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 ITALIA - ITALIA - Caso Englaro. Pg chiede mantenimento cure, entro 60 giorni la sentenza
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4 ottobre 2007 0:00
 
Sara' depositata entro 60 giorni la sentenza con la quale la I Sezione civile della Cassazione rendera' noto se Eluana Englaro dovra' continuare a vivere alimentata dal sondino gastrico, oppure se potra' essere lasciata morire a seguito della sospensione dell'alimentazione artificiale. Lo ha detto Bruna Alessio, la curatrice legale di Eluana, appositamente nominata dai giudici della Corte d'appello di Milano.
Il rispetto dei tempi di deposito della sentenza sono stati assicurati, al termine dell'udienza svoltasi a porte aperte dinanzi alla I Sezione civile da Maria Gabriella Luccioli, presidente del Collegio composto dal presidente Relatore Alberto Giusti, e dai consiglieri Massimo Bonomo, Paolo Giuliani e Maria Rosaria San Giorgio, il sostituto procuratore generale della Cassazione che ha espresso il suo parere negativo alla richiesta del distacco del sondino gastrico e il consigliere Giacomo Caliendo.

IL PADRE, E' VITTIMA DA 5.738 GIORNI - 'Dalla Cassazione ci aspettiamo una risposta: ossia se finalmente possiamo far rispettare la volonta' di Eluana che e' prigioniera da 5.738 giorni, da quando, ormai piu' di 15 anni fa, allora ebbe l'incidente stradale e fu portata in rianimazione. Eluana e' una vittima sacrificale e non e' giusto'. Lo ha detto Giuseppe Englaro, il padre di Eluana, la ragazza in stato neurovegetativo tenuta in vita grazie all'alimentazione che riceve dal sondino gastrico che le e' stato applicato.
Englaro e' arrivato stamani in Cassazione e ha parlato con i cronisti fuori dal 'Palazzaccio' e non e' entrato nell'aula della I Sezione civile dove si e' discusso il suo ricorso per ottenere la fine del trattamento sanitario impartito alla figlia. Per quanto riguarda la manifestazione del consenso di Eluana a non ricevere trattamenti sanitari che configurassero accanimento, il padre e' chiaro nel dire che 'e' nel Dna della nostra famiglia il rispetto per le liberta' fondamentali dell'individuo: gli approfondimenti per conoscere il punto di vista di Luana erano stati fatti, le sue indicazioni erano chiare, non ci saremo mai aspettati tutte queste difficolta' '.
Nel caso di Eluana, ha proseguito il padre 'c'e' una evidente discriminazione perche' e' incapace di intendere e volere e non gli viene applicato il diritto a disporre come vuole della sua vita, sebbene le testimonianze delle sue amiche abbiano dato conto del fatto che lei mai avrebbe voluto vivere in queste condizioni'.
Il signor Englaro chiede che venga ripreso il processo che, all'interno della struttura pubblica dove Luana e' ricoverata, l'avrebbe portata alla morte se non fossero intervenute le cure successive: attraverso protocolli clinici e' stata portata in questa situazione e attraverso protocolli clinici ne dovra' uscire. 'E' una battaglia per la liberta' di tutti - ha concluso Giuseppe Englaro - perche' tutti i cittadini potrebbero trovarsi in questa situazione: tutti dobbiamo dire grazie a Eluana'.

