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 CANADA - CANADA - Canada. Pazienti terminali: priorita' sono fiducia nel medico e non essere tenuti in vita senza speranze di miglioramento
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28 febbraio 2006 0:00
 
Cosa vuole e di cosa ha bisogno una persona che sta morendo? Alcuni ricercatori canadesi hanno compilato una lunga lista di cio' che i pazienti terminali e loro loro famiglie considerano piu' importante in uno studio che sottolinea la carenza del sistema sanitario in materia di fine vita. Gran parte degli studi precedenti, secondo il responsabile della ricerca Daren Heyland, sono stati incentrati su malati di cancro: "E' paradossale tutto questo in quanto la maggior parte dei canadesi muore in ospedale e non per motivi legati al cancro".
Per questo, i ricercatori del Kingston General Hospital (Ontario) hanno allargato lo studio anche a pazienti piu' anziani con patologie cardiache, polmonari e del fegato. "Sono queste le patologie piu' comuni che causano la morte -afferma Heyland- e il punto di vista di questi pazienti non e' tenuto sufficientemente in conto quando ci sediamo ad un tavolo per decidere cosa e' importante per quelle persone che hanno raggiunto la fase terminale della vita".
In un questionario con 28 argomenti sul fine vita, 440 pazienti e 160 parenti in cinque ospedali canadesi hanno classificato la "fiducia nei medici che ti seguono" come prima necessita'. "Abbiamo riscontrato che la maggior parte delle persone percepisce come fondamentale avere un buon rapporto con il medico che le segue" ha detto Heyland, il cui studio e' stato pubblicato oggi sulla rivista Canadian Medical Association Journal.
Fra le priorita' emerse dallo studio figurano:
  • Non essere mantenuti in vita con trattamento di sostegno vitale quando vi sia poca speranza di un miglioramento significativo
  • Che il medico informi il paziente sulle sue condizioni in maniera onesta e veritiera
  • Avere tempo per sistemare i propri affari, risolvere i conflitti e salutare la famiglia e gli amici
  • Non essere di peso alla famiglia.
Quello che sorprende, anche perche' contrario a cio' che altri studi avevano precedentemente sottolineato, e' che morire nella propria casa e' tutt'altro che una priorita', classificata al ventiquattresimo posto.
Commentando lo studio, la specialista di cure palliative Larry Librach ha detto che la ricerca fornisce dati che fino ad oggi mancavano: "Rispetto a dieci anni fa siamo migliorati ... ma dobbiamo ancora percorrere molta strada per formare medici di tutte le specializzazioni con competenze sui trattamenti di fine vita. Abbiamo un buon sistema per nascere; dobbiamo averne uno altrettanto buono per morire".
Con questo studio Heyland si augura che "i pazienti e le famiglie siano incoraggiate dal fatto che stiamo rappresentando la loro voce al tavolo delle decisioni, che stiamo cercando di formare medici, un sistema, una leadership in campo sanitario che siano sensibili ai loro bisogni".
 
 
 
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