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IL VATICANO INVITA I GIUDICI A NON APPLICARE LA LEGGE. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PER ISTIGAZIONE A DELINQUERE
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Comunicato 
17 marzo 2007 0:00
 

Firenze, 17 marzo 2007. L'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno e Vincenzo Donvito, in quanto presidente dell'Aduc, hanno inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze. I media hanno diffuso l'appello delle gerarchie ecclesiastiche contenuto nella dichiarazione conclusiva dell' assemblea generale della Pontificia accademia per la vita (PAV), reso pubblico dal relativo presidente sig. Elio Sgreccia.
Nel documento, si invita al "doveroso esercizio" di una "coraggiosa obiezione di coscienza i medici, infermieri, farmacisti e personale amministrativo, giudici e parlamentari, ed altre figure professionali direttamente coinvolte nella tutela della vita umana individuale, laddove le norme legislative prevedessero azione che la mettono in pericolo."
Tali dichiarazioni potrebbero integrare il reato previsto e punito dal codice penale all'art. 414 in quanto istigazione alla commissione di uno o piu' reati, ed in particolare a quello previsto e punito dall'art. 328 del codice penale, omissione d'atti d'ufficio. Per quanto infatti la si chiami coraggiosa disobbedienza civile l'appello contenuto nel documento e' un "invito doveroso", tecnicamente una istigazione, a violare le leggi ed assumersene pubblicamente la responsabilita' penale civile o amministrativa, a fini di lotta politica.
Si ricorda per inciso la vicenda di disobbedienza civile del Giudice Dott. Luigi Tosti di Camerino, che, appellandosi alla laicita' dello Stato, si e' rifiutato di svolgere la sua funzione giudicante perche' nell'aula di giustizia deputata non veniva rimosso un crocifisso appeso al muro, ed e' per questo stato condannato dal Tribunale de L'Aquila a sette mesi di reclusione per omissione d'atti d'ufficio.
L'istigazione in questione pare tanto piu' grave quanto e' rivolta ad una categoria di pubblici ufficiali e funzionari quali i magistrati, soggetti per il dettato dell'art. 101 della Costituzione esclusivamente alla legge.
La Corte Costituzionale ha chiarito in piu' occasioni che l'obiezione di coscienza dei giudici e' in netto contrasto con la tutela dell'ordine giuridico. Pare evidente che una disobbedienza civile degli organi dello Stato deputati proprio a far rispettare quella legge a cui disobbediscono, si tradurrebbe nella morte dello Stato di Diritto e della legalita'. E nell'imposizione della propria scelta disobbediente sulla pelle di chi ne chiede a lui in quanto Stato il rispetto.
E' bene ricordare che l'obiezione di coscienza e' lecita li' dove le leggi lo consentono: per esempio nella legge sull'aborto e, quella piu' famosa e diffusa, al servizio militare quando questo era obbligatorio. Al di fuori della liceita' e' un reato di cui ognuno se ne assume la responsabilita'.
Infine, la forza dell'appello, la sua diffusione mediatica, le potenzialita' di seguito dello stesso, che derivano dalle indubbie capacita' delle gerarchie vaticane di influenzare concretamente i cittadini, oltre che la massa generalizzata di persone potenzialmente ricettrice dell'istigazione suddetta, rendono probabile la sussistenza del reato di istigazione a compiere atti contrari ai doveri dei propri uffici cosi' come previsti e imposti dalle leggi vigenti.

Qui il testo completo dell'esposto preparato dall'avv. Claudia Moretti:
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