PG: NON STACCATE IL SONDINO AD ELUANA - 'Non staccate il sondino nasogastrico' che tiene in vita in stato neurovegetativo irreversibile Eluana Englaro, la ragazza di Lecco che da 15 anni, 9 mesi e 16 giorni e' in coma dopo un incidente stradale. Questo tipo di trattamento infatti, 'non rientra nei casi di accanimento terapeutico'. Ecco perche' il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giacomo Caliendo, ha chiesto ai giudici della prima sezione civile di rigettare il ricorso presentato dal papa' di Eluana contro il decreto della Corte d'appello di Milano del dicembre del 2006.
In sostanza il pg, nel chiedere il rigetto del ricorso, ha sottolineato che dal momento che 'la vita e' un valore supremo tutelato dalla Costituzione, la decisione di come vivere o di come morire va lasciato al diretto interessato e non puo' essere gestito da altri'. Anche se, ha ammesso la pubblica accusa della Cassazione, 'il trattamento cui e' sottoposta Eluana e' invasivo, non c'e' il consenso della ragazza', e quindi nessun altro puo' arrogarsi il diritto di decidere di staccare il sondino che ancora la tiene in vita.
In questo modo la pubblica accusa si e' allineata alla decisione della Corte d'appello di Milano del dicembre 2006 che, dicendo no al distacco del sondino, aveva sentenziato che il trattamento cui e' sottoposta la ragazza non rientra nell'accanimento terapeutico. Dello stesso avviso e' il pg della Cassazione che quindi ha chiesto il rigetto del ricorso del padre di Eluana.
In particolare nella sua requisitoria, durata una ventina di minuti, dinanzi ai giudici della I Sezione Civile della Cassazione, il sostituto procuratore generale Caliendo ha rilevato che 'il trattamento al quale e' sottoposta Eluana e' difficile qualificarlo come trattamento sanitario, in quanto si tratta soltanto della somministrazione del nutrimento'.
'Chiedo il rigetto del ricorso avanzato dal padre e dalla curatrice della ragazza - ha proseguito Caliendo - perche' il nostro ordinamento tutela piu' di ogni altra cosa, il valore supremo rappresentato dal bene della vita, ancor piu' del valore della dignita' umana: la decisione se vivere e morire e come vivere e morire, deve essere lasciata alle persone direttamente interessate e non ad altri'. Il pg ha ricordato che nulla si sa della volonta' di Eluana a proposito del trattamento di alimentazione artificiale al quale e' sottoposta, 'che e' certamente invasivo, ma non puo' essere considerato un trattamento terapeutico in senso stretto'. In poche parole, ad avviso del rappresentante della Procura del Palazzaccio, le testimonianze rese dinanzi alla Corte d'Appello di Milano dalle amiche di Eluana sulla volonta' della ragazza di non continuare a vivere nelle sue condizioni, non sono 'ne' rilevanti ne' attuali in quanto non riguardano il consenso di Eluana all'alimentazione col sondino'. A margine della sua requisitoria, Caliendo si e' poi lasciato andare ad alcune considerazioni, ad esempio - si e' domandato problematicamente - 'Se venisse staccato il sondino, la ragazza sarebbe lasciata morire tra dolori atroci, a meno che non le fossero somministrate delle medicine, ma allora ci sarebbe forse un nuovo accanimento'.

IL CURATORE SPECIALE DI ELUANA, MAI AVREBBE CONSENTITO A UN TRATTAMENTO DEL GENERE - 'Eluana, per quel che ha potuto, ha detto che non avrebbe mai consentito ad un trattamento di questo genere che non vi e' dubbio essere un accanimento terapeutico'. In Cassazione e' presente anche il curatore speciale di Eluana Englaro visto che nell'aprile del 2005 la Cassazione, respingendo il ricorso del padre, aveva evidenziato che questi, in quanto semplice tutore e non curatore speciale dell'interesse di sua figlia Eluana, non poteva chiedere la sospensione delle cure.
'La Corte d'appello di Milano -ha osservato l'avvocato Franca Alessio- ha accettato di dare voce ad Eluana attraverso la testimonianza offerta dalle amiche ma poi ha ritenuto che non fossero rilevanti in quanto raccolte in un momento in cui la ragazza era giovane'.
Eppure, ha rimarcato il curatore speciale della giovane, 'Eluana, per quel che ha potuto, ha detto che mai avrebbe acconsentito ad un trattamento del genere che le avesse impedito di morire. In questo caso, pero', non c'e' dubbio che siamo in presenza di accanimento terapeutico e quindi l'unica soluzione e' che questo trattamento venga giudicato come accanimento terapeutico e quindi si decida per la sospensione dell'alimentazione'.

"Ci sono due risvolti possibili: in caso di ulteriore rifiuto da parte della Cassazione di riconoscere la volonta' di Eluana, si renderebbe urgentissima la legge sul testamento biologico. In caso di una risposta positiva, sarebbe un importante passo avanti per il riconoscimento delle volonta' della persona, comunque siano state date". Rocco Berardo, vice segretario dell'associazione "Luca Coscioni", interviene cosi' sulla richiesta del sostituto procuratore generale. La suprema Corte dovrebbe infatti pronunciarsi entro sera sulla richiesta del padre Beppino Englaro di staccare la spina.
Secondo l'associazione "Luca Coscioni" sarebbe preminente il diritto di autodeterminazione della persona e la possibilita' di non dover subire l'imposizione di qualsiasi tipo di cure. "Il caso di Eluana e' lampante - spiega Berardo - perche' la ragazza si trova in quelle condizioni ormai da 15 anni. Non c'e' una ragionevole possibilita' che le cure possano avere un esito positivo. E' assurdo poi - continua - che dopo cosi' tanti anni non si possano far valere le ragioni di Eluana che, in tempi non sospetti, aveva manifestato ai genitori la volonta' di non trovarsi in una situazione analoga a quella che era capitata ad una ragazza. Fa bene il padre Beppino Englaro a tentare la via della legalita'. Ma la sentenza della Cassazione dovra' essere ragionevole".
Il caso di Eluana Englaro fa tornare alla mente la contestata vicenda di Piergiorgio Welby, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, morto il 20 dicembre 2006. "Nel caso di Piergiorgio - continua il vice segretario dell'associazione Luca Coscioni - ci fu espressamente la volonta' di Welby di interrompere i trattamenti. Per chi non puo' esprimerla, perche' in coma, la legge sul testamento biologico diventa fondamentale".


