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Welby e l'Italia dei cacasotto
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Lettera 
23 dicembre 2006 0:00
 
Welby e l'Italia dei cacasotto. L'Italia è diventato (o lo è sempre stato?) un paese di cacasotto. Ciascuno ha il diritto di rifiutare cure e trattamenti sanitari. Questo è un diritto costituzionalmente garantito e quindi, come tanti altri diritti, calpestato e negato da chi dovrebbe agire nel rispetto della Legge e delle Istituzioni. Ancora una volta un evidente caso di denegata giustizia. Un cittadino chiede che cessino i trattamenti e le terapie cui è sottoposto e cosa decidono i giudici che il concetto di accanimento terapeutico è vago, indeterminato, che ci vogliono ancora altre leggi come se il diritto soggettivo sancito dal nostro ordinamento non esistesse. Cosa fa la brillante ministro Turco, interpella il consiglio superiore della sanità perché valuti se c'è accanimento terapeutico. Chi se ne frega se siamo o non siamo in presenza di accanimento terapeutico: un cittadino ha diritto (diritto, ministro Turco!) di rifiutare qualsiasi cura. Un malato di polmonite, di cancro, di aids ha il diritto (diritto, ministro Turco!) di non curarsi, di non sottoporsi ad alcun trattamento o interrompere quelli già iniziati. Ministro Turco, il rifiuto delle cure e l'accanimento terapeutico sono due cose distinte: possibile che dall'alto del suo scranno lei non colga la fondamentale differenza che esiste tra i due aspetti? Poiché non basta la dabbenaggine del ministro Turco, ecco che in suo aiuto arriva il ministro Bindi che sentenzia che i radicali stanno strumentalizzando Welby. Quando non si ha nulla da dire, si strumentalizza il dolore e le battaglie altrui con ridicole accuse. Welby - è il caso di dire - sta dando "corpo" alla sua battaglia per l'affermazione del diritto che ostinatamente continua a essergli negato. E i radicali lo seguono, lo sostengono e rilanciano perché i corpi incarnano le battaglie e da sempre sono mezzi e non fini. Bisogna evitare le luci dei riflettori, vero ministro Bindi? Invece no, accendiamoli questi riflettori e puntiamoli su questa Italia di cacasotto e di politici del kamasutra (possibile che i politici sappiano solo parlare di posizioni e prendere posizione su tutto?). Oh, dimenticavo, l'eutanasia non è nel programma di governo, rileva l'attenta e acuta ministro Bindi. Il totem-programma ancora una volta arriva in aiuto dei cacasotto. E chi se ne frega del programma: i diritti e il riconoscimento dei diritti non sono questioni di governo e di programma di governo. Le istituzioni facciano il dovere che a esse compete ogni volta che un diritto viene negato. Ciascuno si attivi secondo coscienza senza essere minacciato con la rottura della coalizione o ricattato con veti incrociati proprio perché non esiste vincolo di coalizione. Il Parlamento quando si ricorderà che, oltre a rappresentare gli interessi oligarchici dei partiti, nel tempo che avanza, ovviamnete poco, rappresenta il Popolo sovrano (ma chi ci crede più!) provi a legiferare nell'interesse del Paese prendendo atto di quanto indegnamente (non)rappresenta gli italiani. Se Turco e Bindi rappresentano il meglio delle donne in politica, sono contento della scarsa presenza delle donne nelle istutuzioni.
Sergio

Risposta:
La ringraziamo della sua lettera, che pubblichiamo su Vivere & Morire.
 
 
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