scrivono i genitori del 42enne tetraplegico, morto nove giorni dopo l'interruzione delle cure. "Vincent e' morto, ucciso dalla ragion di Stato e da un medico che ha rinunciato al suo giuramento di Ippocrate", hanno dichiarato Pierre e Viviane Lambert. "E' il tempo del lutto e della contemplazione ma e' anche il momento della meditazione su questo crimine di Stato", hanno aggiunto secondo quanto riporta BfmTv.

"La condanna a morte è stata eseguita: questa mattina alle 8.24 Vincent LAMBERT è stato ucciso. La "civilissima" Francia ha tolto cibo e acqua ad un disabile grave contro la volontà dei suoi genitori. La Francia dei diritti ha condotto un disabile grave al patibolo e ha ritenuto che la morte fosse nel suo "miglior interesse". Dopo Terri Schiavo, Eluana Englaro, Charlie Gard e Alfie Evans, oggi l'Occidente si macchia di un altro atroce esempio di una civiltà che considera un peso, uno scarto, qualcosa di cui liberarsi in fretta le persone malate e fragili. Noi ci vergogniamo di una Europa così crudele e continueremo a combattere contro la deriva eutanasica anche nel nome di Vincent. Ogni essere umano è unico e irripetibile, e per questo ogni singola vita è degna di essere vissuta". Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.  

 "Vincent Lambert e' stato fatto morire di sete contro la sua volonta' e quella dei suoi familiari. Prosegue in tutto il mondo occidentale il piano per eliminare i malati e i disabili, considerati un costo inutile dalla societa' dei consumi". E' la posizione offerta dal senatore leghista Simone Pillon. "Marco Cappato, Emma Bonino e l'Associazione Luca Coscioni con i loro alleati politici - rincara - vorrebbero importare simili obbrobri anche in Italia, con la foglia di fico della cosiddetta 'dolce morte'. Non lo permetteremo". "Ci batteremo fino in fondo - assicura - perche' sia preservata la dignita' dei disabili e di tutti i malati. Nessuno in un Paese civile deve morire di sete!".

 Il caso di Vincent Lambert testimonia che spesso "manca il vocabolario dell'umanita'". Lo sottolinea l'Osservatore Romano. "I momenti finali della vita di una persona, che una volta avevano come teatro naturale la casa, con intere famiglie unite nella preghiera, nel conforto, nella compassione, finiscono per ridursi a semplici casi clinici legati a rigidi protocolli medico-sanitari" e cosi' "fragilita' e sofferenza smarriscono la loro dimensione piu' profonda. E vengono derubricate a voci da incasellare sulle pagine di gelide cartelle ospedaliere, dove manca del tutto il vocabolario essenziale dell'umanita': la cura, l'amore, la tenerezza, il pudore". "Ma chi vive l'esperienza della disabilita' e della malattia, tanto piu' nei casi estremi, ha bisogno proprio - sottolinea il quotidiano della Santa Sede - di un supplemento di umanita'. Ha bisogno di attenzione, di accompagnamento, di condivisione. Negargli il cibo e l'acqua, come invece e' avvenuto per Vincent, vuole dire abbandonarlo, in nome di un inaccettabile giudizio di valore sulla qualita' della sua esistenza. La logica dello scarto, che impietosamente si accanisce sui deboli e sugli indifesi, non ha come misura solo la dignita' della vita, ma anche la dignita' della morte", conclude l'Osservatore.
 
 
 
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