AVV.ANGELINI,LA POLITICA E' DEBOLE - 'Quando la politica e' debole e' naturale che il giudice senta il peso di dover svolgere un ruolo supplente: chiediamo alla Cassazione di affermare il principio del divieto dell'accanimento terapeutico teso a tenere in vita all'infinito uno Stato vegetativo che e' il frutto di una pratica di rianimazione. Nessuno ha il diritto di disporre senza limiti della vita di una persona'. Lo ha detto l'avvocato Vittorio Angelini che rappresenta Giuseppe Englaro.
Nella relazione introduttiva dell'udienza di stamani, il consigliere relatore, Alberto Giusti, parlando delle condizioni in cui si trova Eluana, ha detto che la ragazza e' 'tenuta in vita da un presidio sanitario artificiale'. In questa frase, l'avvocato Angelini coglie un 'distinguo' dalla posizione espressa dal pg Caliendo: una differenza che potrebbe portare il collegio della prima sezione civile a considerare accanimento terapeutico l'alimentazione artificiale somministrata a Eluana, aprendo cosi' - forse - la strada all'articolazione di un punto di vista diverso da quello del pg.

La moglie di Piergiorgio Welby, Mina, e' venuta a portare tutta la sua 'solidarieta' e vicinanza' a Giuseppe Englaro, il papa' di Eluana, la ragazza in coma da oltre 15 anni per la quale i familiari chiedono la cessazione dell'alimentazione artificiale nel rispetto della volonta' espressa dalla giovane prima dell'incidente stradale che le ha tolto la capacita' di intendere e volere.
'Questa ragazza non sentirebbe dolore se le venisse staccato il sondino - ha detto la donna - e bisogna metter fine alla sua agonia protratta. La sofferenza, anche quella dei familiari, non porta in paradiso, non c'e' scritto in nessun passo del vangelo'. Mina Welby ha voluto 'testimoniare' il suo affetto e la condivisione della battaglia portata avanti da, come lei lo chiama, Beppino. Entrambi sono rimasti sulle scale esterne del 'Palazzaccio' e non sono entrati nell'aula della I Sezione civile.

"Siamo assolutamente favorevoli alla possibilita' per il cittadino di esprimere la propria volonta' su scelte terapeutiche anche per le condizioni future. Ma quello che e' 'accanimento terapeutico' non puo' essere codificato una volta per tutte". Giacomo Milillo, presidente della Federazione italiana medici di famiglia, si inserisce cosi' nel dibattito sulla legge sul testamento biologico.
"E' giusto che il cittadino decida se sottoporsi o no ad una cura ma il modo in cui si realizza questa decisione e' strettamente personale. In uno stato di non coscienza la decisione presa in precedenza verrebbe affidata, a quanto riportano tutti i progetti di legge sul tema, a una persona 'fiduciaria'. La decisione e' indicativa, ma il medico dovra' valutare al momento se proseguire le cure, anche in rapporto alla situazione effettiva del malato, alle cure disponibili e alle prospettive future. Non si puo' definire una volta per tutte e con leggi immodificabili cosa e' l'accanimento terapeutico".

Un grave errore ed un abuso: la ragazza aveva ampiamente richiesto con forti testimonianze di non esser mantenuta in vita artificialmente qualora si fosse trovata in condizioni di salute irreversibili e non piu' recuperabili.
Cosi' la pensa il Presidente Onorario del Comitato Nazionale di Bioetica (Cnb) Giovanni Berlinguer per il quale "una legge in materia e' assolutamente necessaria".
E se serve una legge in materia pero' "anche senza una legge i magistrati - conclude Berlinguer - dovrebbero essere molto piu' coerenti con le esigenze umane e con la presenza di una situazione insostenibile cosi' a lungo".

