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TESTAMENTO BIOLOGICO. NON E' IL MOMENTO ADATTO PER UNA LEGGE
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Comunicato 
4 aprile 2007 0:00
 

Firenze, 4 aprile 2007. Forse non e' il momento per approvare una legge sul testamento biologico. E' meglio attendere che le istituzioni di questo Paese riacquistino una maggiore indipendenza dalla Chiesa cattolica, sfruttando appieno i principi di sovranita' e laicita' su cui si dovrebbero fondare. Nella situazione attuale, il nuovo diktat (legittimo, ci mancherebbe) della Conferenza episcopale italiana sul testamento biologico mette seriamente a rischio l'esercizio del diritto umano e costituzionale di rifiutare le cure, perche' trovera' supinamente d'accordo oltre meta' del Parlamento.
Meglio lasciare che sia la giustizia, pur nell'incertezza e nella lentezza che la contraddistingue, a giungere ad un'applicazione diretta del dettato costituzionale: "Nessuno puo' essere obbligato a un determinato trattamento sanitario" (art. 32). Contrariamente a quanto sostiene la Chiesa, la nutrizione, l'idratazione e la ventilazione artificiale sono trattamenti sanitari a tutti gli effetti, in quanto somministrabili esclusivamente da medici, attraverso interventi chirurgici. Se, come chiede la Cei, sara' approvata una legge che esplicitamente esclude la possibilita' di rifiutarli, o che dara' ai medici la facolta' di ignorare la volonta' del paziente, si fara' un danno incalcolabile.
Gia' oggi, il principio del "consenso informato" e' consolidato in giurisprudenza, e prestare o negare anticipatamente per iscritto il proprio consenso e' legittimo. Anche in assenza di una legge, il medico non puo' ignorare la volonta' del paziente, indipendentemente dalla forma in cui viene espressa (orale o scritta).
Rivolgiamo un invito a tutti coloro che non vogliono rinunciare alla propria liberta' di scelta a non attendere l'approvazione di una legge per redigere il proprio testamento biologico. Qui come fare:
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Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
 
 
 
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