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EUTANASIA E MINISTRO DELLA SANITA'
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Comunicato 
15 giugno 2000 0:00
 


L'ADUC INVITA IL MINISTRO VERONESI A STIMOLARE UN DIBATTITO E UN CONFRONTO INFORMATO E SERENO

Firenze, 15 Giugno 2000. Il ministro della Sanita', Umberto Veronesi, ha auspicato una nuova legge che consenta l'eutanasia.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Grazie signor ministro, ma non basta.
Grazie della sua spontanea sincerita', del suo evitare gli equilibri in materia di liberta' individuali; equilibri che molti suoi colleghi preferiscono praticare a sacrificio anche dei piu' elementari presupposti di vita civica. Grazie per non aver nascosto il patrimonio di conoscenze ed esperienze della sua vita professionale. Grazie per aver dato speranza .. ma non vorremmo vivere di sola speranza, siamo piu' ambiziosi.
Non le chiediamo di fare una legge, perche', a differenza di come fa tutto il Governo di cui lei fa parte, il potere legislativo spetta al Parlamento. Ma le chiediamo di far si' che il problema e il fenomeno escano dalla clandestinita', dalla vergogna, dal "fare senza dire", ed entrino nel dibattito politico e sanitario.
Sappiamo perfettamente che tra gli impegni del suo dicastero e del suo Governo, non c'e' quello del riconoscimento dell'eutanasia, e non e' nostra intenzione chiederle alcunche' in questo senso: non sarebbe onesto nei confronti della maggioranza di cui lei e' espressione.
Le chiediamo solo di parlare, di far parlare tutti quelli che sono coinvolti in questo dramma, facendoli venire allo scoperto, con indagini, numeri, storie. Le chiediamo, cioe', di fornire tutti quegli elementi che potrebbero consentire l'apertura di un confronto sereno, con cognizione di causa e di fatto. Il problema centrale, in questi confronti, e' che coloro che oggi -col conforto della legge- impongono il loro modello religioso e di comportamento anche a chi la pensa in modo diverso, giocano quasi sempre sull'ignoranza e la marginalizzazione del fenomeno. Ma lei, come noi, sa che stiamo parlando di un fenomeno tutt'altro che marginale, e se vogliamo confrontarci con chi ci bolla come coloro che vorrebbero il diritto alla morte (propria e altrui), per argomentare che si tratta -invece- del diritto a disporre di se stessi, occorre essere informati e informare.
 
 
 
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