'Sgomento di fronte alla notizia che il sostituto procuratore generale della Cassazione Giacomo Caliendo abbia richiesto ancora una volta di non sospendere le terapie nutritive come richiesto dai genitori di Eluana Englaro', lo dichiara la Consulta di Bioetica in una nota aggiungendo che 'lo sgomento e' ancora piu' grande quando si apprende che la richiesta sarebbe motivata dal fatto che la terapia nutritiva non costituisce accanimento terapeutico e che il consenso non e' attuale. Questa ultima ragione mostra il disprezzo verso i genitori e tutti coloro che hanno testimoniato negli ultimi 15 anni la volonta' espressa da Eluana e sembra essere un pretesto che cela la vera motivazione, ossia che la terapia nutrizionale non sarebbe accanimento terapeutico. Rinveniamo in questo motivo un eco della recente dichiarazione della Congregrazione per la Dottrina della Fede che viene pedissequamente accolto dall'ultimo grado di giudizio'.
La Consulta di Bioetica si dice 'preoccupata per l'arretratezza con cui i tribunali italiani negano il diritto civile riconosciuto ormai in tutti i paesi avanzati. E' vicina alla famiglia Englaro per la quale la richiesta del sostituto procuratore e' un ulteriore torto. Auspica che la Cassazione saggiamente respinga e decida autonomamente ristabilendo la giustizia.
La Consulta di Bioetica - conclude la nota - continuera' la battaglia per l'affermazione del diritto civile di sospendere le terapie nutritive nello stato vegetativo permanente ove questo fosse stato richiesto precedentemente'.

'Il caso di Eluana che vive dal '92 in stato vegetativo, attaccata a un sondino, e' la riprova che e' urgente colmare il vuoto legislativo esistente e che bisogna procedere celermente all'approvazione della legge sul testamento biologico'. Lo ha dichiarato il deputato Verde Tommaso Pellegrino (commissione Affari sociali), primo firmatario di una proposta di legge sul consenso informato e contro l'accanimento terapeutico, a proposito di Eluana Englaro.
'Alleviare le sofferenze del malato - prosegue il deputato Verde - deve essere l'obiettivo di tutti. Dobbiamo arrivare a una legge che non preveda alcun sistema coercitivo, come e' appunto quella sul testamento biologico: un atto di civilta' che tutela i diritti di chi vive in una situazione di irreversibile sofferenza'.

"Sono esterefatto per la superficialita' del sostituto procuratore generale della Cassazione, Giacomo Caliendo, che evidentemente non conosce lo stato vegetativo e non ha approfondito nemmeno il caso di Terry Schiavo". Lo afferma Silvio Viale, medico di Exit-Italia e membro del Consiglio Generale dell'Associazione Coscioni.
"Dopo 15 anni di stato vegetativo l'encefalo di Eluana, come ha confermato l'autopsia su Terry Schiavo - rileva Viale in una nota - pesa meno della meta' del normale, essendo in grave atrofia cerebrale irreversibile. Non ha alcun fondamento scientifico la sua affermazione che 'Se venisse staccato il sondino, la ragazza sarebbe lasciata morire tra dolori atroci, a meno che non le fossero somministrate delle medicine, ma allora ci sarebbe forse un nuovo accanimento'. Purtroppo Eluana non c'e' piu' da tempo e quella non e' piu' vita, poiche' ella non ha piu' coscienza di se stessa".
L'allusione all'accanimento terapeutico, secondo Viale, "e' semplicemente ridicola, essendo quello attuale il vero accanimento terapeutico dello Stato verso Eluana. Il sostituto procuratore giustifica l'alimentazione forzata mediante sondino come se si trattasse di alimentazione naturale, e non di terapia con le sostanze da alimenatre che vengono appositamete preparate, soppesate e bilanciate. Che si tratti di una terapia e' dimostrato, peraltro, dal caso di Giovanni Nuvoli, che e' stato assecondato nel suo desiderio di non nutrirsi, senza alcuna contestazione di eutanasia omissiva, e dal fatto che il Codice deontologico dei medici vieta l'alimentazione forzata delle persone che digiunano o che non vogliono nutrirsi".
Sentendo le argomentazioni del sostituto procuratore generale della Cassazione, Giacomo Caliendo, inoltre, "non si puo' evitare un riferimento alla morte di Giovanni Paolo II - rileva il medico - ed alle vicende del suo sondino, poiche' e chiaro che, se Giovanni Paolo II avesse varcato il confine dello Stato del Vaticano, in Italia i curanti avrebbero rischiato la denuncia per eutanasia omissiva. Io credo che dopo 15 anni, per se', per i suoi cari e per tutti noi, Eluana Englaro - conclude Viale - abbia il diritto ad essere lasciata andare, a vedere certificata la sua fine".
 
 
 
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4 ottobre 2007 0:00
 
Sara' depositata entro 60 giorni la sentenza con la quale la I Sezione civile della Cassazione rendera' noto se Eluana Englaro dovra' continuare a vivere alimentata dal sondino gastrico, oppure se potra' essere lasciata morire a seguito della sospensione dell'alimentazione artificiale. Lo ha detto Bruna Alessio, la curatrice legale di Eluana, appositamente nominata dai giudici della Corte d'appello di Milano.
Il rispetto dei tempi di deposito della sentenza sono stati assicurati, al termine dell'udienza svoltasi a porte aperte dinanzi alla I Sezione civile da Maria Gabriella Luccioli, presidente del Collegio composto dal presidente Relatore Alberto Giusti, e dai consiglieri Massimo Bonomo, Paolo Giuliani e Maria Rosaria San Giorgio, il sostituto procuratore generale della Cassazione che ha espresso il suo parere negativo alla richiesta del distacco del sondino gastrico e il consigliere Giacomo Caliendo.

IL PADRE, E' VITTIMA DA 5.738 GIORNI - 'Dalla Cassazione ci aspettiamo una risposta: ossia se finalmente possiamo far rispettare la volonta' di Eluana che e' prigioniera da 5.738 giorni, da quando, ormai piu' di 15 anni fa, allora ebbe l'incidente stradale e fu portata in rianimazione. Eluana e' una vittima sacrificale e non e' giusto'. Lo ha detto Giuseppe Englaro, il padre di Eluana, la ragazza in stato neurovegetativo tenuta in vita grazie all'alimentazione che riceve dal sondino gastrico che le e' stato applicato.
Englaro e' arrivato stamani in Cassazione e ha parlato con i cronisti fuori dal 'Palazzaccio' e non e' entrato nell'aula della I Sezione civile dove si e' discusso il suo ricorso per ottenere la fine del trattamento sanitario impartito alla figlia. Per quanto riguarda la manifestazione del consenso di Eluana a non ricevere trattamenti sanitari che configurassero accanimento, il padre e' chiaro nel dire che 'e' nel Dna della nostra famiglia il rispetto per le liberta' fondamentali dell'individuo: gli approfondimenti per conoscere il punto di vista di Luana erano stati fatti, le sue indicazioni erano chiare, non ci saremo mai aspettati tutte queste difficolta' '.
Nel caso di Eluana, ha proseguito il padre 'c'e' una evidente discriminazione perche' e' incapace di intendere e volere e non gli viene applicato il diritto a disporre come vuole della sua vita, sebbene le testimonianze delle sue amiche abbiano dato conto del fatto che lei mai avrebbe voluto vivere in queste condizioni'.
Il signor Englaro chiede che venga ripreso il processo che, all'interno della struttura pubblica dove Luana e' ricoverata, l'avrebbe portata alla morte se non fossero intervenute le cure successive: attraverso protocolli clinici e' stata portata in questa situazione e attraverso protocolli clinici ne dovra' uscire. 'E' una battaglia per la liberta' di tutti - ha concluso Giuseppe Englaro - perche' tutti i cittadini potrebbero trovarsi in questa situazione: tutti dobbiamo dire grazie a Eluana'.

PG: NON STACCATE IL SONDINO AD ELUANA - 'Non staccate il sondino nasogastrico' che tiene in vita in stato neurovegetativo irreversibile Eluana Englaro, la ragazza di Lecco che da 15 anni, 9 mesi e 16 giorni e' in coma dopo un incidente stradale. Questo tipo di trattamento infatti, 'non rientra nei casi di accanimento terapeutico'. Ecco perche' il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giacomo Caliendo, ha chiesto ai giudici della prima sezione civile di rigettare il ricorso presentato dal papa' di Eluana contro il decreto della Corte d'appello di Milano del dicembre del 2006.
In sostanza il pg, nel chiedere il rigetto del ricorso, ha sottolineato che dal momento che 'la vita e' un valore supremo tutelato dalla Costituzione, la decisione di come vivere o di come morire va lasciato al diretto interessato e non puo' essere gestito da altri'. Anche se, ha ammesso la pubblica accusa della Cassazione, 'il trattamento cui e' sottoposta Eluana e' invasivo, non c'e' il consenso della ragazza', e quindi nessun altro puo' arrogarsi il diritto di decidere di staccare il sondino che ancora la tiene in vita.
In questo modo la pubblica accusa si e' allineata alla decisione della Corte d'appello di Milano del dicembre 2006 che, dicendo no al distacco del sondino, aveva sentenziato che il trattamento cui e' sottoposta la ragazza non rientra nell'accanimento terapeutico. Dello stesso avviso e' il pg della Cassazione che quindi ha chiesto il rigetto del ricorso del padre di Eluana.
In particolare nella sua requisitoria, durata una ventina di minuti, dinanzi ai giudici della I Sezione Civile della Cassazione, il sostituto procuratore generale Caliendo ha rilevato che 'il trattamento al quale e' sottoposta Eluana e' difficile qualificarlo come trattamento sanitario, in quanto si tratta soltanto della somministrazione del nutrimento'.
'Chiedo il rigetto del ricorso avanzato dal padre e dalla curatrice della ragazza - ha proseguito Caliendo - perche' il nostro ordinamento tutela piu' di ogni altra cosa, il valore supremo rappresentato dal bene della vita, ancor piu' del valore della dignita' umana: la decisione se vivere e morire e come vivere e morire, deve essere lasciata alle persone direttamente interessate e non ad altri'. Il pg ha ricordato che nulla si sa della volonta' di Eluana a proposito del trattamento di alimentazione artificiale al quale e' sottoposta, 'che e' certamente invasivo, ma non puo' essere considerato un trattamento terapeutico in senso stretto'. In poche parole, ad avviso del rappresentante della Procura del Palazzaccio, le testimonianze rese dinanzi alla Corte d'Appello di Milano dalle amiche di Eluana sulla volonta' della ragazza di non continuare a vivere nelle sue condizioni, non sono 'ne' rilevanti ne' attuali in quanto non riguardano il consenso di Eluana all'alimentazione col sondino'. A margine della sua requisitoria, Caliendo si e' poi lasciato andare ad alcune considerazioni, ad esempio - si e' domandato problematicamente - 'Se venisse staccato il sondino, la ragazza sarebbe lasciata morire tra dolori atroci, a meno che non le fossero somministrate delle medicine, ma allora ci sarebbe forse un nuovo accanimento'.

IL CURATORE SPECIALE DI ELUANA, MAI AVREBBE CONSENTITO A UN TRATTAMENTO DEL GENERE - 'Eluana, per quel che ha potuto, ha detto che non avrebbe mai consentito ad un trattamento di questo genere che non vi e' dubbio essere un accanimento terapeutico'. In Cassazione e' presente anche il curatore speciale di Eluana Englaro visto che nell'aprile del 2005 la Cassazione, respingendo il ricorso del padre, aveva evidenziato che questi, in quanto semplice tutore e non curatore speciale dell'interesse di sua figlia Eluana, non poteva chiedere la sospensione delle cure.
'La Corte d'appello di Milano -ha osservato l'avvocato Franca Alessio- ha accettato di dare voce ad Eluana attraverso la testimonianza offerta dalle amiche ma poi ha ritenuto che non fossero rilevanti in quanto raccolte in un momento in cui la ragazza era giovane'.
Eppure, ha rimarcato il curatore speciale della giovane, 'Eluana, per quel che ha potuto, ha detto che mai avrebbe acconsentito ad un trattamento del genere che le avesse impedito di morire. In questo caso, pero', non c'e' dubbio che siamo in presenza di accanimento terapeutico e quindi l'unica soluzione e' che questo trattamento venga giudicato come accanimento terapeutico e quindi si decida per la sospensione dell'alimentazione'.

"Ci sono due risvolti possibili: in caso di ulteriore rifiuto da parte della Cassazione di riconoscere la volonta' di Eluana, si renderebbe urgentissima la legge sul testamento biologico. In caso di una risposta positiva, sarebbe un importante passo avanti per il riconoscimento delle volonta' della persona, comunque siano state date". Rocco Berardo, vice segretario dell'associazione "Luca Coscioni", interviene cosi' sulla richiesta del sostituto procuratore generale. La suprema Corte dovrebbe infatti pronunciarsi entro sera sulla richiesta del padre Beppino Englaro di staccare la spina.
Secondo l'associazione "Luca Coscioni" sarebbe preminente il diritto di autodeterminazione della persona e la possibilita' di non dover subire l'imposizione di qualsiasi tipo di cure. "Il caso di Eluana e' lampante - spiega Berardo - perche' la ragazza si trova in quelle condizioni ormai da 15 anni. Non c'e' una ragionevole possibilita' che le cure possano avere un esito positivo. E' assurdo poi - continua - che dopo cosi' tanti anni non si possano far valere le ragioni di Eluana che, in tempi non sospetti, aveva manifestato ai genitori la volonta' di non trovarsi in una situazione analoga a quella che era capitata ad una ragazza. Fa bene il padre Beppino Englaro a tentare la via della legalita'. Ma la sentenza della Cassazione dovra' essere ragionevole".
Il caso di Eluana Englaro fa tornare alla mente la contestata vicenda di Piergiorgio Welby, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, morto il 20 dicembre 2006. "Nel caso di Piergiorgio - continua il vice segretario dell'associazione Luca Coscioni - ci fu espressamente la volonta' di Welby di interrompere i trattamenti. Per chi non puo' esprimerla, perche' in coma, la legge sul testamento biologico diventa fondamentale".


AVV.ANGELINI,LA POLITICA E' DEBOLE - 'Quando la politica e' debole e' naturale che il giudice senta il peso di dover svolgere un ruolo supplente: chiediamo alla Cassazione di affermare il principio del divieto dell'accanimento terapeutico teso a tenere in vita all'infinito uno Stato vegetativo che e' il frutto di una pratica di rianimazione. Nessuno ha il diritto di disporre senza limiti della vita di una persona'. Lo ha detto l'avvocato Vittorio Angelini che rappresenta Giuseppe Englaro.
Nella relazione introduttiva dell'udienza di stamani, il consigliere relatore, Alberto Giusti, parlando delle condizioni in cui si trova Eluana, ha detto che la ragazza e' 'tenuta in vita da un presidio sanitario artificiale'. In questa frase, l'avvocato Angelini coglie un 'distinguo' dalla posizione espressa dal pg Caliendo: una differenza che potrebbe portare il collegio della prima sezione civile a considerare accanimento terapeutico l'alimentazione artificiale somministrata a Eluana, aprendo cosi' - forse - la strada all'articolazione di un punto di vista diverso da quello del pg.

La moglie di Piergiorgio Welby, Mina, e' venuta a portare tutta la sua 'solidarieta' e vicinanza' a Giuseppe Englaro, il papa' di Eluana, la ragazza in coma da oltre 15 anni per la quale i familiari chiedono la cessazione dell'alimentazione artificiale nel rispetto della volonta' espressa dalla giovane prima dell'incidente stradale che le ha tolto la capacita' di intendere e volere.
'Questa ragazza non sentirebbe dolore se le venisse staccato il sondino - ha detto la donna - e bisogna metter fine alla sua agonia protratta. La sofferenza, anche quella dei familiari, non porta in paradiso, non c'e' scritto in nessun passo del vangelo'. Mina Welby ha voluto 'testimoniare' il suo affetto e la condivisione della battaglia portata avanti da, come lei lo chiama, Beppino. Entrambi sono rimasti sulle scale esterne del 'Palazzaccio' e non sono entrati nell'aula della I Sezione civile.

"Siamo assolutamente favorevoli alla possibilita' per il cittadino di esprimere la propria volonta' su scelte terapeutiche anche per le condizioni future. Ma quello che e' 'accanimento terapeutico' non puo' essere codificato una volta per tutte". Giacomo Milillo, presidente della Federazione italiana medici di famiglia, si inserisce cosi' nel dibattito sulla legge sul testamento biologico.
"E' giusto che il cittadino decida se sottoporsi o no ad una cura ma il modo in cui si realizza questa decisione e' strettamente personale. In uno stato di non coscienza la decisione presa in precedenza verrebbe affidata, a quanto riportano tutti i progetti di legge sul tema, a una persona 'fiduciaria'. La decisione e' indicativa, ma il medico dovra' valutare al momento se proseguire le cure, anche in rapporto alla situazione effettiva del malato, alle cure disponibili e alle prospettive future. Non si puo' definire una volta per tutte e con leggi immodificabili cosa e' l'accanimento terapeutico".

Un grave errore ed un abuso: la ragazza aveva ampiamente richiesto con forti testimonianze di non esser mantenuta in vita artificialmente qualora si fosse trovata in condizioni di salute irreversibili e non piu' recuperabili.
Cosi' la pensa il Presidente Onorario del Comitato Nazionale di Bioetica (Cnb) Giovanni Berlinguer per il quale "una legge in materia e' assolutamente necessaria".
E se serve una legge in materia pero' "anche senza una legge i magistrati - conclude Berlinguer - dovrebbero essere molto piu' coerenti con le esigenze umane e con la presenza di una situazione insostenibile cosi' a lungo".

'Sgomento di fronte alla notizia che il sostituto procuratore generale della Cassazione Giacomo Caliendo abbia richiesto ancora una volta di non sospendere le terapie nutritive come richiesto dai genitori di Eluana Englaro', lo dichiara la Consulta di Bioetica in una nota aggiungendo che 'lo sgomento e' ancora piu' grande quando si apprende che la richiesta sarebbe motivata dal fatto che la terapia nutritiva non costituisce accanimento terapeutico e che il consenso non e' attuale. Questa ultima ragione mostra il disprezzo verso i genitori e tutti coloro che hanno testimoniato negli ultimi 15 anni la volonta' espressa da Eluana e sembra essere un pretesto che cela la vera motivazione, ossia che la terapia nutrizionale non sarebbe accanimento terapeutico. Rinveniamo in questo motivo un eco della recente dichiarazione della Congregrazione per la Dottrina della Fede che viene pedissequamente accolto dall'ultimo grado di giudizio'.
La Consulta di Bioetica si dice 'preoccupata per l'arretratezza con cui i tribunali italiani negano il diritto civile riconosciuto ormai in tutti i paesi avanzati. E' vicina alla famiglia Englaro per la quale la richiesta del sostituto procuratore e' un ulteriore torto. Auspica che la Cassazione saggiamente respinga e decida autonomamente ristabilendo la giustizia.
La Consulta di Bioetica - conclude la nota - continuera' la battaglia per l'affermazione del diritto civile di sospendere le terapie nutritive nello stato vegetativo permanente ove questo fosse stato richiesto precedentemente'.

'Il caso di Eluana che vive dal '92 in stato vegetativo, attaccata a un sondino, e' la riprova che e' urgente colmare il vuoto legislativo esistente e che bisogna procedere celermente all'approvazione della legge sul testamento biologico'. Lo ha dichiarato il deputato Verde Tommaso Pellegrino (commissione Affari sociali), primo firmatario di una proposta di legge sul consenso informato e contro l'accanimento terapeutico, a proposito di Eluana Englaro.
'Alleviare le sofferenze del malato - prosegue il deputato Verde - deve essere l'obiettivo di tutti. Dobbiamo arrivare a una legge che non preveda alcun sistema coercitivo, come e' appunto quella sul testamento biologico: un atto di civilta' che tutela i diritti di chi vive in una situazione di irreversibile sofferenza'.

"Sono esterefatto per la superficialita' del sostituto procuratore generale della Cassazione, Giacomo Caliendo, che evidentemente non conosce lo stato vegetativo e non ha approfondito nemmeno il caso di Terry Schiavo". Lo afferma Silvio Viale, medico di Exit-Italia e membro del Consiglio Generale dell'Associazione Coscioni.
"Dopo 15 anni di stato vegetativo l'encefalo di Eluana, come ha confermato l'autopsia su Terry Schiavo - rileva Viale in una nota - pesa meno della meta' del normale, essendo in grave atrofia cerebrale irreversibile. Non ha alcun fondamento scientifico la sua affermazione che 'Se venisse staccato il sondino, la ragazza sarebbe lasciata morire tra dolori atroci, a meno che non le fossero somministrate delle medicine, ma allora ci sarebbe forse un nuovo accanimento'. Purtroppo Eluana non c'e' piu' da tempo e quella non e' piu' vita, poiche' ella non ha piu' coscienza di se stessa".
L'allusione all'accanimento terapeutico, secondo Viale, "e' semplicemente ridicola, essendo quello attuale il vero accanimento terapeutico dello Stato verso Eluana. Il sostituto procuratore giustifica l'alimentazione forzata mediante sondino come se si trattasse di alimentazione naturale, e non di terapia con le sostanze da alimenatre che vengono appositamete preparate, soppesate e bilanciate. Che si tratti di una terapia e' dimostrato, peraltro, dal caso di Giovanni Nuvoli, che e' stato assecondato nel suo desiderio di non nutrirsi, senza alcuna contestazione di eutanasia omissiva, e dal fatto che il Codice deontologico dei medici vieta l'alimentazione forzata delle persone che digiunano o che non vogliono nutrirsi".
Sentendo le argomentazioni del sostituto procuratore generale della Cassazione, Giacomo Caliendo, inoltre, "non si puo' evitare un riferimento alla morte di Giovanni Paolo II - rileva il medico - ed alle vicende del suo sondino, poiche' e chiaro che, se Giovanni Paolo II avesse varcato il confine dello Stato del Vaticano, in Italia i curanti avrebbero rischiato la denuncia per eutanasia omissiva. Io credo che dopo 15 anni, per se', per i suoi cari e per tutti noi, Eluana Englaro - conclude Viale - abbia il diritto ad essere lasciata andare, a vedere certificata la sua fine".
 
 
 
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